SE MINENNA AVESSE LE RUOTE… - L’ACCORDO SULLA PRESIDENZA DELLA CONSOB SI ARENA: LA CANDIDATURA DI MARCELLO MINENNA È STATA BLOCCATA DA MATTARELLA PERCHÉ L’EX ASSESSORE DELLA RAGGI (IN LOVE CON LA MAGGIORENTE GRILLINA CARLA RUOCCO) NON È ABBASTANZA AUTOREVOLE – TORNA IN PISTA L’ECONOMISTA EUROSCETTICO RINALDI. POI C’È IL CASO BLANGIARDO: PER NOMINARE IL PRESIDENTE DELL’ISTAT SERVONO I VOTI DI FORZA ITALIA, MA BERLUSCONI CHIEDE IN CAMBIO…
Alberto Gentili per “il Messaggero”
davide casaleggio luigi di maio marcello minenna
Tutto da rifare. L' accordo sulla presidenza della Consob, raggiunto faticosamente mercoledì scorso da Luigi Di Maio e Matteo Salvini, si è arenato. La candidatura di Marcello Minenna, a quanto filtra dal Quirinale, non ha superato il vaglio del capo dello Stato.
Nessuna obiezione sul nome in sé. Ma Minenna - fortissimamente voluto dai 5Stelle - secondo il Colle non soddisferebbe i requisiti di autorevolezza e autonomia indispensabili per guidare un' autorità indipendente come la Consob. Probabilmente per la breve esperienza di assessore nella giunta di Virginia Raggi o perché il suo standing (è responsabile dell' ufficio analisi quantitativa e innovazione finanziaria in Consob) non è considerato adeguato.
Di certo, c' è che a questo punto tornano in corsa gli altri nomi circolati nelle ultime settimane: Antonio Maria Rinaldi, l' economista euroscettico vicino al ministro Paolo Savona e sostenuto sempre dai 5Stelle, e Magda Bianco che in Bankitalia guida il servizio tutela dei clienti e antiriciclaggio. Più difficile invece che possa tornare in corsa il bocconiano Alberto Dell' Acqua, sostenuto dalla Lega: la spartizione giallo-verde prevede che a Salvini vada l' Istat con Gian Carlo Blangiardo.
E qui si apre un altro capitolo. Fino a ieri la nomina di Blangiardo alla presidenza dell' Istituto di statista era finita in stand-by. La ragione: per la ratifica è necessario il via libera, con una maggioranza dei due-terzi, delle commissioni Affari costituzionali di Camera e Senato. Dunque, i voti di Lega e 5Stelle non bastano.
carla ruocco con laura bottici e marcello minenna
E come è avvenuto per la presidenza della Rai a Marcello Foa, a questo punto diventa decisivo il sì di Forza Italia. Con un problema non da poco per Di Maio e (di riflesso) per Salvini: Silvio Berlusconi condiziona i suoi voti a favore di Blangiardo, all' arrivo di una persona a lui gradita alla guida dell' Antitrust.
LA VIA DI USCITA
Uno scambio che ha già fatto venire l' orticaria ai Di Maio, ma che nelle ultime ore sembra vicino a concretizzarsi: fonti di palazzo Madama (la scelta spetta ai presidenti di Camera e Senato) danno per «quasi fatta» la nomina di Marina Tavassi, presidente della Corte d' appello di Milano, all' Antitrust.
Vero? Se così fosse, Blangiardo diventerebbe a breve il nuovo presidente dell' Istat con i voti di Forza Italia e Berlusconi avrebbe alla guida dell' Autorità garante della concorrenza e del mercato una presidente a lui gradita. Ma ancora ieri sera dentro Forza Italia nessuno dava per concluso e ratificato l' accordo. E soprattutto manca l' ufficialità del sì di Roberto Fico alla Tavassi.
Si avvicinerebbe, poi, la fumata bianca per i vertici dei Servizi. Fonti del Viminale fanno sapere che giovedì è stata convocata la riunione del Cisr (il Comitato interministeriale presieduto dal premier Giuseppe Conte), anche se in serata ancora non era partita dallo stato maggiore dei Servizi alcuna lettera di convocazione. I nomi per la presidenza del Dis (il coordinamento) e dell' Aise (l' agenzia informazioni esterna) sono quelli che ormai circolano da tempo. E tutti interni: Gianni Caravelli, Luciano Carta, Vincenzo Delle Femmine, Carmine Masiello ed Enrico Savio.
Ancora da decidere anche il nuovo vertice dell' Anas dopo la defenestrazione, a opera di Danilo Toninelli, dell' ad Giorgio Vittorio Armani. Il pole c' è Ugo Dibennardo, che ieri nel suo ruolo di responsabile della manutenzione stradale ha fatto numerosi sopralluoghi in Sicilia al fianco del ministro grillino. E per la presidenza il nome più quotato è quello di Roberto Massi, ex generale del Carabinieri ora a capo della tutela aziendale.