SINISTRATI - A LEGGERE LE SPESE DEL PD, SI CAPISCE PERCHÉ BERSANI NON VUOLE TOCCARE IL FINANZIAMENTO PUBBLICO (200 MILIONI € IN 4 ANNI): SOLO NEL 2010, 2 MLN PER VIAGGI E ALBERGHI, 5 MLN ACCANTONATI PER “ACCRESCERE LA PARTECIPAZIONE FEMMINILE” - MA LA VOCE DI SPESA PIÙ BELLA È “DOPOFESTIVAL DI SANREMO” - IL PARTITO A FORZA DI SPENDERE HA UN BUCO DI 43 MLN E IL TESORIERE AVVERTE: “SE RINUNCIAMO ALLA RATA DI LUGLIO, NON SOPRAVVIVIAMO”…
1- PRANZI E DOPOFESTIVAL: LE SPESE DEL PD
Wanda Marra per "il Fatto Quotidiano"
Cancellare del tutto i finanziamenti pubblici, destinati ai partiti - già drasticamente tagliati dalle manovre finanziarie del 2010-2011 - sarebbe un errore drammatico". Uniti nella lotta Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini la loro strenua difesa dei contributi erogati dalla Stato la mettono addirittura nella premessa alla proposta di legge che dovrebbe garantire la trasparenza e il controllo dei bilanci dei partiti.
E sulla quale chiedono "la legislativa" ovvero il voto direttamente in Commissione. Un iter lampo per "blindare" gli unici cambiamenti considerati sostenibili. E soprattutto evitare qualsiasi taglio ai soldi dello stato. D'altra parte il tesoriere del Pd, Antonio Misiani al Fatto l'ha detto chiaro e tondo: senza la rata di luglio i partiti chiuderebbero.
Il suo, di partito, ha 43 milioni di euro di disavanzo, anche se in 4 anni (2008-2011) ha ricevuto completamente 200 milioni di euro di (cosiddetti) rimborsi elettorali. Come? Rocco Gargano e Roberto Trussardi per MicroMega Bergamo hanno fatto un'analisi in cui evidenziano le voci che più saltano agli occhi del bilancio del Pd relativo al 2010.
Sotto il capitolo per viaggi, ristoranti, alberghi, spese di rappresentanza risultano spese per ben 2.165.138,00 di euro. Ancora più esoso l'affitto della sede nazionale, il Nazareno a Roma : 3 milioni, di cui 1.783.000 per regolazione di "poste pregresse". Una sede assai curata vista la cifra per vigilanza, assicurazioni e pulizia: ben 1.862.000,00 euro. Poi, ci sono gli stipendi: 12 milioni per 173 dipendenti, 17 giornalisti e 12 collaboratori. Oltre a 1.460.000 in collaborazioni e consulenze.
Venti milioni di euro se ne vanno per la campagna elettorale. Due paginette di iniziative varie e imprescindibili, come le "1000 piazze" o il "dopofestival a Sanremo". Non manca qualche altra chicca: per esempio, un accantonamento di 5 milioni di euro per le "iniziative volte ad accrescere la partecipazione delle donne alla politica".
Intanto, i territori soffrono: se i parlamentari sono tenuti a versare al partito 1.500 euro al mese delle loro indennità , gli eletti ai vari livelli dovrebbero contribuire in entità variabile alle spese delle federazioni e dei circoli. Ma la parola chiave è "contributo volontario". Raccontava ieri Libero che infatti spesso non lo fanno, soprattutto se sono praticamente certi di non essere rieletti.
Il Pd del Piemonte inserisce nello stato patrimoniale crediti non riscossi dai candidati per le regionali 2010 per 73.600 euro. Un caso tra i tanti. Spiega Felice Casson, parlamentare veneto: "So di una politica che non paga in Veneto. Ho chiesto che sia reso noto". Dopodiché? "Noi non possiamo rivalerci in nessun modo, visto che formalmente si tratta di contributi volontari".
Dunque , oggi l'Aula si prepara a votare sulla richiesta di legislativa del presidente della Camera sollecitata da ABC, che non vede scritta da nessuna parte la rinuncia alla tranche di luglio o la volontà di ridurre i finanziamenti. Oltre a prevedere il controllo sui soldi non da parte della Corte dei Conti, ma di un'Autorità e a lasciare l'ultima parola a Camera e Senato (e dunque il controllato controlla il controllore).
Se in 63 deputati si pronunciano per il no, si procede a un iter normale. Dirà di no la Lega (59 deputati ), mentre l'Idv voterà a favore, presentando degli emendamenti (per esempio, quello sulla rinuncia alla rata di luglio). I Radicali (che sono 6) subordinano il loro sì al fatto che la seduta finale venga data in diretta. Magari alla fine riuscirà il blitz: una legge fatta di gran carriera che cambia tutto per non cambiare la sostanza.
2- TESORIERE PD,I MILIONI DI LUGLIO CI SERVONO - ALTRIMENTI SI CHIUDE. DISAVANZO A 43 MLN, ABBIAMO SPESO TUTTO
(ANSA) - "Rinunciare all'ultima tranche dei rimborsi elettorali? Impossibile, i partiti chiuderebbero. Sarà una verità impopolare ma qualcuno deve dirla". E' quanto afferma al Fatto quotidiano, il tesoriere del Pd, Antonio Misiani. "Abbiamo un disavanzo di 43 milioni di euro", spiega Misiani che alla domanda se il Pd non sopravviverebbe senza l'ultima rata dei rimborsi, ammette: "Esatto. L'80,90% dei nostri introiti sono soldi pubblici e il problema non vale solo per noi. Il Pdl i soldi delle politiche del 2008 li ha tutti cartolarizzati, ovvero se li è fatti anticipare dalle banche. E' notizia risaputa. Tutti i partiti hanno bisogno di quella rata per sopravvivere".
Su come siano stati spesi i soldi, Misiani spiega: "Un partito vive sempre, mica solo in campagna elettorale. Quei soldi li utilizziamo per pagare l'attività politica, il personale. Il nostro bilancio è certificato e i rimborsi per le amministrative li trasferiamo sul territorio". "Le donazioni da privati - aggiunge - sono poche".
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