Oscar Serra per www.lospiffero.com
La casa è popolare, i redditi un po’ meno. Rischia di scoppiare un nuovo “caso Taverna” anche a Torino, o meglio a Collegno, dove la smemorata risponde al nome di Celeste D’Arrando, deputata del Movimento 5 stelle. L’onorevole grillina è stata pizzicata dall’Agenzia della casa di Torino per aver omesso negli anni 2016 e 2017 di informare una “mutata situazione reddituale”: dichiarati poco più di 7.500 euro, percepiti oltre 13mila. È quanto emerso in uno dei tanti controlli a campione che i tecnici dell’ente svolgono incrociando i dati comunicati dagli inquilini con quelli dell’Inps. Un errore veniale, probabilmente una dimenticanza. Che tuttavia non viene sanato nel 2017 e nemmeno nel 2018, anno in cui D’Arrando diventa parlamentare, incrementando ulteriormente le proprie entrate.
A rimetterci è stata la mamma dell’onorevole grillina, inquilina di un alloggio a Collegno, nel quale vive assieme alla figlia con cui costituisce un nucleo familiare. La signora, nei giorni scorsi, si è vista recapitare a casa una diffida dell’Atc nella quale si annuncia l’incremento del canone di locazione da 155 a 180 euro e la richiesta degli arretrati per i due anni precedenti, che ammontano a oltre mille euro.
laura castelli celeste d'arrando
Celeste D’Arrando ha 33 anni, è di Collegno, proprio come la sottosegretaria Laura Castelli di cui è amica e sodale politica; ed è stata lei a espugnare la cintura rossa di Torino alle scorse politiche, conquistandosi lo scranno a Montecitorio. Prima di diventare “portavoce” lavorava in un call center dal quale si è licenziata subito dopo essere stata eletta. Come si legge nel suo curriculum fa parte dal 2003 dell’Associazione inquilini Villaggio Leumann di cui è stata anche vicepresidente con la delega di mantenere i rapporti con il Comune e con l’Atc. Insomma, di certi temi dovrebbe essere avvezza.
Il regolamento dei canoni di locazione stabilisce che l’assegnatario è tenuto a comunicare tempestivamente all’ente gestore ogni variazione della propria situazione economica così da consentire l’adeguamento del canone di locazione. Possibile che la deputata pentastellata non ne fosse a conoscenza? Per il momento i rilievi fatti dall’Agenzia si riferiscono ai redditi del 2016 e del 2017 (emersi dalle dichiarazioni del 2017 e del 2018) e ancora non tengono conto di quelli dello scorso anno, anche se negli uffici di Atc è saltato all’occhio come in quasi un anno di mandato parlamentare, D’Arrando non abbia ancora comunicato un’ulteriore (presumibile) scatto reddituale.
E' noto, infatti, che i deputati hanno un’indennità lorda superiore agli 11mila euro al mese, senza contare i vari rimborsi e al netto di eventuali restituzioni come sancito dal regolamento interno del Movimento 5 stelle. Di tutto ciò, però, non v’è traccia nelle comunicazioni che la D’Arrando avrebbe dovuto fare all’Atc. E non è escluso che con un reddito tanto alto nei prossimi mesi la mamma della parlamentare rischi addirittura di perdere i requisiti per l’alloggio popolare.
Interpellato dallo Spiffero, il presidente dell’Agenzia torinese Marcello Mazzù prima prova a derubricare la questione – “Facciamo 10mila controlli all’anno” – poi ammette: “Ero a conoscenza di questa vicenda visto la delicatezza legata alla persona coinvolta. Di più non posso e non voglio dire”.
Durante questi primi nove mesi di mandato i riflettori si sono accesi su D’Arrando perché, da capogruppo M5s in Commissione Sanità (incarico figlio evidentemente della sua qualifica da operatrice socio-sanitaria), avrebbe provveduto materialmente alla schedatura di alcuni degli scienziati dell’Istituto superiore della Sanità considerati oppositori del governo gialloverde. In campagna elettorale dichiarava: “Mi batto per il diritto alla casa per tutti”.
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