Luigi Bisignani per “Il Tempo”
Bisbigli di Corte impensieriscono il premier Renzi. Non la corte di tutti quei toscani piazzati in ogni strapuntino, ma la Corte delle corti, quella Costituzionale. Il quattro ottobre prossimo infatti - guarda caso proprio pochi giorni prima del referendum sulla riforma della Costituzione su cui il presidente del Consiglio ha deciso di giocarsi il suo futuro politico - l’organo di garanzia dovrà pronunciarsi sull’altra riforma simbolo di Renzi: quella della legge elettorale.
E l’aria che tira è di una parziale bocciatura, su preferenze e premio di maggioranza. Il galateo istituzionale, che di questi tempi fa davvero sorridere se non addirittura arrossire, vuole che il Capo dello Stato non interferisca sulle decisioni della Corte, nonostante il suo potere di nomina di alcuni giudici.
Dal canto suo, Silvio Berlusconi, al quale oggi si dà pienamente ragione su temi caldi che vanno dalla Libia alle sanzioni dell’Unione Europea alla Russia, ha puntato spesso il dito, soprattutto nel periodo di «Re Giorgio» Napolitano, proprio contro il potere politicizzato della Corte. Per la prima volta abbiamo al Quirinale un ex giudice costituzionale che in passato ebbe ad esprimersi proprio su quella legge elettorale che Matteo Renzi ha modificato.
PALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Nel nuovo ruolo di capo dello Stato, Mattarella probabilmente sarà più attento alla stabilità del Paese che a cavilli tecnici nonostante la pressione sulla Corte stia salendo vertiginosamente. Sempre più costituzionalisti si affannano infatti a dire che così com’è la legge non va, non può andare, è un obbrobrio giuridico. Come sempre, poi, abbondano i retroscena, le dietrologie di palazzo e le suggestioni di alcuni giudici che sarebbero pronti a fare uno sgambetto al premier.
renzi a cernobbio con la boschi ni sergio mattarella
E se, come sembra, la Consulta darà parere negativo sulla legge approvata dal Parlamento, come si comporterà Renzi? Forse approfitterà della bocciatura della Corte per smarcarsi all’ultimo momento anche dal referendum che rischia di perdere sull’altra sua riforma, quella costituzionale, e rilancerà chiedendo elezioni anticipate. L’inquilino di palazzo Chigi resta convinto che la pancia degli italiani stia con lui. Non sappiamo se sia effettivamente così. Consigliamo a Matteo di non stare sereno.