ROTTURA DI CASSON - IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA A VENEZIA, LUIGI BRUGNARO: “SE VINCO METTO IN CELLA I VUCUMPRÀ E IL MIO STIPENDIO ANDRÀ TOTALMENTE SU UN FONDO PER LE PERSONE BISOGNOSE”

Michele Muro per “Libero quotidiano”

 

Luigi BrugnaroLuigi Brugnaro

«Guardi, lasci perdere. Ho un Casson di traverso!». Luigi Brugnaro, 54 anni, candidato alla carica di sindaco di Venezia, fondatore dell’agenzia per il lavoro Umana, e patron della Reyer, conta i minuti. Tra due ore la sua squadra scende in campo contro Reggio Emilia per lo spareggio che porta alla finale-scudetto di basket contro Sassari. «Per colpa di Casson, che devo vedere adesso per un dibattito - dice - non posso caricare nel modo giusto i miei ragazzi. Forza Venezia!».

 

Felice Casson, senatore del Pd, parte in vantaggio di 10 punti, 38 a 28. Brugnaro, sostenuto inizialmente da liste civiche (la sua ha ottenuto il 21 per cento), da Forza Italia e da Area Popolare, al ballottaggio godrà dell’appoggio dell’intero schieramento di centrodestra. Il centrosinistra invece al primo turno aveva già messo in campo tutte le forze, e ora teme una sconfitta che passerebbe di diritto alla storia, dato che a Venezia la sinistra amministra dal ’93. Saranno decisivi i 5 stelle (13%).

 

Luigi Brugnaro  Luigi Brugnaro

Che aria tira a Venezia?

«C’è euforia. La gente vuole cambiare. Ci stiamo godendo un periodo meraviglioso. Le persone mi fermano per strada e mi incitano. Ci credono. Ci crediamo. I numeri sembrano quelli giusti. Vada come vada, comunque, accetterò il verdetto popolare».

 

Sia sincero: alla vigilia si aspettava di arrivare a un passo dal “miracolo”?

«Sì, perché quando faccio le cose voglio sempre arrivare fino in fondo. Ho lavorato molto per questo traguardo. Ho una forte credibilità personale. Altri, probabilmente, non ce l’hanno. Questa cosa la sto facendo per la città. Io dal Comune non voglio nemmeno un euro: dovessi vincere, il mio stipendio andrà totalmente su un fondo per le persone bisognose».

Luigi Brugnaro Luigi Brugnaro

 

Il Pd la accusa di non aver mantenuto fede al suo proposito di non allearsi coi partiti tradizionali.

«Ho fatto accordi trasversali con tutti, ma nessun apparentamento. La mia lista è il primo partito in città. Se tutto andrà bene faremo una specie di cappotto e in Consiglio ci saranno praticamente soltanto i miei».

 

Qualche minuto prima di questa intervista lei ha incontrato il sindaco di Verona, Flavio Tosi.

«Lo conosco da anni. Ci siamo salutati e mi ha garantito che mi sottoporrà delle proposte per il bene di Venezia, ma anche di tutto il Veneto. Nella sua città sta lavorando in modo positivo e per noi è strategica un’alleanza con Verona, dato che abbiamo due aeroporti importanti, siamo due città ad enorme vocazione turistica e con grandi eventi. Insieme possiamo rilanciare l’economia della regione. Possiamo finalmente tornare ad essere la locomotiva d’Italia».

boschi e casson alla biennale 7558588boschi e casson alla biennale 7558588

 

Casson, in caso di elezione, ha già nominato quattro consulenti esterni “vip”: da Renzo Rosso all’economista Giavazzi.

«Cose da provincialismo totale... come se i veneziani per decidere chi votare avessero bisogno di questi stratagemmi! Per carità, tutti benvenuti, ma noi qui vogliamo vincere e comandare. Questa volta ci prendiamo la città e le regole le facciamo noi».

 

A proposito di regole: a Venezia come si ferma l’esercito dei vucumprà?

«Dandogli la caccia e mettendoli in gattabuia».

 

FELICE CASSON FELICE CASSON

Lei si è impegnato a ripopolare il centro storico. Una sfida tutt’altro che semplice da vincere.

«Ce la farò. Da anni vige l’anarchia più totale, i cittadini non si sentono sicuri, la città vive una fase di isolamento. Venezia deve tornare alla portata della sua gente, in tutti i sensi».

 

La prima cosa che farà in caso di successo.

«Augurerò buon lavoro a Casson, dato che non vuole proprio dirci cosa farà se perderà: se resterà qui a fare opposizione o se tornerà a Roma a fare il senatore. Perché va anche detto che lui sta facendo campagna elettorale senza essersi dimesso. La sta facendo coi soldi di tutti noi».

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