TRAGEDIA GRECA - ATENE VERSO LA RESA: MIGLIAIA DI MUTUI NON PAGATI, A SCUOLA NIENTE LIBRI, SI STUDIA SULLE FOTOCOPIE - SOLDI PER STIPENDI E PENSIONI FINO A OTTOBRE - ALLA RABBIA È SUBENTRATA LA RASSEGNAZIONE. NESSUNO PROTESTA PIÙ: LE TENDE DEGLI INDIGNATI GRECI, SONO SPARITE DI FRONTE AL PARLAMENTO. AL LORO POSTO MARIA, CON UN BEL CAPPELLO DI PAGLIA, VENDE I BIGLIETTI DELLA LOTTERIA…

Ettore Livini per "la Repubblica"

Stefanos ha sei anni, un caschetto di capelli neri fresco di barbiere e lo sguardo deluso. «Io l´avevo avvisato di non farsi illusioni», dice sua madre, Heleni Xenakis, di fronte al portone delle elementari di Kalamaki al primo giorno di scuola. Lui ci aveva sperato lo stesso fino all´ultimo. Ieri mattina ha messo nello zainetto verde di Gatto Silvestro l´astuccio, le matite colorate, il temperino e il diario. Lasciando lo spazio per i libri di testo che sognava da mesi, gentile omaggio - come capita da 50 anni - dello Stato.

Invece niente. Le casse del Paese sono vuote, le maestre non hanno ricevuto i volumi e Stefanos - come 1,3 milioni di studenti ellenici - ha dovuto mettersi il cuore in pace: per qualche settimana («o mese», dice scettica la mamma) dovrà arrangiarsi a studiare sulle fotocopie.

La tragedia greca non è solo una storia di indici di Borsa e algide altalene di numeri. Qui ad Atene la crisi ha il sapore amaro dei guai della vita quotidiana: i testi scolastici che non ci sono, i conti in banca in rosso, i mutui e le bollette non pagate. Stefanos - come tutti alla sua età - dimentica in fretta. I suoi insegnanti, invece, hanno ben altre gatte da pelare.

«Due anni fa il nostro stipendio medio era di 1.250 euro - dice Ilias Iliapoulos, maestro elementare diventato oggi numero uno dell´Adedy, il potentissimo sindacato dei dipendenti pubblici - Ora nella busta paga a fine mese arriviamo a stento 950». E non è finita. Il Fondo monetario e Bruxelles fanno la voce grossa. Nelle casse dello Stato (altro che stampare libri) ci sono a stento i soldi per pagare gli stipendi fino a metà ottobre. E in arrivo a scuola, puntuale come un incubo, c´è l´ennesima tornata di sacrifici: «Il 30% di noi perderà il posto di lavoro», vaticina Iliapoulos.

«E´ l´amara medicina che dobbiamo mandar giù per garantire un futuro ai nostri giovani», ripete come un mantra il premier George Papandreou. Peccato che la terapia, per il momento, abbia solo aggravato le condizioni del malato.

«Io mi sento come un limone spremuto - racconta seduto a un bar della Plaka, sotto l´Acropoli, Antonios Petropoulos, 53 anni e un bel posto di lavoro (in apparenza) come impiegato del municipio di Atene - Prima mi hanno ridotto la busta paga di un quarto dalla mattina alla sera, poi mi hanno tolto quattordicesima e bonus, quindi hanno iniziato a spostarmi in avanti la pensione». Sperava di aver dato abbastanza sangue. Invece no. «Stamattina apro i giornali e scopro che dovrò pagare altri 280 euro l´anno per la tassa sugli immobili. I soldi che avevo da parte per l´università di mia figlia».

