ignazio marino spazzatura monnezza

“IL SINDACO È L’ASSENTE CHE NON SI PUÒ CACCIARE”. IL DE PROFUNDIS DI “REPUBBLICA” PER IGNAZIO MARINO, CHE DAI CARAIBI SCRIVE GIÀ LE SUE MEMORIE. “MARINO COLPEVOLE? NO, ASSENTE. AL PUNTO CHE IN TEXAS POTREBBE RESTARCI SINO A NATALE E NESSUNO SE NE ACCORGEREBBE”

Francesco Merlo per “La Repubblica”

 

IGNAZIO MARINO AUTOBUS ATACIGNAZIO MARINO AUTOBUS ATAC

È così irrilevante che ormai anche le sue dimissioni sarebbero insignificanti. Si è perciò nascosto ai Caraibi per scrivere le sue memorie, libro dei sogni e canto del pastore errante. Ignazio Marino potrebbe rubare il titolo al film dei Fratelli Coen: L’uomo che non c’era . È infatti il loser che mai sta dentro la sua vita, «quella vita — dice il Marino del film — che mi ha servito delle carte perdenti o forse non le ho sapute giocare, chissà».

 

Dunque è drammaticamente ovvio che il sindaco-scrittore non sarà presente neppure giovedì prossimo quando il Consiglio dei ministri parlerà di lui ed esaminerà la monumentale relazione del prefetto Gabrielli, la cartografia e la sinossi di mafia capitale, il caso Roma insomma che, purtroppo, non ha la leggerezza fatua e struggente del caso Marino. Ha detto Renzi ad Orfini: «Il sindaco è l’assente che non si può cacciare». Speriamo che questa scrittura gli serva almeno come terapia perché davvero somiglia al barbiere di quel film che «non c’era soprattutto quando c’era».

 

IGNAZIO MARINO AUTOBUS ATACIGNAZIO MARINO AUTOBUS ATAC

Almeno adesso nel non esserci Marino ha la scusa dei Caraibi «dove il sole è più sole che qua...». Sempre l’altrove di Marino è quello delle canzoni e della commedia all’italiana, esotismo e fusi orari. Quando a Roma è mezzogiorno di fuoco lui dorme, come Paperino ad Honolulu che Paperone non poteva raggiungere perché l’uno si alzava quando l’altro si coricava. Dunque, dopodomani mattina quando di giorno a Roma il Consiglio dei ministri parlerà di lui, Marino scriverà di sé nella notte del Golfo del Messico, «mio diletto amore / non tramonta il sole / al Tahiti Bar».

 

Marino scrive. Da quando è sindaco ogni sera ha preso appunti su quadernetti di colore diverso: il nero per la mafia che non ha visto, il rosso per la rivoluzione che ha promesso, il giallo per i viaggi e per le fughe, il grigio per i giornalisti cattivi, l’arcobaleno per gli incoraggiamenti che ha ricevuto all’estero «dove — mi confidò — mi capiscono e mi applaudono per le stesse ragioni per cui a Roma mi fischiano».

ignazio marino spazzino 568187ignazio marino spazzino 568187

 

Per la verità nel novembre del 2014, quando scoppiò la rivolta della periferia di Tor Sapienza contro gli immigrati, il primo cittadino, che nei comizi elettorali aveva promesso di «trasformare Roma nella città dell’accoglienza», non si accorse di nulla e addirittura l’indomani mattina, mentre infuriava lo scontro, sempre più sconnesso con la realtà volò a Londra.

 

Andò per parlare di car sharing, di quelle auto che erano diventate la sua ossessione dopo la gaffe della Panda rossa, la sua utilitaria multata nove volte dal sistema automatico che registra gli ingressi delle auto nel centro storico. E ritirava una laurea ad honorem a Philadelphia nei lunghi giorni di ordinaria follia quando l’intera Roma inseguiva i tre rom che a Primavalle, su un’auto pirata, avevano travolto sette persone e ucciso sul colpo una povera donna.

IGNAZIO MARINOIGNAZIO MARINO

 

E quando i vigili urbani si diedero tutti insieme malati e scoppiò la rivolta dei certificati falsi, Marino era e rimase a Boston. Anche adesso è negli Stati Uniti, di nuovo a indignarsi attraverso Facebook: «Sono solo contro la mafia». E ha polemizzato con la prefettura e con la questura con post, telefonate, messaggi in bottiglia e lettere dall’esilio.

 

ignazio marino munge la muccaignazio marino munge la mucca

Anche di quel crimine estetico che è stato il funerale dello zio Casamonica ovviamente Marino non ha nessuna responsabilità. Certo, ha mancato gli aerei di ritorno, ha dimenticato che giovedì la sua Roma entrerà in sala operatoria per un intervento a cuore aperto, ma di nuovo è innocente, proprio come il barbiere dei fratelli Cohen che diceva di sé: «Sono un fantasma, non vedo nessuno e nessuno vede me».

