NEI SECOLI (POCO) FIDEL - LETTERA DEL LIDER MAXIMO: “NON MI FIDO DEGLI STATI UNITI” - LA DISSIDENTE YOANI SANCHEZ: “SMENTISCE IL FRATELLO RAÚL” - WASHINGTON: ‘’SEGNO POSITIVO, FIDEL È FUORIGIOCO’’

Nella lettera Fidel non cita mai Raúl per nome, lo chiama «il presidente» che ha fatto «i passi pertinenti d’accordo alle sue prerogative» - La maggior parte degli osservatori esclude che le sue parole possano avere effetti negativi sulla leadership del fratello - Intanto la figlia ribelle Alina torna in patria

Condividi questo articolo


FIDEL CASTRO E LA BANDIERA USA FIDEL CASTRO E LA BANDIERA USA

Omero Ciai per “la Repubblica

 

Non cita mai Raúl per nome. Lo chiama «il presidente» che ha fatto «i passi pertinenti d’accordo alle sue prerogative». Ma precisa: «Non mi fido degli Stati Uniti e non parlo con loro». La lettera di Fidel Castro, letta l’altra sera a Cuba in tv durante il tg, ha sorpreso tutti.

 

A occhio sembra la massima apertura che l’ex leader possa concedere alle iniziative di riavvicinamento allo storico nemico americano promosse dal fratello Raúl. Ma un’altra lettura sostiene invece che si tratta in realtà dell’espressione del suo dissenso. E, anche in questo caso, molto più in là non può andare perché, sempre nella lettera, Castro ammette di non avere più — dal 2008 e per ragioni legate all’età e alle condizioni di salute — alcun potere reale.

 

FIDEL E RAUL CASTRO VISITANO CHAVEZ IN OSPEDALE A CUBA FIDEL E RAUL CASTRO VISITANO CHAVEZ IN OSPEDALE A CUBA

La seconda lettura è l’interpretazione di Yoani Sanchez, la famosa blogger dissidente, che nella notte ha lanciato l’hashtag #DesmienteElHermano (smentisce il fratello) pensando probabilmente all’intervista concessa da Mariela Castro alla Cnn nei giorni della svolta, a metà dicembre, e nella quale la figlia di Raúl sosteneva che lo zio — Fidel — era «molto contento» di quello che stava succedendo.

 

È difficile che sapremo prima o poi quale delle due interpretazioni è quella giusta. In effetti la lettera di Fidel Castro si può leggere in ogni modo e sembra una sorta di testamento dove egli difende la sua storia e al tempo stesso si smarca.

fidel castro fratello raul fidel castro fratello raul

 

Apparentemente approva, ma afferma anche di non avere alcuna responsabilità nei progetti di Raúl, come a dire: «Andate pure avanti se lo ritenete giusto, ma se le cose vanno male io non c’entro niente».

 

L’ex líder maxímo della rivoluzione cubana, 88 anni compiuti lo scorso 13 agosto, non appare in pubblico esattamente da un anno, era il gennaio 2014. Dopo Natale si era sparsa la voce, l’ennesima, che fosse morto soprattutto perché non aveva ricevuto nessuno dei “Cuban Five”, le famose spie cubane rilasciati dagli Stati Uniti, che erano stati la sua ultima grande battaglia antiamericana.

 

FUNERALI DI NELSON MANDELA - OBAMA E RAUL CASTRO DILMA ROUSSEFF FUNERALI DI NELSON MANDELA - OBAMA E RAUL CASTRO DILMA ROUSSEFF

Altre voci sostenevano che era «molto arrabbiato» con Raúl e che, secondo la versione della Casa Bianca, era stato informato della svolta nelle relazioni con Washington soltanto a cose fatte, all’ultimo momento. Poi aveva scritto una lettera a Maradona, arrivato sull’isola per registrare un programma televisivo. Ora, approfittando di un anniversario, il suo ingresso all’Università nel 1945, quest’ultima lettera. La maggior parte degli osservatori esclude che le sue parole possano avere effetti negativi sulla leadership del fratello.

 

Anzi, sono destinate a rafforzare il sostegno popolare alla pace americana. Il primo commento di Washington è favorevole. «Sono un segno positivo», ha detto la portavoce del Dipartimento di Stato Jennifer Psaki. Fidel è fuorigioco, questa resta la sensazione più evidente. Come fuorigioco sono tutti i suoi collaboratori allontanati e sostituiti da Raul a partire dal 2008.

yoani sanchez yoani sanchez

 

Ma forse il segno più palese che molte cose sono cambiate è la notizia, diffusa sottovoce in questi giorni, che Alina, la figlia ribelle di Fidel, fuggita negli anni Novanta, sarebbe tornata sull’isola per assistere la madre Naty Fernandez, l’amante più nota dell’ex leader.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VENETO DI PASSIONE PER SALVINI – IL “CAPITONE” PROVA AD ALZARE LA CRESTA E USCIRE DALL’ANGOLO: “CHIEDEREMO IL VENETO E IL TERZO MANDATO PER ZAIA”. MA SA BENE CHE IL DESTINO DELLA REGIONE, VERO FORTINO E CASSAFORTE DEL CARROCCIO, È SEGNATO: GIORGIA MELONI VUOLE METTERE LE MANI SUL NORD-EST. E COME DARLE TORTO? FORZA ITALIA CON L'8% GOVERNA PIEMONTE, SICILIA, BASILICATA E CALABRIA. LA LEGA, CON UNA PERCENTUALE SIMILE, HA IN MANO VENETO, LOMBARDIA E FRIULI. PERCHE' LEI, CHE GUIDA IL PARTITO DI MAGGIORANZA RELATIVA, DOVREBBE ACCONTENTARSI DI LAZIO, ABRUZZO E MARCHE? - LO PSICODRAMMA NEL CARROCCIO È INIZIATO DOPO CHE IL MITE LUCA ZAIA È USCITO ALLO SCOPERTO (“SE PERDIAMO QUI VA TUTTO A ROTOLI”). A VENEZIA SI PREPARA LA SCISSIONE, CON UNA “LISTA ZAIA”...

DAGOREPORT - COME MAI TRUMP NON HA FATTO GRAN CASINO SULLA FORNITURA DI ARMI ALL’UCRAINA (MISSILI A LUNGO RAGGIO E MINE ANTI-UOMO) DECISA DAL PRESIDENTE USCENTE JOE BIDEN? SECONDO FONTI AUTOREVOLI DI WASHINGTON, TRA I DUE C’È STATO UN ACCORDO, CHE PERMETTERÀ POI A TRUMP DI NEGOZIARE CON PIÙ FORZA UNA PACE CON PUTIN. COSÌ, DA UNA PARTE, IL TYCOON COL CIUFFO A PENZOLONI SI E' LIMITATO A UN MISERO TWEET. DALL’ALTRA A PUTIN NON CONVIENE DI FARE ORA IL DOTTOR STRANAMORE PER DUE BUONI MOTIVI…