Estratto - Marco Travaglio per il Fatto Quotidiano
(…) Se questi dati ancora provvisori fossero confermati, potremmo già salutare alcune patacche che hanno infestato la campagna elettorale: la pompatissima rimonta di B. era un bluff (che l' ex Caimano fosse bollito non lo diceva nessuno, ma lo vedevano tutti); il ritorno del governo Gentiloni, visti i numeretti del suo partito, sarebbe possibile solo con i carri armati, o col tris di Napolitano al Quirinale; le larghe intese Pd& FI con centrini e bonini vari non arrivano al 50% dei seggi nemmeno se comprano qualche leghista e qualche fuoruscito pentastellato; l' invincibile armata di centrodestra e il suo conducator atterrato da Bruxelles a Fiuggi Antonio Tajani è ben lontana dall' obiettivo del 40%; la finta sinistra di Emma Bonino, che un tempo si faceva eleggere con il partito di Dell' Utri e faceva gruppo in Europa con Jean Marie Le Pen, era una bolla mediatica.
Il quadro che sembra emergere è piuttosto chiaro. I 5Stelle sono oggi quello che fu la Dc nella Prima Repubblica, poi Forza Italia nei primi anni 2000 e infine il Pd nell' ultimo quinquennio: il partito-capotavola che dà le carte. Hanno, da soli, la somma dei voti del Pd e di FI . Quindi nessuna maggioranza di governo è possibile senza di loro.
E questo li carica di una responsabilità forse eccessiva per le gracilissime gambe di quello che ancora appare un gigante dai piedi di argilla. Si spera che, smaltita la sbornia da festeggiamenti, si calino subito nella nuova parte che gli elettori hanno loro affidato. Cioè che evitino di crogiolarsi nel mare di voti che hanno preso. Rinuncino alla tentazione di pretendere da Mattarella l' incarico per fare un improbabile governo "con chi ci sta", cioè al buio. E comincino a lavorare per rendere possibile un governo alla luce del sole con chi sentono più vicino alle loro sensibilità e a quelle dei loro elettori, ma soprattutto ai bisogni dell' Italia.
VIGNETTA BENNY TRAVAGLIO INGINOCCHIATO DAVANTI A GRILLO LE FEMEN ASSALTANO BERLUSCONI AL SEGGIO
La soluzione più facile è un governo dei due vincitori: Di Maio e Salvini. Ma sarebbe anche un suicidio: il grosso del gruppo parlamentare pentastellato viene dal Centro-Sud, difficilmente compatibile con gli sfasciacarrozze nordisti. La soluzione più difficile, ma anche più auspicabile, è un governo 5Stelle-centrosinistra con la parte antirenziana del Pd e LeU (la stessa area culturale da cui provengono tutti gli aspiranti ministri annunciati da Di Maio). Si dirà: ormai il Pd è il PdR, il Partito di Renzi. Ma siamo certi che, dopo questa scoppola, lo sia ancora per molto?
luigi di maio sergio mattarella
Di Maio ha in tasca una carta formidabile, se sa giocarsela bene: senza di lui non si fanno governi; Mattarella tutto vuole fuorché tornare alle urne con la stessa legge elettorale; in Parlamento chi ha appena arraffato una poltrona tutto desidera fuorché rimetterla in discussione tornando al voto, col rischio di perderla al prossimo giro; se si ripiomba nelle urne per il no di tutti partiti a Di Maio, i 5Stelle la prossima volta possono arrivare al 40%.
Forse nel Pd gli Orlando, i Cuperlo, gli Zingaretti e magari anche Letta e Prodi potrebbero comprendere la convenienza di ciò che Emiliano e Bersani propongono da tempi non sospetti: rottamare il sedicente Rottamatore e lavorare a un nuovo centrosinistra insieme a LeU sulle macerie lasciate da Renzi e intanto dare il via libera a un governo di scopo e di cambiamento su pochi punti: legge elettorale, riforme sociali - dal reddito di cittadinanza per chi cerca lavoro alle maggiori tutele per chi lavora alla riforma della Fornero per chi va in pensione -, lotta all' evasione e alla corruzione, opere pubbliche utili ad alta occupazione al posto di quelle inutili, costose e a bassa occupazione.
Cioè l' esatto contrario di quel che si è visto negli ultimi 25 anni. Che poi è ciò che chiede la stragrande maggioranza degli elettori. Di tutti i colori.