L’IVA FUNESTA – INDOVINATE QUAL È IL PAESE IN CUI SI EVADE DI PIÙ L’IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO? – IN ITALIA VANNO PERSI 36 MILIARDI, UN QUARTO DEL TOTALE DELL’UNIONE EUROPEA – IL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE, CHE INVITA I GOVERNI AD ATTUARE LA REVISIONE DELLE NORME SULLE VENDITE TRANSFRONTALIERE
Beda Romano per www.ilsole24ore.com (21 settembre)
Rimangono molto frequenti in Europa i casi di frode nella raccolta dell’imposta sul valore aggiunto (IVA). Il più recente rapporto della Commissione europea, pubblicato stamani, stima che nel 2016 l’IVA andata persa per evasione ed elusione fiscali così come errori nei calcoli della tassa sia ammontata nell’Unione a 147,1 miliardi di euro. L'Italia continua ad essere ai primi posti in classifica, con un gettito IVA non incassato pari a 35,9 miliardi di euro.
Pubblicando il rapporto, l'esecutivo comunitario ne ha approfittato per esortare i Ventotto ad approvare la riforma presentata ormai un anno fa da Bruxelles.
il palazzo della commissione europea a bruxelles
La revisione a un assetto che risale al 1993 prevede che l'IVA nelle vendite transfrontaliere venga versata al paese di origine della merce il cui governo poi si incaricherà di trasferire il gettito al paese dove il bene verrà effettivamente usato. Attualmente l'IVA dovrebbe essere versata al paese di destinazione, ma come detto i casi di frode sono numerosi.
La riforma in discussione al Consiglio riguarda le merci. In compenso, è già entrata in vigore una revisione della legislazione comunitaria che permette la raccolta dell'IVA sulle vendite online di servizi da parte del paese dove il servizio è effettivamente utilizzato.
Lo stesso meccanismo, è stato deciso, verrà applicato anche alle merci vendute online. Più in generale, nel corso degli ultimi anni, lo scambio di informazioni tra autorità fiscali è stato rafforzato grandemente in questo particolare campo.
Tornando al rapporto presentato oggi, la Commissione europea mette l'accento sulle difficoltà a contrastare i casi di frode con l'attuale meccanismo nato quando il mercato unico era assai meno integrato. I dati italiani, peraltro, giungono in un contesto politico molto particolare.
Una legge prevede che a meno di modifiche legislative vi sia un aumento dell'IVA l'anno prossimo. Il governo del premier Giuseppe Conte vorrebbe evitare l'incremento, pur alla ricerca di denaro fresco per finanziare le sue promesse elettorali.
Bruxelles fa notare che in termini nominali l'Italia è il paese nel quale è più elevata l'IVA non raccolta (in termini relativi è subito dietro la Romania e la Grecia con un divario tra IVA attesa e IVA raccolta del 25,9% in leggerissimo calo rispetto al 2015).
Intanto, il pacchetto di riforma della raccolta dell'IVA avanza “molto lentamente” al Consiglio, spiega un esponente comunitario. Al prossimo Ecofin è previsto che i Ventotto si mettano d'accordo su piccoli cambiamenti legislativi ritenuti propedeutici. “La speranza è che successivamente i governi si concentrino sulla riforma come tale”.