renzi parente giannini padoan

DAGLI AL RENZIANO! - IN EUROPA PER GLI INCARICHI COMUNITARI AGLI ITALIANI VIENE FATTO IL TEST DI NON RENZIANITA’: SOLO SE DIMOSTRANO DI NON ESSERE D’ACCORDO CON IL PREMIER VENGONO PRESI IN CONSIDERAZIONE - IL CASO DI FAUSTO PARENTE

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

FAUSTO PARENTEFAUSTO PARENTE

L' episodio ha lasciato di stucco gli italiani che da molto tempo lavorano in Europa, e perfino la componente nazionale eletta a Strasburgo. Il 23 febbraio scorso davanti alla commissione affari economici e monetari del Parlamento europeo, presieduta proprio da un italiano, Roberto Gualtieri (Pd), è arrivato Fausto Parente, manager del settore assicurativo che da lungo tempo lavora nelle istituzioni europee e che ora è stato indicato come nuovo direttore esecutivo dell' Eiopa, l' autorità comunitaria che vigila su assicurazioni e fondi pensione. La nomina dell' italiano Parente per diventare effettiva ha bisogno del sì vincolante con doppia procedura del Parlamento europeo. Nei tempi passati quel breve esame prima in commissione e poi nell' aula plenaria era una passeggiata.
 

Quel 23 febbraio il poveretto invece si è trovato di fronte a una sorta di plotone di esecuzione. Più che domande gli sono state rivolte vere e proprie fucilate. In parte su un argomento proprio, come la «Solvency 2» che sulle assicurazioni aumenta profili di rischio e instabilità delle compagnie come sta accadendo sulle banche. In gran parte però su argomenti lontani dal suo specifico lavoro.

europarlamento-europarlamento-

 

E che giravano tutti intorno a un tema solo: la sintonia o meno con il premier italiano Matteo Renzi e le sue idee sull' Europa e sulle banche. Sono andati all' attacco come mai si era visto fare soprattutto i tedeschi di tutti gli schieramenti. Alla fine è stato più diretto il capogruppo della Cdu Burkhard Balz, che ha chiesto a Parente in modo esplicito che pensava di Renzi e soprattutto della intenzione del premier italiano di utilizzare il veto sulle regole bancarie che evidenziavano il profilo di rischio dei titoli del debito sovrano.

 

Parente ha capito che su quella risposta avrebbe ricevuto o meno i voti necessari alla sua nomina. E ha giocato la risposta con grande eleganza, ma senza infingimenti. Prima ha detto l' opposto di Renzi sul rischio dei titoli del debito in portafoglio delle banche. Poi ha risposto anche sulla persona del premier italiano: «Su Renzi... È il mio primo ministro. Talvolta sono d' accordo con lui, talvolta meno.

 

UNIONE EUROPEA UNIONE EUROPEA

Però, puntini puntini... eh? Penso che non faccia parte del mandato del direttore esecutivo dell' Eiopa seguire le istruzioni dirette del primo ministro del suo paese...». Prova passata, e i tedeschi dopo questa frase hanno approvato nel primo passaggio la nomina di Parente.


Però l' episodio è indice di un clima che non si respirava in Europa dal lontano autunno del 2011. Se sei italiano e vuoi fare carriera da quelle parti, prima devi prendere chiaramente le distanze dal tuo presidente del Consiglio...
 

stefania gianninistefania giannini

LA GIANNINI TAGLIA GLI EX SOCIALISTI E QUAGLIARIELLO

 

Una scure implacabile, che però sembra sapere bene dove abbattersi. È stata una strage la scelta del ministro della Istruzione e dell' Università, Stefania Giannini, dei beneficiari da inserire nella tabella triennale di finanziamenti del suo ministero agli enti di studio e ricerca storica-scientifica.

 

Gaetano Quagliariello Gaetano Quagliariello

Arrivate 126 domande anche da parte di chi aveva beneficiato di quella tabella negli anni precedenti, respinte ben 84. Con vittime eccellenti. Una strage fra le fondazioni nate nella storia socialista: fermate sulla porta dell' agognato finanziamento la Fondazione Giacomo Brodolini, la Fondazione Giacomo Matteotti, quella intitolata a Filippo Turati.

