SILVIO, TORNA AL “RENZUSCONI”! CONFALONIERI E ENNIO DORIS SPINGONO PERCHÉ L’EX CAV SI RIAVVICINI A RENZI PER SALVARE LE AZIENDE, VISTO CHE “FARSA ITALIA” NON ESISTE PIÙ - CI SARÀ UN RIAVVICINAMENTO DOPO LE REGIONALI?
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
«Guarda, Silvio, che tu devi riprendere il rapporto con Renzi, devi mettere da parte i toni di queste settimane, così non si va da nessuna parte». Berlusconi ascolta in silenzio, al tavolo con lui, ad Arcore, siedono i compagni d’avventura di una vita, due delle pochissime persone delle quali il leader si fidi per davvero. Fedele Confalonieri, presidente Mediaset, Ennio Doris, presidente di Banca Mediolanum.
Ultimo fine settimana, a Villa San Martino non si parla solo di cessione del Milan al thailandese Mr Bee, non solo dell’operazione Mondadori-Rcs libri, ma anche del futuro politico dell’ex Cavaliere. Ora che la pena è stata espiata e che Forza Italia dal primo giugno si prepara ad essere pressoché rasa al suolo e rifondata.
ENNIO DORIS CON ALLE SPALLE UN RITRATTO D ANNATA DI BERLUSCONI
Ma secondo i due vecchi consiglieri del capo, al restyling andrà affiancato un cambio di strategia. Fare un’immediata inversione a “U” sul patto del Nazareno non è possibile. L’Italicum che andrà al voto la prossima settimana alla Camera, non sarà ancora un test probante dei dubbi emersi a Villa San Martino. Certo, a voto segreto qualcuno dei “verdiniani” non mancherà di lanciare un segnale.
matteo renzi e berlusconi 0aa87941
Quando invece la riforma del bipolarismo tornerà all’esame del Senato, allora sì che i giochi potranno riaprirsi. Berlusconi non ne farà cenno di certo nelle prossime cinque settimane: con le regionali alle porte (il 31 maggio) l’esigenza è marcare Renzi, criticarlo semmai sull’attività di governo, ed evitare di lasciare lo scettro dell’opposizione a Salvini. Il quadro tuttavia è destinato a cambiare a urne chiuse.
Ne sono convinti Raffaele Fitto e i suoi trenta parlamentari che, dopo lo strappo in Puglia e l’imminente battaglia legale sull’uso del simbolo, si preparano allo strappo e alla creazione di nuovi gruppi parlamentari. Si preparano a fare altrettanto Verdini e i suoi, per opposti motivi: se la linea non cambierà appunto sulle riforme che pure Fi ha sostenuto finora. Del resto dopo il brusco faccia a faccia della scorsa settimana, tra Silvio e Denis il gelo è pressoché totale.
BERLUSCONI VS RENZI BY GIANNELLI
La situazione ad ogni modo è fluida. Domenica sera, dopo la tragedia del Mediterraneo, la mano tesa da Berlusconi a Renzi in nome dell’emergenza. Quel «basta alle accuse e alle contrapposizioni» e la proposta di un immediato «tavolo tra tutti i protagonisti dei governi passati e presenti». Sottolineata e apprezzata non poco, ieri mattina, dal presidente del Consiglio («Ha detto cose più sagge di Salvini»).
Prequel di una svolta da qui a un paio di mesi? Quel che è certo è che i sondaggi commissionati negli ultimi giorni dall’ex Cavaliere sulle aspettative degli elettori moderati gli hanno confermato quel che aveva previsto. E così lo ha spiegato in queste ore ai dirigenti di prima fascia di Forza Italia: «La nostra gente si aspetta da noi buon senso. Dunque, da questo momento in poi, i toni devono essere più sfumati, moderati, meno urlati e i contenuti più ispirati alla linea del Ppe».
Anche perché — ha continuato — «se copiamo i contenuti e i metodi della Lega, è chiaro che gli elettori preferiranno Salvini. Da lui invece dobbiamo prendere sempre più le distanze». Convinto che così potrà recuperare l’elettorato moderato in fuga da Fi anche perché impaurito dal mood barricadero. Con questa operazione, dai contorni ancora poco definitivi, Berlusconi innanzitutto punta a riaccreditarsi e a recuperare centralità sul piano nazionale: unico interlocutore di Renzi in una fase di emergenza, anche se per il momento non più seduto al tavolo delle riforme.
E in secondo luogo, l’ex premier vuole confermare la sua leadership italiana del Ppe, frontman dei leader popolari europei. E la dichiarazione di domenica, al di sopra delle parti, è stato un biglietto da visita in vista dell’appuntamento Ppe di Milano di giovedì e venerdì centrato proprio sull’immigrazione.
Intanto, la rifondazione del partito è iniziata. Ancora prima di sbarcare oggi a Roma, ieri da Arcore ha nominato Marcello Fiori (già coordinatore dei club Forza Silvio) responsabile degli Enti locali. Non ha ricevuto investitura ufficiale invece Andrea Ruggieri, ex avvocato e autore tv, nonché nipote di Bruno Vespa, inserito nello staff comunicazione con delega alle presenze tv, al fianco di Deborah Bergamini.