marco travaglio giovanni melillo

LA SERVITÙ VOLONTARIA - INCREDIBILE MA VERO: TRAVAGLIO CONTRO I MAGISTRATI, CHE SI SONO PIEGATI AL NUOVO DIKTAT RENZIANO, CIOÈ PIAZZARE MELILLO AL VERTICE DELLA PROCURA DI MILANO: ''LE TOGHE COLLABORANO FESTOSAMENTE ALLA NORMALIZZAZIONE COME SERVI FELICI. E RINGRAZIANO PURE I POLITICI''

Marco Travaglio per il “Fatto Quotidiano

 

GIOVANNI MELILLOGIOVANNI MELILLO

Immaginate la scena. Dovendosi nominare il nuovo procuratore di Milano, il governo Berlusconi schiera il capo di gabinetto del suo ministro della Giustizia. E il Csm, anziché scartare la candidatura per evidenti motivi di opportunità e decenza, la prende sul serio, al punto che il magistrato che va a braccetto col ministro è uno dei candidati più accreditati per succedere a Borrelli, D' Ambrosio, Minale e Bruti Liberati. Ce ne sarebbe abbastanza per far gridare all' occupazione politica della Procura più cruciale d' Italia.

 

GIOVANNI MELILLOGIOVANNI MELILLO

E lanciare appelli, manifestazioni, proteste in difesa dell' indipendenza della magistratura. Invece si dà il caso che, a candidarsi a procuratore di Milano, sia il capo di gabinetto del Guardasigilli del governo Renzi, l' ex pm napoletano Giovanni Melillo: ottima persona e valente pm napoletano, per carità, se non fosse che nel '99 fu distaccato fuori ruolo per lavorare al Quirinale con Ciampi e dal 2014 ha di nuovo smesso la toga per collaborare col ministro Andrea Orlando.

 

Siccome non s' è mai visto un funzionario del governo che aspiri a guidare la Procura di Milano, ci sarebbe da attendersi un bel dibattito, un po' di polemica, magari qualche protesta.

 

Un premier intelligente, già sospettato di piazzare i suoi amici dappertutto, sconsiglierebbe al dottor Melillo un passo del genere, per salvare almeno le forme. E, se non lo facesse lui, provvederebbe un uomo prudente come Orlando.

edmondo bruti liberatiedmondo bruti liberati

 

Intanto la magistratura dovrebbe ribollire di allarme per l' ennesimo tentativo di normalizzare una Procura così importante. Ma non lo fa, anche perché ha taciuto sul caso analogo e già consumato di Palermo, con la nomina di Franco Lo Voi al posto dei ben più titolati Guido Lo Forte e Sergio Lari (entrambi procuratori antimafia in servizio, mentre Lo Voi non ha mai diretto neppure un condominio).

 

Nomina annullata dal Tar per la sua palese illegittimità, ma di recente confermata da una sentenza-supercazzola del Consiglio di Stato che ribalta le regole del Csm e spaccia per un titolo di merito ("le diverse esperienze maturate, anche in ambito internazionale… nell' ottica di un giudizio complessivo e unitario…"), anziché di demerito, l' incarico burocratico-amministrativo gentilmente offerto dal terzo governo Berlusconi a Lo Voi come delegato italiano in Eurojust.

 

IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE IL PM DI MILANO FRANCESCO GRECO AL CELLULARE

Tornando a Milano: come può un magistrato che tuttoggi lavora per il governo Renzi non solo essere, ma anche e soprattutto apparire imparziale e indipendente verso il potere politico?

 

Il tutto nella Procura che dovrà gestire le indagini vecchie e (si spera) nuove su Expo, che coinvolgono i principali collaboratori e certe scelte (non ancora prescritte) di Giuseppe Sala, scelto proprio da Renzi come candidato sindaco.

 

Invece non vola una mosca. Il caso Melillo non esiste. Il capogabinetto di Orlando è tra i candidati favoriti per Milano, alla pari con magistrati che indagano a Milano da una vita senza riguardi per i poteri forti, come Francesco Greco, Ilda Boccassini e Alberto Nobili. Anzi, secondo gli spifferi del Csm, è il più gradito non solo a Renzi, ma anche al vicepresidente Legnini (a sua volta passato direttamente dal ruolo di sottosegretario a quello di numero 2 del Csm in quota Pd) e al presidente Mattarella. Il fatto di lavorare per il governo, per Melillo, non è considerato un handicap.

 

ILDA BOCCASSINIILDA BOCCASSINI

Anzi, nell' èra delle larghe intese e dell' eterno Nazareno per mettere la mordacchia a tutte le istituzioni di garanzia, fa addirittura curriculum. Perché fa pensare, a torto o a ragione, a una speciale "affidabilità politica". Così come per Lo Voi: se B. & C. lo spedirono a Eurojust, avranno avuto i loro buoni motivi. E così come per il nuovo procuratore generale di Trento, Giovanni Ilarda, anche lui fuori ruolo da anni, addirittura assessore alla Presidenza della Regione Sicilia nell' aulentissima giunta di Raffaele Lombardo (poi condannato a 6 anni e 8 mesi in primo grado per mafia).

