TRONCHETTI REPLICA ALLE ACCUSE DI EU-GENIO SCALFARI: NON SONO UN INTERCETTATORE. NON LO DICO IO, MA GUIDO ROSSI NEL 2006 E I MAGISTRATI NEL 2008”

Lettera a "la Repubblica" di Marco Tronchetti Provera

Gentile dottor Scalfari, nel commento, "Se vince Grillo il paese va a rotoli", lei ha scritto: "... il capo di un'agenzia di informazioni che aveva ottenuto un contratto operativo dalla Telecom di Tronchetti se ne avvalse per ascoltare alcune utenze private che potevano interessare uno dei dirigenti dei Servizi segreti italiani... Ci fu un processo che durò alcuni anni arrivando ad una sentenza di condanna per Tavaroli (titolare dell'agenzia) e la sua squadra. Tronchetti fu condannato per la ricettazione di un dossier...".

Affermazione non troppo diversa proprio da quella rilasciata da Beppe Grillo il 28 ottobre scorso in Senato: "siamo intercettati, non è mica una novità. Già ai tempi di Tronchetti Provera lo eravamo, c'era un palazzo intero.... Noi siamo sempre stati intercettati, ma andiamo verso qualcosa che ci coglie impreparati, una realtà che ti viene cucita addosso e un po' ne ho paura".

Piaccia o no Telecom Italia, dove Tavaroli lavorava come dipendente, le intercettazioni non le ha mai fatte. Non lo dico io, ma Guido Rossi nel 2006 e i magistrati fin dal 2008. Eppure la falsa verità del "Tronchetti intercettatore" mi è stata "cucita addosso". Non basta che il pm Napoleone abbia dichiarato: "... la notizia dell'esistenza di una centrale interna a Telecom Italia dedita a intercettare illegalmente numerosissime persone..., pur non sorretta da accertamenti giudiziari, risulta essere stata diffusa dai media in modo così capillare e reiterato da generare in tutta l'opinione pubblica il convincimento della sua veridicità al punto da coinvolgere in simile suggestione collettiva anche molti settori delle istituzioni che... hanno confuso in atti ufficiali la raccolta illegale di dossier con l'attività di intercettazione illecita".

Non serve neppure quanto affermato nel 2013 dal pm Civardi in merito ai "dossier illegali": "Bisognava mettere a fuoco un significativo bersaglio (Mtp, ndr) che consentisse di distrarre il pubblico dalla duplice miracolosa operazione: recupero dei soldi e liberazione di uno dei vertici del Sismi.... Nessuno ignora che la difesa in processi... come questo si prepara dentro e fuori dalle aule giudiziarie... È un processo, mi si consenta il termine, di spie ed è precipuo delle spie non solo trafficare con il potere delle informazioni riservate, ma influenzare l'opinione pubblica tramite i mezzi di informazione...".

Sempre il dottor Civardi, già nel 2010 e in merito alla stessa vicenda, aveva dichiarato: "È proprio delle spie avere rapporti privilegiati con gli organi di informazione per dare informazioni strumentali agli obiettivi e fare disinformazione. In questo processo di spie, le versioni che quattro dei principali indagati hanno dato agli organi di stampa con numerosissime interviste e addirittura pubblicazioni di libri... non sempre hanno combaciato con gli atti processuali, ma spesso hanno introdotto al grande pubblico le strategie difensive che avrebbero assunto davanti al giudice. Basarsi sulle suggestioni degli imputati, preparate da ampio battage pubblicitario e sposate da gruppi editoriali, piuttosto che sugli atti del processo, comporta inevitabili errori...".

Questo è quanto dichiarato nel tempo dai magistrati che hanno indagato per oltre quattro anni, che hanno ottenuto la condanna dei veri colpevoli per la vicenda dei "dossier illegali" (dove non sono mai stato processualmente coinvolto) e il cui operato è stato interamente avallato dall'allora capo della Procura di Milano, dottor Minale.

Queste dichiarazioni non hanno quasi mai trovato spazio sui giornali. Il perché lo ha spiegato lei in questi giorni descrivendo come i media, esattamente come denunciato dai magistrati citati, "influenzano nel bene e nel male la formazione e l'evoluzione dell'opinione pubblica". Lo scorso 20 ottobre lei scriveva: "...i rumors- a volte condivisi in buona fede, a volte guidati da interessi... - possono causare ferite profonde. Il circuito mediatico che da almeno mezzo secolo determina la pubblica opinione... spinge, spesso inconsapevolmente, in quella direzione. Il circuito mediatico vive di cattive notizie, di sensazionalismo, di rumors.

Li amplifica, li trasforma in (immaginarie) realtà, influisce sulle aspettative. Tanto peggio tanto meglio se acquista più ascoltatori, più operatori in rete, più lettori... si tratta di una forza inerente la modernità. Questa forza... ha svelato le verità e al tempo stesso ha accreditato bugie...". Ecco, continuare ad accreditare l'idea che Telecom Italia abbia fatto intercettazioni è un'enorme bugia.

L'unico procedimento che mi riguarda, come lei in questo caso correttamente riporta, è quello relativo alla presunta ricettazione di un cd nell'ambito della "vicenda Kroll", che nulla ha a che vedere con il dossieraggio illegale né con le fantomatiche intercettazioni. Sulla "vicenda Kroll", come già detto dal mio avvocato, le motivazioni depositate dal giudice confermano che non esiste alcuna prova in merito alla mia consapevolezza circa l'origine illecita del materiale acquisito dagli uomini di Tavaroli, se non la ricostruzione di Tavaroli stesso.

Il cd pervenuto nella sede Pirelli, comprovante lo spionaggio della Kroll ai danni di Telecom Italia, della mia famiglia e miei, fu immediatamente inviato su mio ordine all'Autorità giudiziaria. Contro la sentenza di condanna in primo grado ho annunciato ricorso in appello e sono fiducioso che la verità sarà ristabilita.

Magari anche grazie al suo contributo nel chiarire certi punti e dare spazio al fatto che un'altra verità, in questa storia, esiste. Sperò comprenderà il perché di quella che in tanti, anche persone a me vicine, definiscono un'ostinazione inutile. Contrariamente ai loro suggerimenti, su questi temi sento il dovere di continuare a far sentire la mia voce. Per la mia famiglia, per la storia della Pirelli e per me. Magari sarà tutto inutile, ma tra i tanti errori che avrò commesso almeno non ci sarà quello di essermi arreso.


Risposta di Eugenio Scalfari

Non sono un intercettatore, ribadisce il dottor Tronchetti Provera. E aggiunge: "Non lo dico io, ma Guido Rossi nel 2006 e i magistrati nel 2008". Bene, ne prendo atto e gli riconosco il diritto di tentare di scucirsi di dosso quella che definisce una "falsa verità", il vero obiettivo che, più di una risposta al mio articolo, sembra essere nelle intenzioni della sua lettera.
Per quanto mi riguarda restano fermi i fatti da me riferiti sulla posizione giudiziaria di Tronchetti, cioè la condanna in primo grado per ricettazione che, com'egli sottolinea, si riferisce alla "cosiddetta vicenda Kroll". In ossequio alla presunzione d'innocenza e al ricorso in appello del dottor Tronchetti aspettiamo il seguito del giudizio.

 

 

MARCO TRONCHETTI PROVERA Myung Sung Wane Afef Jnifen Marco Tronchetti Provera Eugenio Scalfari GUIDO ROSSI SOGNA Logo "Telecom"

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...