Stavros Patriakos è fermo davanti al banco del pesce nel mercato centrale. Gli occhi si stanno già mangiando un plateau di gamberoni da sogno, rossi e freschissimi. Peccato per il cartellino del prezzo: 14,3 euro al chilo. Roba da mandare in default il suo conto in banca. «Ogni mattina apro la posta con il cuore in gola - dice - Lavoro alla biblioteca di Moschato e so che da un giorno all´altro il governo potrebbe mettermi nelle "Riserve della Repubblica"».

Suona come una promozione. E´ esattamente l´opposto. Nei prossimi mesi 140mila dipendenti statali verranno trasferiti in questo limbo dal nome pomposo. Il 40% di loro - ha promesso l´Esecutivo - troverà subito un nuovo impiego nel settore pubblico. Gli altri manterranno per 12 mesi il 60% dello stipendio. Poi verranno abbandonati al loro destino, senza lavoro e senza busta paga in un Paese dove la disoccupazione è già salita in un anno dall´11 al 16%.

«Sa cosa stanno facendo? Una svalutazione al contrario - ride amaro Patriakos - Non possono ridurre il valore dell´euro e allora ci ridimensionano le entrate. Tra poco saremo competitivi con i cinesi! Peccato che i prezzi al mercato non siano scesi di un centesimo, anzi».

Lui fa di necessità virtù. «Le consiglio le sardine - strizza l´occhio che fino a un minuto prima moriva dietro ai crostacei - Ottime». E soprattutto 1,99 euro al chilo.
Così fan tutti. Non ci sono soldi? Non si consuma. E la crisi si avvita su se stessa. Il pil greco è crollato del 7,3% nel secondo trimestre. Lo Stato è costretto a rifare i conti. E i sacrifici si sommano ai sacrifici.

Peccato che la fine del tunnel, invece che avvicinarsi, sia sempre più lontana. Antonios, proprietario di un negozio di abiti per cerimonia da bambini e di culle a Monastiraki, è un termometro di mercato più attendibile di un credit default swap. «Prenda i vestiti da battesimo come quello lì, roba da 250 euro - dice indicando una bellissima nuvola di pizzi e tulle ricamati a mano - Due anni fa in vetrina avevo solo quelli e nessuno voleva niente di meno».

Oggi sono impilati al buio in fondo al magazzino e in esposizione ci sono i modelli low-cost made in China da poche decine di euro. E lo stesso comprano in pochissimi». Vero. Le vendite al dettaglio sono crollate del 10,7% ad agosto. I saldi estivi sono andati in porto (si fa per dire) con un - 25%. Ad Atene hanno chiuso due negozi ogni 10. Ma i numeri più brutti sono quelli che misurano la disperazione della gente: i suicidi sotto il Partenone - una volta una rarità - crescono a tassi a due cifre.

«Le telefonate di persone in forte difficoltà economica sono raddoppiate rispetto al 2010», conferma Kyrikos Katsadoros, psichiatra e responsabile del servizio di sostegno telefonico del ministero della Sanità. Il 22% dei greci ha smesso di pagare le rate dei prestiti bancari. E la situazione rischia di precipitare a fine anno, quando scadrà un provvedimento che impedisce alle banche di confiscare le case sotto i 200mila euro di valore se non vengono onorati i mutui.

Fino a quando si potrà tirare la corda? Il 90% dei cittadini ellenici non ne vuole sapere di nuovi sacrifici, dicono i sondaggi. Molti sognano il ritorno alla dracma. In piazza però non protesta più nessuno. Le tende degli Aganaktismenoi, gli indignati greci, sono sparite da Syntagma, di fronte al Parlamento. Al loro posto Maria, con un bel cappello di paglia, vende i biglietti della lotteria.

«Primo premio 2,5 milioni», promette un cartello. Peccato che Fortuna, la dea bendata, l´abbiano inventata i romani. La Grecia, oggi più che mai, è la patria della tragedia.

 

Il premier greco PapandreuCrisi Economica Greca LatuffLA GRECIA ANNEGA poverta'ACROPOLIS NOW - Grecia CrisiSALVATAGGIO GRECO

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…