 

Ilarda passava per il Brunetta della Trinacria, per le sue continue sparate contro assenteisti e raccomandati. Poi purtroppo la sua giunta nominò dirigente sua figlia Giuliana Ilarda, 27 anni, con contratto quinquennale da 75 mila euro annui, a chiamata diretta.

 

Franco Lo Voi Franco Lo Voi

Il papà ex pm e moralizzatore intervenne subito a difenderla con un discorso alla Cetto La Qualunque: "Mia figlia è laureata al Dams di Palermo con 110 e lode, parla correntemente due lingue, è un' esperta di informatica e ha messo a disposizione la sua professionalità per un periodo limitato in un settore coerente: quello dei Beni culturali, non in un altro". Come se fosse l' unica siciliana con quel curriculum. Per fortuna la ragazza si rivelò migliore di suo padre e si dimise il giorno stesso.

 

GIOVANNI ILARDAGIOVANNI ILARDA

Ora il papà è il nuovo Pg di Trento. Il Csm ha deciso di premiare il suo talento, dopo aver bocciato per due volte la domanda di Nino Di Matteo - il pm antimafia più scortato e a rischio d' Italia - per un posto assolutamente dovuto di procuratore aggiunto alla Superprocura. Colpirne uno per educarne 10 mila, è il messaggio che doveva passare. E infatti è passato. Ora i casi Lo Voi e Ilarda sembrano fatti apposta per spalancare le porte di Milano all' uomo di Renzi e Orlando.

 

Solo la corrente progressista dell' Anm, Area, ha rotto il silenzio proponendo sottovoce - sulla propria mailing list - di sbarrare la strada ai "fuori ruolo" che vogliono passare direttamente a un incarico direttivo e di imporre loro di rimettersi la toga sulle spalle per un certo numero di anni prima di candidarsi a dirigere una procura o un tribunale.

 

Sarebbe il minimo sindacale della decenza, almeno per i "fuori ruolo" scelti dal potere politico (cosa diversa è l' esperienza al Csm). Anzi, c' è da domandarsi come mai, dopo vent' anni di polemiche sulla magistratura politicizzata, nessuno abbia ancora pensato a una regola così ragionevole.

 

IL PM NINO DI MATTEO IL PM NINO DI MATTEO

Domanda ingenua: l' accusa di "politicizzazione" è sempre toccata ai pochi magistrati indipendenti su piazza, quelli che osano indagare sui piani alti del potere, mentre i molti davvero politicizzati hanno sempre fatto comodo a tutti, infatti ricevono premi, prebende, incarichi, promozioni e grandi applausi per la loro squisita imparzialità (direttamente proporzionale al loro dolce far nulla, meglio se affiancato da grandi doti insabbiatorie).

 

In fondo, che i politici vogliano normalizzare i magistrati, non è una novità. La novità è che ora i magistrati, in piena sindrome di Stoccolma, collaborano festosamente alla normalizzazione come servi felici. E ringraziano pure i politici per il gentile pensiero.

 

Nelle scuole della magistratura, oltreché al Csm, andrebbe distribuito un opuscolo scritto a metà del '500 dal francese Étienne de La Boétie, Discorso sulla servitù volontaria:

 

matteo renzi andrea orlandomatteo renzi andrea orlando

"Vorrei riuscire a comprendere come sia possibile che tanti uomini, tanti paesi, tante città, tante nazioni talvolta sopportino un tiranno solo, che non ha altro potere se non quello che essi stessi gli accordano, che ha la capacità di nuocere loro solo finché sono disposti a tollerarlo, e che non potrebbe fare loro alcun male se essi non preferissero sopportarlo anziché opporglisi… Non c' è bisogno di combattere questo tiranno, né di toglierlo di mezzo; si sconfigge da solo, a patto che il popolo non acconsenta alla propria servitù. Non occorre sottrargli qualcosa, basta non dargli nulla…

 

ANDREA ORLANDO MATTEO RENZIANDREA ORLANDO MATTEO RENZI

È il popolo che si fa servo, che si taglia la gola da solo, che potendo scegliere tra servitù e libertà rifiuta la sua indipendenza e si sottomette al giogo; che acconsente al proprio male, anzi lo persegue… Questo vostro padrone che vi domina ha soltanto due occhi, due mani, un corpo, niente di diverso da quanto possiede l' ultimo abitante del grande e sconfinato numero delle vostre città eccetto i mezzi per distruggervi che voi stessi gli fornite… Decidete una volta per tutte di non servire più e sarete liberi".

 

 

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...