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RENZI, UN NANO IN EUROPA – SULLA REDISTRIBUZIONE DEI 40 MILA MIGRANTI, L'ITALIA LA PRENDE IN QUEL POSTO – IL BLOCCO DELL’EST, APPOGGIATO DA SPAGNA E REGNO UNITO, PRETENDE CHE IL MECCANISMO SIA VOLONTARIO – ITALIA, FRANCIA E GERMANIA CHIEDONO UN COMPROMESSO SULLE QUOTE

Marco Zatterin per “la Stampa

 

tsipras renzi merkeltsipras renzi merkel

«È una discussione filosofica», confessa una fonte diplomatica. A tarda sera, dopo quattro ore di confronto acceso, i leader dell’Ue erano ancora impegnati a consumare la portata più indigesta del pacchetto Immigrazione, quella dei 40 mila rifugiati da ridistribuire insieme nel nome della solidarietà condivisa.

 

Confronto durissimo, con rischio di rinvio a stamane. Il blocco baltico e orientale chiedeva di esplicitare il principio della «volontarietà». «Cambiare i criteri o cambiare il numero», dicevano i frondisti, apertamente contestati soprattutto da Italia e Commissione. E su questo si faceva notte.

La storia insegna che un compromesso, su questo, verrà. Presto o tardi. Ma ciò non toglie che la serata finirà fra quelle brutte nel curriculum dell’Unione, il giorno in cui Paesi come Polonia, Repubblica Ceca, Estonia e Ungheria hanno puntato i piedi per qualche centinaia di disperati da ospitare. Dopo un lavoro di preparazione certosino, il presidente del Consiglio Donald Tusk aveva messo sul tavolo un compromesso costruttivo che trasformava la formula della riallocazione obbligatoria proposta dalla Commissione in una sorta di accettazione volontaria dello stesso obiettivo vincolante.

tsipras renzi e merkeltsipras renzi e merkel

 

Pareva potesse funzionare. Invece no. È partito il dibattito a tratti violento e tutto s’è impantanato. Più duro del previsto l’attacco dei leader dell’Est, talmente duro da sorprendere anche il polacco Tusk che credeva di avere la partita in tasca. Cechi, slovacchi e lituani hanno chiesto esplicitamente di inserire la parola «volontario» nel testo. Anche Spagna e Regno Unito hanno seguito in frenatori, preoccupati delle ricadute politiche interne.

 

In difesa l’Italia, appoggiata da Francia e Germania. Stoica la resistenza della Commissione, il presidente Juncker contro Tusk, insieme con l’alto rappresentante Mogherini: «Se non siamo capaci di dividerci 40 mila rifugiati non siamo la Grande Europa che può andare a negoziare in giro per il mondo: così la nostra credibilità esterna crolla».

RENZI CONSIGLIO UERENZI CONSIGLIO UE


Il numero 40 mila, verso la mezzanotte, pareva essere sopravvissuto. Comunque vada, la ridistribuzione richiederà tempo. Luglio servirà a scrivere le regole, e poi bisognerà attendere l’Europarlamento, ai primi di settembre. Con gli obblighi tecnici, i primi trasferimenti avverranno in autunno. Se non più tardi.
 

Il governo Renzi si è battuto per non restare solo nella gestione della marea dei migranti che approdano sulle nostre coste. Missione compiuta almeno in parte, si può dire. Ci sarà la ridistribuzione di una parte degli arrivati, mentre la missione Triton è stata rafforzata negli organici e nei mezzi finanziari, oltre che nella capacità operativa nel Canale di Sicilia, al punto di diventare una nuova Mare Nostrum con un contributo in fondi maggiorato dall’Unione.

barcone di eritrei verso l europabarcone di eritrei verso l europa

 

Sta prendendo il largo anche la missione navale Eunavfor Med, per ora limitata alla raccolta di informazioni sui trafficanti di uomini, comunque con comando italiano, in mare (sulla Cavour) e in terra (a Centocelle).


In cambio l’Italia deve svolgere bene il suo ruolo di guardiano delle frontiere, smentendo i dubbi che si nutrono nei confronti dell’efficienza nazionale. I dati dicono che cacciamo davvero soltanto il 20% di quelli che etichettiamo come clandestini. Il sospetto che una buona parte dei migranti arrivati da noi siano fatti scivolare oltreconfine è concreto. Per questo l’Unione spinge sulla stretta ai rimpatri e sul ruolo degli «hotspots» - centri polifunzionali di identificazione - che saranno pagati dall’Unione, che manderà i suoi a coadiuvare i nostri.

barcone pienobarcone pieno

 

Dal loro successo dipenderà il processo che potrebbe condurre a rivedere il regolamento di Dublino, quello che stabilisce il principio del porto sicuro più vicino per lo sbarco. L’Italia vuole cambiarlo. La riforma è allo studio della Commissione. Non avrà esito se il monitoraggio di frontiera non sarà all’altezza.

rodi barcone di immigrati affonda dopo aver colpito gli scoglirodi barcone di immigrati affonda dopo aver colpito gli scogli

 

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