RAGGI CALANTI SUL CAMPIDOGLIO - CHIESTI 10 MESI PER LA SINDACA NEL PROCESSO PER FALSO, DOMANI LA SENTENZA – IL M5s: IN CASO DI CONDANNA DIMISSIONI SUBITO E SI TORNA AL VOTO – IL PM: “LA SINDACA MENTÌ PER EVITARE LE DIMISSIONI” – L’EX CAPO DI GABINETTO CARLA RAINERI: "MARRA COME RICHELIEU, LA RAGGI? UNA ZARINA AI TEMPI DI RASPUTIN" – LA SINDACA CHIEDE DI POTER REPLICARE: "DICHIARAZIONI SURREALI"
Ilaria Sacchettoni e Clarida Salvatori per corriere.it
È iniziata intorno alle 10 l’udienza del processo che vede imputata la sindaca di Roma, Virginia Raggi, per il reato di falso in relazione alla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Campidoglio. In aula, per essere ascoltata, l’ex capo di gabinetto del Comune, Carla Raineri. Dopo di lei la parola è passata al pm, che ha anche chiesto l’acquisizione del codice etico M5S vigente nel 2016, per la requisitoria: «Raggi mentì per non essere costretta a dimettersi».
VIRGINIA RAGGI E RAFFAELE MARRA
Secondo programma toccherà poi alla difesa. Ma la sindaca Raggi ha chiesto di poter replicare alle dichiarazioni rese in mattinata dalla Raineri, poiché -secondo la prima cittadina - «la sua deposizione è stata a tratti surreale». In tribunale, oltre alla sindaca che ha assistito a tutte le udienze, presenti anche il capogruppo M5s in Campidoglio, Giuliano Pacetti e i consiglieri comunali Pietro Calabrese e Angelo Sturni.
Raineri: «Le gerarchie erano state sovvertite»
«Trovai un guscio vuoto. Il gabinetto capitolino era stato svuotato. Le funzioni erano state esportare verso Romeo e Marra. Il primo aveva una strana delega ai lavori di giunta e un’altra, che definirei eccentrica, alle partecipate. Si consentiva a Romeo di entrare a gamba tesa nelle decisioni di Marcello Minenna (ex assessore al Bilancio del Comune di Roma, ndr). In questa situazione era sorprendentemente surreale che il capo di gabinetto non avesse nemmeno contezza del flusso informativo. Ricordo con sconcerto un caso: quello del terremoto. Pensavo di dovermi occupare di una riunione straordinaria di Giunta per stabilire tutta una serie di cose da fare in occasione del sisma. Mi chiesero invece di istruire una pratica per autorizzare Luca Bergamo (assessore capitolino alla Cultura e vice sindaco, ndr) ad assentarsi e andare al festival di Venezia. Non riuscivo a dialogare con Raggi. Mi sentivo sempre rispondere: “Ne parli con Romeo o con Marra”. Le gerarchie erano sovvertite».
«Marra come Richelieu, Raggi una zarina ai tempi di Rasputin»
È un fiume in piena la Raineri in aula: «Si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante, Marra almeno manteneva sempre un bon ton istituzionale, mentre Romeo era maleducato». E ancora: «Stavano in tre in una stanza a porte chiuse, per riunioni inaccessibili a tutti se non all’allora vice sindaco Daniele Frongia. Marra aveva un fortissimo ascendente sulla sindaca. Erano stati coniati vari epiteti per Marra, “eminenza grigia”, “Richelieu”, sottolineando la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin. Chiunque si fosse messo di traverso rispetto alle loro ambizioni faceva una brutta fine. Penso a me, quando dissi che intendevo sostituire Marra con un generale dei Carabinieri nel ruolo di vice capo di gabinetto da lì a poco la sindaca si fece venire dubbi sulla mia nomina».
2. M5S
Da www.metronews.it
Nessun escamotage. Se domani il verdetto per la sindaca di Roma Virginia Raggi dovesse essere la condanna in primo grado, il M5S terrà la linea dura. Dunque dimissioni subito, e, in caso di mancato passo indietro, 'cartellino rosso': per i 5 Stelle l'espulsione sembra l'unica via praticabile.
I vertici del M5S non si sbilanciano ufficialmente sul destino della prima cittadina e su un eventuale piano B anche per "non influenzare i giudici". Ma ai piani alti del Movimento la strada in caso di condanna sembra già tracciata: "Per il M5S sarebbe inevitabile il ritorno alle urne", spiega all'Adnkronos una fonte governativa 5stelle.
Per il Movimento la partita, in caso di verdetto sfavorevole, sarebbe chiusa: condanna uguale via dal Campidoglio. A quel punto starebbe solo alla sindaca e alla sua maggioranza decidere se andare avanti senza la bandiera del Movimento, 'traslocando' al gruppo misto. Sempre che riesca a mantenere i numeri per non far cadere la giunta.
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