paolo savona

TARGATO SAVONA - PINO CORRIAS FA IL RITRATTONE DEL MINISTRO DEGLI AFFARI EUROPEI (E QUASI DEL TESORO), DA MODIGLIANI A GUIDO CARLI, DALL'INNER CIRCLE DI COSSIGA ALLE TENSIONI CON DRAGHI. INTELLIGENCE, FINANZA, POTERI FORTI, UN PASSATO AMERICANO E UN PRESENTE FILO-RUSSO, DA PERFETTO BURBERO NON ORTODOSSO. C'ENTRA POCO COL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO, MA È UN PERSONAGGIO VERO IN MEZZO A TANTI CARTONATI

Pino Corrias per Il Fatto Quotidiano

 

E poi c' è Paolo Savona. In mezzo ai tanti cartonati del nostro sgangherato luna park politico, finalmente un personaggio vero. Uno che ha costruito l' Europa con l' inchiostro dei numeri, ma anche quello delle polemiche.

GIUSEPPE CONTE PAOLO SAVONA

 

Economista non del tutto ortodosso e persino antitedesco: "Non esiste una Europa, ma una Germania circondata da pavidi". Nazionalista fervente e persino filo russo: "Le sanzioni che gli Usa hanno imposto all' Europa di infliggere a Mosca sono ingiuste e nuocciono alla nostra economia".

 

Collezionista d' alti incarichi - dalla Banca d' Italia al Fondo Interbancario, da Confindustria a Gemina, passando per Impregilo, Unicredit, Bnl - mai disdegnando gli ingaggi, i benefit, gli uffici sontuosi. Di larga fede repubblicana, senza smentire quella massonica. Ministro dell' Industria nel governo Ciampi, anni '93 e '94.

 

PAOLO SAVONA E GIANCARLO ELIA VALORI

Esperto di intelligence, con tutto quello che ne consegue, compresa la delicata manutenzione delle connessioni internazionali, coltivate tra i velluti dell' Aspen Institute e altre segrete cose. Pieno di amici, compreso il burattinaio Gian Carlo Elia Valori, espulso dalla P2 , ma anche di nemici, talvolta cominciando da se stesso, colpa del cattivo carattere. E di certe intemperanze, anche nella vita privata, ultima la denuncia alla Rinascente che, nel centro di Roma, gli ha costruito due piani proprio davanti alle finestre del suo ufficio, cancellandogli la vista e il buon umore.

I BANCHIERI DI DIO PAOLO SAVONA ETTORE GOTTI TEDESCHI

 

Un sardo di Sardegna con massima considerazione di sé e con molte vite alle spalle, visti i suoi 82 anni, il più anziano ministro d' Europa in carica, dicastero degli Affari europei, conquistato arretrando da quello dell' Economia, suo primo incarico fortissimamente voluto da Matteo Salvini, il sovranista, ma sgradito al presidente Sergio Mattarella che quando vuole sa essere loquace. E specialmente a Mario Draghi, l' atermico sacerdote dell' euro, da cui lo divide una ruggine ben coltivata già nei primissimi corridoi della Banca d' Italia per temperamenti e orizzonti incompatibili.

 

CARLO JAN CON PAOLO SAVONA

Ai bei tempi coccolato da Guido Carli, il Governatore, e poi da Francesco Cossiga, il Presidente, le due sole maiuscole della sua carriera, iniziata nell' Italia a stelle e strisce del Dopoguerra, tutto da ricostruire, l' industria, le banche, la scuola, le élite destinate a governare la rinascita. E naturalmente a predisporre le transenne al comunismo che minacciava neve sul sole della Repubblica. "Sono un soldato", disse una volta a consuntivo della sua storia. Ed è vero anche nel dettaglio.

 

FIGLIA COSSIGA SALUTA PAOLO SAVONA

Il dettaglio è il mare di Cagliari, l' acqua dondolante del porto, dove il padre, maestro d' ascia, fabbricava barche da pesca, sotto l' arco capovolto della Sella del Diavolo. Tutto pregevole, ma angusto. E dunque, dopo la laurea con lode, la traversata dell' Atlantico per la specializzazione in Economia monetaria al Mit di Boston, dove insegna Franco Modigliani.

 

Ma prima il servizio militare nel Reggimento Leoni di Liguria con esercitazioni siglate OP , ordine pubblico, nella zona calda, cioè rossa, di Genova. "Il nostro compito - ebbe a raccontare - era liberare la sede della tv pubblica, nell' ipotesi di un attacco eversivo".

EX COSSIGA BOYS PAOLO SAVONA E RICCARDO RICCARDI

 

Siamo dalle parti di Gladio, cioè in quel doppio fondo della Repubblica, opportunamente segreto fino ai giorni del crollo del Muro di Berlino, a cui era ancorata l' Italia, con tutte le conseguenze del caso, i misteri, le affiliazioni. I segreti che selezionano i loro titolari e li conducono, spalla a spalla, lungo una strada comune, anche molto al di là delle apparenze.

