Estratto dell’articolo di Paolo Mastrolilli per “la Repubblica”
Un cocco di George Soros alla corte di Donald Trump. Già questo dovrebbe bastare a incuriosire, riguardo la singolarità della scelta di Scott Bessent come prossimo segretario al Tesoro, ma invece è solo l’inizio delle sorprese. Che riguardano un po’ la vita personale, come il fatto di essere gay dichiarato, sposato, e padre di due figli ottenuti con la maternità surrogata; e quella politica, dove Elon Musk aveva sconsigliato di assumerlo, accusandolo di essere troppo rassicurante per Wall Street e poco incline al cambiamento e ai dazi promessi da Donald.
Bessent viene dalla South Carolina, […] ma ha studiato economia nella liberal Yale. Fresco di università era stato assunto da Soros, diventando così importante da gestire le operazioni a Londra del finanziere di origini ungheresi, proprio negli anni in cui aveva incassato miliardi scommettendo contro la sterlina.
Eppure quell’esperienza l’aveva sfruttata anche per entrare nelle grazie della corte, e in particolare di Carlo e Camilla, che lo avevano invitato spesso a Buckingham Palace e sono stati in vacanza nella sua villa agli Hamptons.
Visto il successo ottenuto con Soros, Scott ha pensato bene di mettersi in proprio, lanciando il suo hedge fund Key Square Group con un capitale iniziale di 4,5 miliardi di dollari. Ha sposato il procuratore John Freeman, avendo con lui due figli attraverso la maternità surrogata. E chissa se adesso il governo italiano lo arresterà, per essersi macchiato di questo “reato universale”, quando si presenterà a Roma per incontrare il collega Giorgetti.
Bessent, 62 anni, ha coltivato il rapporto con Trump fin dall’inizio, organizzando per lui raccolte di finanziamenti elettorali in South Carolina, proprio mentre l’ex governatrice dello Stato Nikki Haley lo sfidava nelle primarie. […]
donald trump ed elon musk assistono al lancio di un razzo di spacex foto lapresse 2
Musk è pesantemente sceso in campo, scrivendo che Bessent era l’uomo sbagliato al posto sbagliato, perché troppo «business as usual». Per un po’ Trump ci ha riflettuto su, considerando le alternative di Kevin Warsh e Marc Rowan. Poi però deve essersi convinto che con Scott avrebbe preso due piccioni con un fava, tranquillizzando i mercati proprio grazie ad una scelta « business as usual», e rimettendo al proprio posto il presidente ombra Elon.
Bessent, capelli brizzolati e occhiali da professore, ha pure il look giusto per far digerire le idee più minacciose di Trump. Però gli estremisti Maga temono che il lupo perda il pelo ma non il vizio, e quindi Scott resterà sempre un inguaribile globalista. Lui stesso, peraltro, ha confessato al Financial Times: «La mia visione generale è che, alla fine della fiera, il presidente favorisca il libero commercio».
Quindi i dazi che Bessent dovrà imporre sono solo uno spauracchio negoziale per ottenere condizioni più vantaggiose negli scambi, invece di un grimaldello per scardinare il sistema economico mondiale di cui gli Usa sono i primi beneficiari: «L’idea che voglia ricreare una crisi di convenienza economica – ha aggiunto ad Axios – è assurda» […]
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