RAGGI X - LA SINDACA ASPETTA IL 10 NOVEMBRE QUANDO ARRIVERA’ LA SENTENZA SUL CASO MARRA - SE FOSSE CONDANNATA, PUR NON SCATTANDO LA LEGGE SEVERINO, DOVREBBE INTERVENIRE IL CODICE ETICO DI M5S, QUELLO CHE RAGGI HA SEMPRE DETTO DI “VOLER RISPETTARE” E CHE PREVEDE LE DIMISSIONI - MA I LEGALI DEL M5S HANNO TROVATO UN’ALTRA STRADA…
Ernesto Menicucci per “il Messaggero”
VIRGINIA RAGGI E RAFFAELE MARRA
«Che succede in Campidoglio? Aspettiamo il 10 novembre...». Alla domanda, in questi giorni, sempre la stessa risposta. Una data scolpita, che sembra lontanissima e che poi calendario alla mano non lo è neppure così tanto. È il giorno della sentenza Raggi sul caso-Marra, quello da cui dipende il futuro della giunta grillina. E, dal rientro delle vacanze, le grandi manovre all' interno dei partiti sono già cominciate. Primo fra tutti, naturalmente, Cinque Stelle dove un pool di avvocati/consulenti politici sta studiando il da farsi. Gli scenari sono due, uno chiarissimo, l' altro tutto da vedere.
LE IPOTESI Opzione uno, che Raggi venga assolta per il presunto falso ideologico sulla promozione di Renato Marra, fratello di Raffaele, a capo del Dipartimento turismo: la sindaca dichiarò all' Anticorruzione capitolina che fece tutto da sola, ma dalle chat interne (agli atti) emerge invece il ruolo di Raffaele, in quei primi mesi di Campidoglio vero Rasputin della giunta pentastellata. Ovviamente, in caso di assoluzione, tutto resta com' è.
Scenario due, quello più complicato, è se Raggi venisse condannata.
Perché qui, pur non scattando la legge Severino, dovrebbe intervenire il codice etico di M5S, quello che Raggi ha sempre detto di «voler rispettare» e che prevede (prevederebbe?) le dimissioni. E qui scatta lo studio fatto dai legali. Dentro a M5S, infatti, stanno pensando a un piano B per non perdere Roma: far autosospendere la sindaca come, in altri contesti e vicende, fecero ad esempio Piero Marrazzo alla Regione Lazio e Giuseppe Sala a Milano per aspettare magari la sentenza di secondo grado, o soltanto di capire il da farsi.
Un escamotage, più politico che amministrativo. Raggi rimarrebbe sindaca, ma sospesa. E il vice-sindaco sarebbe una sorta di reggente. Già, ma chi? E anche su questo anche se nessuno è disposto a dichiararlo in chiaro è partito il toto-nomi. Vice-sindaco è Luca Bergamo, che però viene dal centrosinistra ed è prestato ai Cinque Stelle. Uomo che, di sicuro, è poco in linea tanto per dirne una con il governo giallo-verde e con gli alleati leghisti.
GRILLINO DOC Il reggente di Roma, non potrebbe che essere un grillino doc, magari della prima ora, ma comunque vicino a Raggi. Identikit che più che a Marcello De Vito, presidente dell' Assemblea Capitolina, si avvicina a Daniele Frongia, lo stratega, giocatore di scacchi, che in fondo vice-sindaco lo è anche già stato. Problema: Frongia era uno dei quattro amici al bar, la chat proprio del caso-Marra.
C' è poi l' ipotesi dimissioni-Raggi, che aprirebbero di fatto la campagna elettorale su Roma.
I Cinque Stelle dovrebbero trovare un candidato, ma anche gli altri partiti a quel punto dovrebbero muoversi. E, al momento, pare che non ci sia da nessuna parte la fila a candidarsi. Nel centrodestra, la Lega rivendicherebbe l' aspirante sindaco, da cercare però più nella società civile che tra i quadri di partito, ma dovrebbe vincere la resistenza di Fratelli d' Italia, compagine molto caratterizzata su Roma, che però ha come candidato di punta Giorgia Meloni, la leader che già corse nel 2016 sfiorando il ballottaggio.
VIRGINIA RAGGI DANIELE FRONGIA RAFFAELE MARRA
Infine il centrosinistra, dove in teoria nessuno vuole farsi avanti, ma più di un esponente subisce qualche forma di pressing. Qui la lista è lunga: da David Sassoli all' ex premier Paolo Gentiloni, da Carlo Calenda a Marianna Madia. Fantapolitica? Da qui al 10 novembre, la strada è lunga.