pontida

SI SALVINI CHI PUÒ! A PONTIDA L’ALTRO MATTEO EVOCA RUSPE PER RENZI E PER I ROM MA I TONI NON SONO INCENDIARI: È LO SHOW PER UNA LEGA DI LOTTA E DI GOVERNO, CHE STRIZZA L’OCCHIO AL SUD E PROVA A TOGLIERE AL BANANA IL PALLINO DEL CENTRODESTRA

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

PONTIDA 2015  PONTIDA 2015

Sul pratone, il folklore c’è ancora tutto: bandiere e vaffa, salamelle e Soli delle Alpi, cornamuse e cartelli «Salvini da clonare», magliette «+rum -rom» e «BanZaia», vichinghi in verde e Alessandro, 26 anni di Induno Olona, in divisa da combattimento con tanto di elmetto dell’Fsb, l’erede del Kgb, in omaggio a Putin, «figura carismatica».

 

Quest’anno va molto la ruspa: una vera è parcheggiata sull’erba, molte giocattolo sono brandite dai militanti, moltissime sono riprodotte sulle t-shirt, compresa quella di Matteo Salvini: «La ruspa non la uso per i rom ma per il governo, che è più pericoloso. Prima mandiamo a casa Renzi e poi sgombriamo i campi rom», insomma prima il dovere e poi il piacere.

 

PONTIDA 2015    PONTIDA 2015

Ci sono anche tutti i soliti noti, con passerella finale per i due governatori. Roberto Maroni è acclamato quando annuncia che spedirà l’Asl a controllare gli immigrati; Luca Zaia perché in Veneto non ha vinto ma ha stravinto.

 

E infatti i veneti sono più gasati dei lombardi: dove c’è Zaia c’è gioia. Parla anche Bossi, ormai rottamato ma sempre indomito e pure un po’ iettatorio: «Il futuro è fosco, fra qualche anno sarà guerra civile». La famiglia leghista lo accoglie come un vecchio zio che si ama ma che non si vede l’ora che finisca, perfino con qualche «basta!» nemmeno troppo sottovoce.

 

E fin qui, tutto come da copione. Le novità sono due. La prima è il debutto di «Noi con Salvini», la Lega 2 che, dalla Toscana in giù, dovrebbe allargare i confini politici e geografici della Lega 1. Ci sono, ma non tantissimi: 300 siciliani, un po’ di pugliesi, una colonna abruzzese.

PONTIDA 2015 PONTIDA 2015

 

Però fa effetto sentire sul palco di Pontida l’accento pugliesissimo di Simonetta Alita, 22 anni, neoconsigliera comunale ad Andria, o quello campano di Nicola Marotta, primo sindaco di «Noi con Salvini», eletto a Roccagloriosa, provincia di Salerno. A proposito di palco: lo slogan è «Siamo qui per vincere». Padania e Nord non sono pervenuti. Insomma: i meridionali ieri erano terroni, oggi sono «fratelli», forse perfino d’Italia. E già si parla di una «Pontida del Sud». «Ci sono località che si candidano», giura Salvini.

PONTIDA 2015   PONTIDA 2015

 

Già, Salvini. La seconda novità è lui. D’accordo: inveisce contro «Renzi e le sue damigelle», Fedez, l’«Unione sovietica europea», l’«infame» legge Fornero, i «criminali che schierano le truppe Nato ai confini della Russia» del caro Vladimir e perfino Papa Francesco, «mi fa piacere che a Torino incontri i rom, spero trovi tempo anche per i torinesi sfrattati ed esodati». Tutto già sentito. Però è un Salvini meno sbraitante e più dialogante, contenuto, perfino ecumenico.

 

pontida 2015pontida 2015

Chiama sul palco i bambini (uno lo rimprovera perché dice una parolaccia, gag sublime subito cliccatissima sul web), cita San Francesco, assicura che «qui non ci sono né rabbia né rancore». San Matteo ringrazia Celentano e Jovanotti e cita perfino qualche giornalista (Buttafuoco, Feltri senior, Ostellino, Ricolfi, Fini) per lodarlo e non per attaccarlo.

 

E allora si capisce che per lui è il momento di una Lega più di proposta che di protesta e domani, si spera, di governo e non più di lotta. Il segretario evoca il «Paese normale» di dalemiana memoria: no a studi di settore, legge Fornero, prefetti e Siae, sì all’aliquota unica al 15%, agli asili nido gratuiti, a un anno di servizio civile obbligatorio e all’«ambientalismo serio».

 

pontida 2015 pontida 2015

«Morirò con la Lega nel cuore» è la frase ad effetto per rassicurare i militanti di ieri, ma la scommessa di oggi è questa Lega «normale». Certo, per governare ci vorranno degli alleati, e qui Salvini resta sul vago: «Non mi interessano». Però il programma c’è già e, segretario, sembra proprio un programma di governo... «Esatto. La supercazzola la lascio all’altro Matteo».

 

PONTIDA 2015PONTIDA 2015

 

Ultimi Dagoreport

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…