SENZA VERGOGNA! - NEL GOVERNO GENTICLONI, RENZI S’E’ CONSERVATO LA CASSAFORTE DELLO STATO - A LOTTI LE DELEGHE DEL CIPE, IL BANCOMAT DEI FINANZIAMENTI PUBBLICI, E QUELLI DELL’EDITORIA (PER TENERE BUONI GIORNALI E AGENZIE DI STAMPA) - ALLA BOSCHI IL COMPITO DI MARCARE STRETTO PAOLINO E DI RIFERIRE OGNI MOSSA A MATTEO - SAREBBE STATO MATTARELLA A FAR FUORI VERDINI PER FAR SÌ CHE VOTASSE LA MINORANZA PD
Dagoreport
Il governo borotalco di Paolo Gentiloni nasce su un equivoco. Anzi, più d’uno. Il primo equivoco riguarda le deleghe assegnate a Luca Lotti. Tecnicamente, il ministero dello Sport è un dicastero senza portafoglio.
Insomma, poco più che un doppione del Coni (che i soldi, invece, li ha) per la promozione dell’attività ludica. In realtà, non è così. “Lampadina” (come chiamano Lotti) ha anche le deleghe per il Cipe e per l’editoria.
Per intenderci, ha in mano il bancomat dello Stato per il finanziamento degli investimenti pubblici (il Cipe) e gli “argomenti” per ammorbidire gli editori, con i fondi per giornali ed agenzie di stampa. Insomma, per interposta persona, Matteuccio continua a gestire le leve del potere reale: i soldi pubblici.
Per queste ragioni, suona quasi anacronistica la creazione di un ministero della Coesione territoriale e Mezzogiorno, affidato al diligente Claudio de Vincenti. Il neo ministro potrà solo istruire le pratiche per i finanziamenti europei (destinati in buona parte al Meridione), ma chi apre o chiude il rubinetto sarà Lotti con il Cipe.
Un altro equivoco è l’attenzione quasi maniacale della coppia Renzi-Lotti per i servizi segreti. Si tratta di deleghe che Gentiloni ha conservato per sè stesso. Ma perchè tutta quest’attenzione del Giglio Magico per gli 007? Teme qualcosa? Al momento, Alessandro Pansa, capo del Dis, ha vinto la partita con Lotti, dopo aver perso quella di Blengini. Ma pare di capire che il confronto fra vertici del Pd con gli apparati di sicurezza sia tutt’altro che concluso.
Anche perchè, sarà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, ha controllare aquando qualche spione arriverà al primo piano di Palazzo Chigi. Con il compito di riferire ogni mossa del premier al Ducetto di Rignano, fintamente distante da Roma.
Un altro equivoco del governo borotalco è il ruolo di Verdini. A farlo fuori - dicono i giornaloni - sarebbe stato Gentiloni. Secondo altre versione, sarebbe stata una scelta di Renzi per indebolire l’attuale premier, confidando sull’incazzatura di Denis di restare fuori dal giro delle poltrone di governo.
In realtà, sembra che a cancellare i nomi proposti dal macellaio toscano sia stato Sergio Mattarella in persona; per far sì che votasse la minoranza PD. Franceschini al palo ma determinante per il congresso. Renzi vuole che il governo duri fino a giugno. Ed ora la palla torna a Gentiloni che gli toccherà infarcire l’Esecutivo di sottosegretari di Ala...