TRE BADANTI PER UN BEBÈ - OLTRE A GABRIELLI CHE SARà SINDACO-OMBRA, MARINO SARÀ VIGILATO DA CANTONE PER GLI APPALTI DEL GIUBILEO E DA SILVIA SCOZZARI, CHE LO AVEVA MOLLATO SBATTENDO LA PORTA, PER IL DEBITO - RUTELLI: ROMA È TORNATA AD AVERE DUE CONSOLI DOPO 2MILA ANNI. LO SCIOGLIMENTO DEL MUNICIPIO DI OSTIA PER MAFIA È MOLTO GRAVE, È PIÙ GRANDE DI TUTTI I COMUNI FINORA SCIOLTI''
1. ROMA: RUTELLI "DOPO DUEMILA ANNI TORNA AL CONSOLATO"
"Sul piano istituzionale si potrebbe dire che Roma dopo duemila anni torna al consolato". Lo ha detto Francesco Rutelli ospite questa mattina di Rainews24. "Fu Augusto - ricorda l'ex sindaco della capitale - che soppresse i Consoli che avevano iniziato a governare nel sesto secolo A.C. Ora a Roma sono in due a doversi preoccupare della citta'. Erano duemila anni che Roma non aveva al vertice due figure".
I TRE SINDACI RUTELLI VELTRONI MARINO AL FUNERALE LAICO DI ARNOLDO FOA FOTO LAPRESSE
Nell'intervista a Rainews24 l'ex sindaco della capitale ha anche ribadito che "lo scioglimento per mafia della Capitale sarebbe stato un evento epocale e ingiustificato". Per Francesco Rutelli "e' estremamente grave lo scioglimento del municipio di Ostia che da solo e' piu' grande di tutti i comuni che sono stati sciolti in Italia per la stessa fattispecie mafiosa".
2. MARINO SOTTO TUTELA: GABRIELLI BADANTE E UNA RENZIANA AI CONTI
Laura Cesaretti per “il Giornale”
L a formula per indorare la pillola è stata trovata: «modello Expo». A Roma si farà come si fece a Milano, affidando i poteri di supervisione al prefetto Gabrielli, in vista del Giubileo.
Renzi ha firmato il decreto che dà a Gabrielli il compito di «raccordo operativo» con il Comune. E ha anche nominato commissario alla gestione del debito della Capitale Silvia Scozzese, l' ex assessora renziana entrata in collisione con Marino.
Un raffinato dispetto al sindaco, che sente telefonicamente Gabrielli, e fa sapere da oltreoceano di essere «soddisfatto per le decisioni del governo» «Non ci sentiamo commissariati noi, come non si sentirono commissariati Pisapia e Maroni», dice l' assessore romano alla Legalità Alfonso Sabella, cui ieri - in assenza di Marino - è toccato fare il giro delle tv per dare la versione del Campidoglio.
La versione del governo è stata invece affidata al ministro dell' Interno Alfano e al sottosegretario di Palazzo Chigi De Vincenti: Renzi, al termine del Consiglio dei ministri, si è ritirato nei suoi uffici e ha mandato loro in sala stampa. Nessuno scioglimento per mafia della Capitale, opzione palesemente impercorribile: «Sulla base degli elementi forniti nella relazione del prefetto Gabrielli, abbiamo proposto lo scioglimento di un municipio, quello di Ostia», ha annunciato Alfano.
Che ha poi spiegato che Gabrielli è stato incaricato di «pianificare insieme al sindaco interventi di risanamento in otto ambiti, in particolare nei settori dell' amministrazione risultati più compromessi con Mafia Capitale: il verde pubblico e l' ambiente, l' emergenza abitativa, l' immigrazione, i campi nomadi».
Nessun «commissariamento», assicurano dal governo, ma «un ruolo di raccordo operativo con il comune analogo a quello che il prefetto di Milano svolge su Expo», ha aggiunto De Vincenti.
La sostanza, però, resta quella che Matteo Renzi aveva deciso da tempo e che da tempo era nota: il sindaco della Capitale viene messo sotto tutela e avrà bisogno del timbro del Prefetto anche per le operazioni di "ripulitura" delle Direzioni comunali più inquinate.
Operazioni che, dicono nella stessa giunta, prefetto o non prefetto resteranno difficilissime, e non certo per mancanza di volontà da parte del Campidoglio: «Il problema - spiegano - non è la rotazione dei dirigenti, che già abbiamo in parte messo in atto. L' inquinamento è molto più esteso, anche ai livelli bassi dell' apparato comunale: occorre incidere in profondità, e bisognerebbe poter buttare fuori le mele marce». Facile da dire, difficilissimo da fare, vista la legislazione sul lavoro nella Pubblica amministrazione: «Noi licenziamo, ma appena il licenziato fa ricorso al giudice del Lavoro, quello lo reintegra. Con tanti saluti al prefetto».
Quanto al Giubileo, gli appalti - con tempi «dimezzati» per le gare, vista l' urgenza - li farà il Comune, con la supervisione dell' Anac diretta da Raffaele Cantone. «Il governo è convinto che Roma ce la possa fare e ce la farà», dice ottimista il sottosegretario De Vincenti. E assicura - promessa o minaccia che sia alle orecchie di Marino - che «il governo affiancherà il Comune, perché siamo tutti consapevoli che il successo del Giubileo è il successo del Paese».
Quanto all' assenza del sindaco, la risposta è diplomatica: «Il Comune di Roma è stato perfettamente attivo, con il vicesindaco Causi che svolge al meglio il suo compito». In attesa che il sindaco rientri, al Campidoglio si rimboccano le maniche: «Ora la palla è tutta nostra - dice l' assessore alla Mobilità Stefano Esposito - se sbagliamo non ci sono giustificazioni».
