SALVINI E IL POST SUGLI ZINGARI
Gianluca Nicoletti per “la Stampa”
Prendi questa mano «zingara», il mio cuore è uno «zingaro» e va. Ho messo questo status in due profili Facebook che portano il mio nome e ho atteso di essere cacciato. Tutto tranquillo, nessuno mi ha segnalato e i profili sono on line. Questo prova che, per lo meno in linea di principio, non esiste nelle policy di Facebook nessun divieto di usare il termine «zingaro/a» che è tranquillamente pronunciabile anche oggigiorno, sia on line sia nella vita concreta, esattamente come usava ai tempi della nonna di Matteo Salvini.
I COMMENTI AL POST DI SALVINI SUGLI ZINGARI
Questa è una doverosa precisazione per arginare una tempesta, esplosa sull’onda del vittimismo sollevata dalla star onnipresente in ogni loculo del telegiornalismo nazionale. «Sono stato sospeso da Facebook per 24 ore per aver usato il termine “zingari” che usava mia nonna» ha annunciato Salvini a Radio Padania. Lo sdegno per il vile atto censorio degli scherani di Mark Zuckerberg è così rimbalzato nei suoi consueti passaggi di talk in talk, dove da mesi il leader del Carroccio fa la parte indiscussa di Wanda Osiris.
SALVINI E IL POST SUGLI ZINGARI
E’ quindi chiaro che se anche solo un frammento minimo della sua impalcatura d’immagine riflessa viene a mancargli, e anche solo per 24 ore, per lui diventa un serio problema. Nel caso della censura per la sola parola “zingaro” però forse la sparata è un po’ grossa.
Un suo post sui campi rom è stato segnalato e come prassi, precisa Facebook, il profilo pur visibile è congelato per un giorno. Sul fatto che sia stato o meno degno di segnalazione si può disquisire a volontà; è probabile che chi lo abbia segnalato abbia considerato, più della frase di Salvini, il fatto che il post abbia scatenato un contesto di reazioni in cui la discriminazione e il razzismo entrano nell’area del reato, quindi lecitamente censurabili se il titolare del profilo non provvede a rimuovere i commenti dei suoi «amici».
I COMMENTI AL POST DI SALVINI SUGLI ZINGARI
In ogni caso, esilio o non esilio, Salvini ha pubblicato sulla sua fan page: «Facebook ha bloccato il mio profilo personale per 24 ore per la presenza delle parole “zin*ari” e “zin*are” in due post”» e invita tutti a linkare l’omonima canzone di Iva Zanicchi da YouTube. Il gioco potrebbe sembrare anche divertente, se un certo Aaro non avesse poi ripubblicato un ritratto di Hitler con la frase «Non siete altro che pellet».
I COMMENTI AL POST DI SALVINI SUGLI ZINGARI
Segue un certo Davide con la foto di un campo con delle roulotte incendiate e la scritta “50 sfumature di Rom”. Appaiono vari ritratti duceschi, di cui uno chiosato «Je suis la solution». Un signore che mette il colpo in canna alla pistola «sono stufo di questa merd». Ancora Hitler sorridente: «Vieni caro che ti porto in un bel posto…».
Nulla di particolarmente originale, è in fondo la classica iconografia che da settanta anni alimenta le nostalgie postfasciste. E’ paccottiglia che si vende nei mercatini delle fiere di paese, però con il buon gusto di riservargli spazi defilati, per soli amatori. Altra cosa è che il segretario della Lega ne condivida la presenza nello spazio social sormontato dalla sua fotografia.