TASSE A 5 STELLE: PER PAGARE LE IMPRESE AUMENTANO L’IRPEF DEI LAVORATORI CON L’OK DI GRILLO

Da IlFattoquotidiano.it

Nuovo colpo in arrivo per le tasche degli italiani. Mentre il Parlamento approva la revisione dei conti pubblici, aprendo la strada allo sblocco della prima tranche di 40 miliardi di euro (su un totale che sfiora i 150 miliardi) che la Pubblica Amministrazione deve alle imprese italiane, è arrivata puntale l'ipotesi di una tassazione extra dei contribuenti per adempiere al pagamento: l'anticipo al 2013 dell'aumento dell'Irpef previsto per il 2014. Nel mezzo il monito della Commissione Ue che ha fatto sapere che l'Italia non avrà nessuna deroga temporale rispetto agli obiettivi di riduzione del deficit.

Dopo giorni di dubbi e trattative, anche il M5S ha firmato insieme agli altri gruppi la risoluzione unica alla Camera e al Senato in occasione dell'esame dell'aggiornamento dei conti pubblici e quindi del Documento di economia e finanza (Def) che contiene le necessarie correzioni di finanza pubblica per permettere i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. Al Senato, sempre il Movimento 5 Stelle ha prima ritirato la propria risoluzione per poi appoggiare quella unitaria, a firma Bubbico (Pd).

Enrico Cappelletti (M5s) ha spiegato all'Aula di Palazzo Madama le motivazioni: "Nel programma del Movimento diciamo che occorrono misure immediate per il rilancio delle Pmi", e questo provvedimento "affida 40 miliardi di linfa vitale alle imprese". Il M5S, però, si "riserva di presentare eventuali successivi emendamenti al decreto del governo" atteso per mercoledì, qualora se ne presentasse la necessità.

Sono numerosi i punti sui quali i partiti, incluso il M5S, hanno chiesto l'impegno del governo: si va dalla richiesta di allentare i vincoli del patto di stabilità almeno per i comuni, a quella di adottare il decreto legge per lo sblocco dei pagamenti, fino alla richiesta della "costruzione di un vero bilancio federale".

La risoluzione, che porta la firma di Pd-M5S-Pdl-Sel- Lega-Scelta civica e Centro democratico, si occupa nel dettaglio delle misure legate ai pagamenti della pubblica amministrazione, mettendo l'accento sulla necessità di dare priorità alle imprese rispetto alle banche (così come sollecitato da Pd e M5S), tema che nei giorni scorsi aveva rischiato di far saltare la risoluzione, senza dimenticare il richiamo alla trasparenza.

La palla è passata quindi al governo che mercoledì mattina riunirà il Consiglio dei Ministri proprio per l'esame del decreto legge in materia di pagamenti da parte della pubblica amministrazione. Secondo le ipotesi sul tavolo, però, una parte dei fondi potrebbe arrivare dalle regioni anche da un anticipo a quest'anno della maggiorazione dell'addizionale Irpef prevista a partire dal 2014. Una mossa che permetterebbe di reperire almeno parte delle risorse da destinare alle imprese, a cui verrebbero quindi girati i maggiori incassi degli enti.

Sul testo sono tuttavia ancora al lavoro i tecnici e non sono escluse modifiche.
L'intervento del governo sarà "rapido", ha assicurato il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, ma avrà come limite "invalicabile" quello di mantenere il deficit sotto il 3 per cento. Per questo la soglia del 2,9% indicata nell'ultima versione del Def deve essere "salvaguardata" e mai superata. Pena appunto l'intervento di Bruxelles. I pagamenti di debiti di parte capitale, compresi quelli delle Province in favore dei Comuni, maturati al 31 dicembre 2012, verranno quindi innanzitutto esclusi dai vincoli del patto di stabilità interno.

Nelle promesse, la priorità assoluta verrà data alle imprese piuttosto che alle banche, alle quali andrà, come indicato dallo stesso ministro solo prima di Pasqua, una parte "minoritaria" dei 40 miliardi. La cifra verrà ripartita tra Stato, sanità e Regioni, Province e Comuni: agli enti locali, ha spiegato Grilli, andranno 12 miliardi nel 2013 e 7 miliardi nel 2014, alla sanità 5 miliardi nel 2013 e 9 miliardi nel 2014 e allo Stato 7 miliardi in due anni.

 

GRILLO LOMBARDI CRIMI VITTORIO GRILLI Filippo BubbicoGRILLI MONTI

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...