3.DALLA EAST COAST IL SINDACO SEGUE IN STREAMING: VA TUTTO BENE
Ernesto Menicucci per “Corriere della Sera”
IGNAZIO MARINO SUB ALLE BAHAMAS
Dicono che negli States, quando di là erano le nove e mezza circa e in Italia Angelino Alfano aveva appena detto che «non ci sono gli estremi per commissariare il Comune di Roma», Ignazio Marino, che ha seguito la conferenza stampa di Palazzo Chigi in streaming, abbia esultato: «È quello che abbiamo sempre detto. Ora possiamo cominciare a lavorare».
E le polemiche sul mancato ritorno, sui giorni alle Bahamas, sulle ferie caraibiche? Come sempre, quando finisce in un ciclone, il sindaco reagisce con un' alzata di spalle: «Da chirurgo passavo 12 ore in sala operatoria, non mi spavento mica», la frase ricorrente.
Neppure la «tutela» politica che il governo gli ha messo sopra la testa lo ha sconvolto: «Con questo prefetto c' è un ottimo rapporto. Con Cantone siamo stati noi a fare un protocollo sugli appalti. E Silvia è stata in giunta con noi fino a un mese fa», il pensiero. E poco importa se il ruolo di Gabrielli somiglia a quello di un «sindaco ombra», se la Scozzese sia andata via sbattendo la porta, se il ruolo di Cantone è lo stesso già sperimentato con l' Expo.
Marino è fatto così, chi lo conosce lo sa bene: la realtà è quella che appare davanti ai suoi occhi, e c' è sempre un modo per raccontarla. Il sindaco, allora, si dice «soddisfatto per le decisioni del governo». Intanto perché «si è tolta l' ipotesi dello scioglimento e si è chiarito che le infiltrazioni mafiose che hanno inquinato l' amministrazione durante la consiliatura di Alemanno hanno incontrato un muro di discontinuità con la mia giunta».
E poi perché «si dà finalmente il via alle misure per il Giubileo a cui la mia amministrazione lavora già da mesi». Con Gabrielli «c' è una collaborazione seria e leale», le parole di De Vincenti «mi hanno fatto piacere», quelle di Alfano «spazzano via chiacchiericci e rumor».
Tutto va bene, anzi tutto è andato sempre bene: «Siamo stati due anni a snidare e colpire il male, perché il bene della città è la nostra stella polare. La mia amministrazione è determinata, in stretta collaborazione col presidente del Consiglio Renzi e con il governo, a realizzare tutto ciò che servirà alla buona riuscita del Giubileo».
Una nota lunga, verbosa, dettata al telefono ai suoi «comunicatori» dopo le telefonate con lo stesso Gabrielli, con Alfano, col vice Marco Causi, con Alfonso Sabella, col commissario romano del Pd Matteo Orfini. Marino è su di giri, ride, scherza, rilancia: «Certo che ora sarà una corsa...Ma ce la faremo, vedrete».
E le immersioni (per le quali va matto: lo dimostra la foto sul suo desktop, la stessa che gira da qualche giorno su alcuni quotidiani) ai Caraibi? Per Marino, quelli, sono «impegni familiari inderogabili». Perché, spiegano i collaboratori, «d' estate ha bisogno di staccare: prendersi un po' di tempo, riflettere, scrivere». E stare con la famiglia.
Con la moglie, la signora Rossana, quella che gli consigliò di non fare il sindaco, assurta agli onori delle cronache per la vicenda della Panda rossa che viaggiava senza pass per il centro storico. E con la figlia, Stefania, che vive a Londra, dove Marino va appena può. Dicono che il sindaco abbia fatto il diavolo a quattro con la Questura per ottenere di andare in ferie senza scorta: «Altrimenti - dice chi gli è molto vicino - sarebbe stato un incubo: la spiaggia presidiata, i vicini di ombrelloni che si lamentano...».
E così gli Usa. Prima New York, dove il 16 agosto ha visitato al Guggenheim una mostra sullo storytelling nell' arte. Poi i Caraibi, infine di nuovo la East Coast, quella prediletta da Marino, che ha lavorato a Philadelphia, università di Jefferson (ne conserva ancora la casella di posta elettronica, pur non avendo più incarichi ufficiali). Marino, Oltreoceano, si sveglia presto, legge le mail e i messaggi whatsapp che arrivano da Roma («in tempo reale», dicono i suoi), si mette al computer e scrive.
Un libro di memorie, sui suoi due anni da primo cittadino. Pamphlet potenzialmente esplosivo, se dovesse usare gli appunti dei suoi quadernini colorati. Lì nasconde segreti, pizzini, piccoli verbali dei colloqui coi dirigenti del Pd che - in due anni - gli avranno pur chiesto qualcosa. Una guerra di messaggi in codice, di veleni. Nel Pd qualcuno giura: «Lui ha i quaderni, ma pure noi abbiamo qualche appunto...». Vai a capire cosa è vero. Al momento, comunque, il libro è solo nella testa di Ignazio.
Al punto che la sua agente, Rosaria Carpinelli (la stessa, tra i tantissimi, di Gianrico Carofiglio: fu proprio Marino a presentargliela, quando i due erano senatori), dice: «L' ho letto anch' io sui giornali». Che il libro sia una boutade? Chissà. Le vacanze americane di Marino stanno per finire (dovrebbe rientrare il 2 settembre) ed è a quel punto che si faranno i conti.