 

Messi alla porta anche altri nomi di grido del settore, come la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, quella intitolata ad Antonio Segni e presieduta dal figlio Mariotto, quella Ugo Spirito che era fra i pochi istituti della destra, e ancora la Fondazione Rosselli, quella del centro di iniziativa giuridica Piero Calamandrei. E il dispiacere finale dato anche a Gaetano Quagliariello, con la esclusione della sua Fondazione Magna Charta. Per tutte la stessa accusa: scarsa internazionalità, e insufficiente patrimonio didattico o strumentale.
 

...
 

PAGAMENTI ALLA PA: MATTEO, INIZIA PURE A CAMMINARE...

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

Il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, da mesi si guarda bene dal fornire dati aggiornati sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti del sistema delle imprese fornitrici. Si è limitato solo a rendere pubblica una listarella di enti virtuosi che rispetterebbero l' obbligo di legge sul pagamento a 60 giorni.

 

Sono pochissimi, e lui stesso avverte che «molti enti pagano in tempi più lunghi». Da un rapporto però compilato per le commissioni di merito della Camera dei deputati, emerge la cruda verità: la Pa ha 70 milioni di debiti arretrati con le imprese.

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

 

Questo a due anni dall' annuncio di Matteo Renzi di rapida risoluzione del problema in poche settimane. E a un anno e mezzo dalla scadenza del suo ultimatum: «Se non vengono pagati tutti entro il giorno di san Matteo, andrò in pellegrinaggio a Monte Senario».
Con quelle cifre e tanto tempo passato senza onorare la promessa, la soluzione è una sola: il pellegrinaggio a piedi facendo il giro del mondo...
 

RENZI FA SPALLUCCE SU GANDOLFINI E PERDE UN VOTO PD

 

RENZIRENZI

Matteo Renzi non sembra avere tenuto in grande conto le minacce politiche fatte nel giorno del voto sulla Cirinnà dal leader del Family day, Massimo Gandolfini. Quest' ultimo aveva spiegato che la delusione di quelle famiglie regolari sarà ben evidente nelle urne autunnali, quando ci sarà da confermare o meno quella riforma istituzionale che il premier ha voluto trasformare in una sorta di referendum sulla propria permanenza in politica. Gandolfini ha minacciato la bocciatura di quelle riforme da parte del popolo del Family Day.


Renzi non è sembrato curarsene troppo. Ha fatto spallucce, e minacciato di fare campagna elettorale per il sì girando parrocchia per parrocchia. Nel braccio di ferro dall' esito incerto, una cosa però è sicura: il Pd almeno un voto l' ha perso, ed è proprio quello di Gandolfini. I suoi assicurano: li votava, prima della Cirinnà. Glielo abbiamo chiesto direttamente, e lui ha confermato di avere sempre sostenuto non solo con il suo voto un Pd bresciano come Paolo Corsini: «È una persona per bene, che conosco da lungo tempo...».
 

Roberto Formigoni Roberto Formigoni

I DUE FORNI DI FORMIGONI PER IL FAMILY DAY

 

Roberto Formigoni il giorno del voto sulla Cirinnà si è staccato dal Ncd di Angelino Alfano insieme con Maurizio Sacconi e un altro piccolo gruppetto che ha votato contro il nuovo patto del Nazareno allargato a Denis Verdini. Subito dopo però Formigoni si è lanciato dalle agenzie per rassicurare: «Noi non abbiamo alcuna intenzione però di lasciare Ncd...».

 

GIOVANARDIGIOVANARDI

Un cronista gli ha fatto notare: «Veramente Sacconi ha appena fatto capire il contrario...», e Formigoni ha subito invertito rotta con nonchalance: «Infatti quando dicevo noi, mi riferivo a me...». Poi spiega il suo «dissenso concordato» con Alfano «perché è anche strategico. Grazie a noi 5 o 6 resta un filo di collegamento con gli organizzatori del Family day, che non possono dire fino in fondo che Ncd li abbia traditi. È utile per noi, ma anche per loro. Perché se restano soli non vanno da nessuna parte...».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...