SPREMUTA DI ARANCIONE - DE MAGISTRIS È AGLI SGOCCIOLI, PISA-PIPPA RISCHIA DI ESSERE TRAVOLTO DALLE INCHIESTE SULL’EXPO, ANCHE DORIA A GENOVA È NEI GUAI: PER I SINDACI ARANCIONI SI PROSPETTA UN AUTUNNO NERO

Mariateresa Conti per “Il Giornale

 

De Magistris TapiroDe Magistris Tapiro

Riempivano le piazze. Avevano sostituito il viola, colore del lutto cifra di riconoscimento del popolo dei movimenti anti Cav, con uno squillante arancione, simbolo di armonia, di fiducia, di speranza. E puntavano addirittura alla formazione di un partito. Ma come per un lavaggio poco accorto, a tre anni dalla loro trionfale elezione, il colore brillante dei sindaci arancioni non solo si è sbiadito, ma vira pericolosamente verso il nero. Nero, come i nuvoloni autunnali che da Napoli a Milano, da Genova alla Sicilia, si prospettano per le loro amministrazioni che, altro che miracolo, alla prova dei fatti si sono rivelate un flop.
 

Il caso più eclatante è certamente Napoli, e non solo per l'ultima resistenza di un Luigi de Magistris quasi irriconoscibile, tale è la foga con cui in questi giorni attacca i suoi ex colleghi giudici tentando di resistere pervicacemente alla legge Severino, che prevede che da condannato lasci la poltrona.

 

pisapia e cinzia sasso foto riccardo schitopisapia e cinzia sasso foto riccardo schito

I guai di Giggino, che in tre anni di amministrazione ha perso consiglieri e assessori, erano già abbondanti prima che la sentenza Why not gli desse il colpo di grazia. Ma non è che l'altro arancione doc, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, se la passi tanto meglio, dalle inchieste che via via hanno preso di mira Expo all'aumento della pressione fiscale, dall'emergenza sicurezza all'incapacità di gestire l'emergenza immigrati, con i profughi siriani, bambini compresi, che dormono sui cartoni alla Stazione centrale.

 

E anche un altro arancione doc, il sindaco di Genova Marco Doria, è in discrete difficoltà, tra contestazioni per lo stato del territorio e il rischio di una chiusura anticipata del mandato visto che in primavera in Liguria si vota per la Regione e a tanti piacerebbe un bell'election day, comune di Genova incluso. Per non parlare poi dei guai di simpatizzanti esterni del movimento arancione, quali il governatore di Sicilia Rosario Crocetta, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il primo cittadino di Messina Renato Accorinti. 

VENDOLA - DORIA - DON GALLOVENDOLA - DORIA - DON GALLO

 

Insomma, per i sindaci arancioni si prospetta un autunno nero. E non da ora. A scaricare i suoi pupilli, quasi un anno fa, era stata la rivista Micromega, che il 28 novembre del 2013, in un reportage intitolato «Rivoluzioni tradite?», significativamente scriveva: «Sono stati portati al vertice dell'amministrazione cittadina da grandi movimenti popolari, indignati contro casta e partiti, hanno suscitato enormi speranze di cambiamento. Ma quasi tutti hanno tradito le aspettative, il vento arancione si è estinto». E giù i singoli casi, da de Magistris «Scassanapoli» a Pisapia traditore delle speranze.
 

CROCETTACROCETTA

La misura di come il vento arancione, altro che vento, non sia ormai neppure una leggera brezza la dà il sito del Movimento: gli ultimi post si fermano, come d'incanto, a febbraio del 2013, al grande flop delle Politiche in cui il movimento appoggiava Antonio Ingroia premier e la sua Rivoluzione civile. Il partito dell'ex pm si sa che fine ha fatto, non è nemmeno entrato in Parlamento. E il movimento arancione, da lì in poi, è precipitato.
Eppure promettevano meraviglie, gli arancioni.

 

dario fodario fo

Ricordate Milano? I 50mila in piazza per l'elezione di Pisapia? E de Magistris neo sindaco esultante, la testa fasciata da una bandana arancione? I bagni di folla li avevano galvanizzati, complici anche arancioni vip come il Nobel Dario Fo e il cantautore Roberto Vecchioni, che per le amministrative 2011 si fece in due, esibendosi prima per Pisapia e poi per de Magistris. L'ex pm sindaco di Napoli era gasatissimo: «Io e Pisapia – diceva il 17 novembre del 2012 - siamo gli arancioni doc. Mettiamo in campo le nostre esperienze di sindaci a disposizione del Paese». E Pisapia preconizzava: «La vittoria del movimento arancione sarà la vittoria della buona politica e di un ampio schieramento del centrosinistra. De Magistris e io siamo l'emblema della buona politica».

Roberto Vecchioni Roberto Vecchioni

 

Com'è finita, prima al movimento arancione e adesso a de Magistris, è noto. Il viola, nel mondo dello spettacolo, è considerato un colore che porta iella. Ma l'arancione in politica, sicuramente, non ha portato fortuna.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)