PAOLO SAVONA

 

La strada di Savona, dopo la prima cattedra universitaria, è l' Ufficio studi della Banca d' Italia, anno 1963 - "sono arrivato primo al concorso, tra duemila candidati" - dentro la grande ombra di Guido Carli. Molte analisi, molti libri, la messa a punto del primo "modello econometrico" della economia italiana, che trasforma le ipotesi degli andamenti statistici in numeri e i numeri in interventi di programmazione.

 

Segue Carli in Confindustria, dove diventa direttore generale. Partecipa alla fondazione della Luiss. A fine Anni Settanta è convinto gli spetti il trono da Governatore, ma perde la corsa con Carlo Azeglio Ciampi, una delusione che negli anni crescerà come una ferita, come un rancore.

PAOLO SAVONA

 

Probabile gli abbia nuociuto il legame troppo stretto con Francesco Cossiga, sardo di opposta latitudine, sassarese. Eppure complementare: il suo secondo mentore, all' epoca già ministro dell' Interno con la kappa, poi penitente nel dopo Moro, al punto da somatizzarne in solitudine il dolore che non lo avrebbe abbandonato anche negli anni della risalita, ostinata fino al punto più alto della Repubblica, il Quirinale, dove esercitò il suo dominio prima in silenzio, poi con l' eccesso di parole, senza mai più trovare pace.

 

PAOLO SAVONA,VINCENZO VISCO,GIACOMO VACIAGO,TOMMASO PADOA SCHIOPPA E GIULIO TREMONTI

Savona faceva parte - con Giuliano Amato, Luigi Zanda e pochi altri - della sua cerchia più ristretta. Consigliere per l' economia, prima di tutto, in qualità di plenipotenziario del Credito Industriale Sardo.

 

Ma anche membro, con Franco Bernabè e il generale Carlo Jean, di un comitato per la riforma dei Servizi di sicurezza, il ricorrente dettaglio della sua storia. Arruolato da Cossiga in quel "corpo speciale delle élite" che agisce trasversale ai partiti, alle istituzioni, seleziona incarichi, li incassa, ma sempre nell' interesse della Nazione.

 

Che talvolta non esclude il proprio. Come negli anni fastosi in cui Savona asseconda le avventure economiche di Cesare Romiti, di suo figlio Piergiorgio, in Impregilo, il colosso delle costruzioni, e finirà indagato per i bilanci che non tornano, cavandosela con la prescrizione del reato di aggiotaggio. Ma intanto vivendo alla grande, ricchi emolumenti, estati in villa a Porto Cervo, proprio lui che per formazione e understatement, le passava in famiglia - una moglie, un figlio designer, una figlia archeologa - nelle barraccas, le case di legno, canne e fascine di fiume, costruite davanti al mare di Sinis, golfo di Oristano.

paolo savona lorenzo fontana

 

Gli piace definirsi un "Ulisse legato all' albero della nave", dunque curioso di ogni nuova traversata. Ma in pochi si aspettavano che proprio lui, incarnazione dei poteri forti fino all' ultimo bottone delle sue giacche troppo chiare, avrebbe compiuto l' azzardo di salpare a bordo con chi ha dichiarato guerra a quei poteri. La nave dei barbari, anzi dei pirati, che d' abitudine neanche nomina, chiamandoli "queste nuove forze popolari". Attribuendosi il compito di "incanalarle verso la cautela, la prudenza la serietà".

 

luigi di maio, giuseppe conte, lorenzo fontana e paolo savona

Offrendo in pegno (persino) il suo ravvedimento operoso dal fondo speculativo Euklid, basato a Londra, dove deteneva 50 mila azioni, oltre alle funzioni di vertice. E dichiarando di possedere 1,3 milioni di euro in un conto in Svizzera, i maledetti euro di cui l' Italia potrebbe sbarazzarsi secondo il suo famoso "piano B", ma pur sempre buoni per vivere nell' attuale piano A. Tutto legale, ma sommamente inopportuno per un ministro euroscettico. Specie se a scoprirlo è il Corriere della Sera a cui però ha negato ogni commento.

 

Nella sua autobiografia - Come un incubo, come un sogno - dice che il piano B per uscire dall' euro è solo un' arma pronta per il negoziato, migliorare il cappio di Maastricht, non per fare fuoco. Ci mancherebbe. E a riprova delle sue quiete intenzioni aggiunge di sentirsi "il nonno di questo governo". Bruxelles per il momento gli crede, ma non distoglie gli occhi, sapendolo assai più imprevedibile dei suoi nipoti.

paolo savona e giorgio la malfa (2)paolo savona alberto bagnaicossiga e andreottiNAPOLITANO ANDREOTTI COSSIGA PRODI franco bernabepiergiorgio romiti con la moglie antonellacesare romiti e piergaetano marchettipaolo savona (6)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?