 

Diciamo la verità, nella storia politica di Roma non c’era mai stata una vacanza di governo, un vuoto, un vacuo, un’assenza così candida come quella di Marino, marziano con la bici al posto dell’astronave, mai perseguito per qualche delitto ma sempre deriso per tutte le goffaggini, americano a Roma, sindaco delle buche, della sporcizia e del degrado epocale della capitale e ora anche scrittore autoenciclopedico, una nuova e inaspettata maschera romana, un incrocio tra Pierrot e Meo Patacca. «Se rimane Marino in tre anni se magnamo Roma» aveva profeticamete detto Buzzi, che de Roma è er capomafia.

er cecato ignazio marinoer cecato ignazio marino

 

Marino non s’era accorto che la Roma che lui non riusciva a governare era diventata «a mucca che amo munto tanto» né che i consigli comunali e le giunte «devono stare ai nostri ordini perché li pago e vaffanculo».

 

Non vedeva nulla ma intanto per scappare dalle Iene televisive cadeva dalla bici e mentre gridava ai giornalisti che aveva «cose ben più importanti di cui occuparsi» sbatteva la testa sullo stipite. Certo, non c’entra con quel funerale ma l’estetica dei Casamonica è la stessa di er Batman e delle famose feste con le teste di maiale. La volgarità pacchiana e funeraria del clan degli estortori e degli usurai è parente stretta di quella esibita nelle feste private e celebrata come un cult dal Cafonal di Dagospia... E come dimenticare la foto dei porci che grufolavano felici tra i cassonetti nel rione semiperiferico di Boccea?

 

luigi nieri   ignazio marino  luigi nieri ignazio marino

Lo stile di Roma è quello documentato da www. romafaschifo, con i ratti che hanno invaso il quartiere Prati, con le foto delle persone che defecano a cielo aperto dentro la stazione Termini... Casamonica più che zingarismo è neo romanesco, lo stile greve da cui gli italiani vorrebbero ormai allontanarsi, quello stesso che domina nei programmi televisivi.

 

Marino colpevole? No, assente. Al punto che in Texas potrebbe restarci sino a Natale e nessuno se ne accorgerebbe a parte i vignettisti e gli autori di satira che, comunque, sono anch’essi in difficoltà perché Marino è oltre l’ironia di Longanesi sul non esserci, sul non accorgersi e sull’arrivare tardi: «Spiacenti, il nostro inviato speciale si è perduto per causa pioggia».

 

ignazio marinoignazio marino

Perciò è insignificante chiedere che Marino si dimetta. Più chiaramente: la campagna per le sue dimissioni che la destra, al di là della demagogia, conduce con molte ragioni, è senza senso politico. Roma infatti è già senza governo, la città è esausta e non può certo permettersi le elezioni durante il Giubileo. E l’idea del commissariamento per mafia, con qualsiasi formula venisse mascherato, è improponibile per la capitale d’Italia. Non può arrivare a tanto il lungo oltraggio che la politica ha commesso contro la città più bella del mondo, rendendola via via corrotta, infetta, ladrona e da ultimo anche mafiosa.

 

francesca fagnani twitta il dalai lama che sbadiglia con ignazio marinofrancesca fagnani twitta il dalai lama che sbadiglia con ignazio marino

Scavalcato, messo tra parentesi, trattato con alzate di spalle e sguardi al cielo, Marino è commissariato sì, ma all’italiana: svuotato, reso superfluo e caraibico, espatriato in patria. Dunque Matteo Orfini gli fa da tutore politico. Franco Gabrielli, al suo posto, si occuperà del Giubileo. Malagò presidia la chimera delle Olimpiadi. La fiaccola della passione civile, di cui Marino fu tribuno di Roma, è passata nelle mani del Papa.

 

E si sa che su Roma il consigliere all’orecchio di Renzi è Francesco Rutelli. Certo, l’ideale sarebbe stata quella legge speciale che proponemmo già nello scorso giugno per sottrarre Roma al Campidoglio e affidarla allo Stato, come Berlino e come Washington. Il commissariamento all’italiana invece è l’ultima stravaganza andreottiana, è la politica fatta di nascosto, è il gioco delle ombre: The Man Who Wasn’t There .

ignazio marino vigileignazio marino vigileil sopralluogo di ignazio marino tra i cassonetti dei rifiuti 2il sopralluogo di ignazio marino tra i cassonetti dei rifiuti 2ignazio marino by bennyignazio marino by bennyIGNAZIO MARINOIGNAZIO MARINO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...