Massimiliano Scafi per "Il Giornale"
ANNA MARIA CANCELLIERI ROBERTO NAPOLETANO GIORGIO NAPOLITANOSparita, evaporata, la squadra non c'è più. La Cancel¬lieri è fuori. «Il ministro non parteciperà alle prossime elezio¬ni», precisano dal Viminale. Via pure la Severino, nemmeno lei vuole candidarsi. E la For¬nero se n'è già andata a sciare. Ma l'abbandono più pesante è quello di Corrado Passera. Sem¬brava l'uomo forte, l'eminenza grigia, il predestinato: invece, stritolato nella tenaglia Casini-Montezemolo e lasciato solo dal Prof, ha dovuto cedere al¬l'opa ostile neodemocristiana. Così accanto a Monti, oltre all'inossidabile Moavero, è rima¬sto solo Andrea Riccardi. Teo¬rizzatore della «sintesi equilibrata» tra partiti e società civile, è lui il vero vincitore della parti¬ta delle liste.
Ministro CancellieriUna soltanto al Senato per su¬perare lo sbarramento, due alla Camera per «rispettare le iden¬tità». Con questo schema, aval¬lato da Monti, Passera si dichia¬ra «non più disponibile» a pro¬seguire. «Peccato, si è persa un'ottima occasione - lo sfogo a caldo con gli amici - si era a un passo da un soggetto nuovo che poteva fare la differenza». Adesso al ministro dello Svilup¬po non resta che cercare un al¬tro lavoro.
Chiuso nell'ufficio di via Ve¬neto, parla al telefono, smanet¬ta con il computer, manda mail e spiega il perché della frenata. Sereno, «convinto di aver com¬battuto la battaglia giusta», cer¬tamente «amareggiato» per l'esito, ma determinato a fer¬marsi per un po'. Del resto, dopo lo strappo dell'altra sera, rac¬conta ai collaboratori, sarebbe stata una forzatura andare avanti. Dopo il braccio di ferro con Casini, impossibile fare fin¬ta di niente.
ELSA FORNERO MARIO MONTI ANNA MARIA CANCELLIERI resize MARIO MONTI ANNA MARIA CANCELLIERI resizeEppure, che le cose per lui si stessero mettendo male, Passe¬ra lo aveva capito da giorni. Vo¬leva le chiavi, gliel'hanno tolte. Voleva fare il dominus del Ter¬zo Polo, il plenipotenziario del Prof, un amministratore dele¬gato con potere di linea e diritto di veto sulle candidature. Poi però lo scenario è cambiato, Monti ha deciso di non restare sullo sfondo ma di «salire», di impegnarsi direttamente e i suoi spazi di manovra si sono drasticamente ridotti.
L'ultima trincea era il listone. Il passo avanti del premier, se¬condo il ministro, poteva comunque rappresentare l'occa¬sione giusta per rompere gli schemi destra-sinistra-centro e cambiare la politica in Italia. Dai criteri di selezione delle candidature all'offerta elettorale finale: in questo quadro un raggruppamento unico doveva essere il «segno di discontinui¬tà» con il passato.
Invece hanno vinto «altre logiche» e Passera ora si deve arrovellare sul suo futuro. Che farà da grande? Punterà a qualche poltrona strategica nel mondo economico, come Eni, Finmeccanica, Cdp? O aspetterà un giro e riproverà con la politica: può sperare di entrare nel prossimo governo, anche se Bersani ha dichiarato di non vo¬lere con sé ex ministri di Monti. Berlusconi poi, non se ne parla neppure. Magari Monti, nel ca¬so, potrebbe ripescarlo. Si ve¬drà. Intanto Passera si prende «una pausa di riflessione».
Casini Elsa Fornero e Paola Severino«È un sopravvalutato - com¬menta l'ex Pdl Giuliano Cazzola - se se ne va, per noi non è una gran perdita». Casini invece non ha dimenticato i rituali del¬la Dc. «Io avrei litigato con Cor¬rado? Mi viene da ridere, siamo grandi amici e ho una stima enorme per lui. Monti ha condi¬viso una linea comune». Italia Futura non voleva mischiarsi con i vecchi partiti, l'Udc ha fat¬to notare che la politica è san¬gue eccetera, che per prendere voti bisogna far circolare lo scu¬do crociato, Riccardi ha soste¬nuto la pluralità. E Passera è rimasto solo.
Ora però Casini vorrebbe stra¬vincere e convoca una conferenza stampa per chiarire un punto che gli sta a cuore. «I nostri candidati li sceglieremo noi, come faranno anche gli altri. Poi li sottoporremo volentie¬ri a Enrico Bondi sulla base di criteri da stabilire». Il grande tagliatore riuscirà a potare le li¬ste? E non basta, Casini annun¬ci¬a battaglia anche sul program¬ma. «Monti ha chiesto integra¬zioni sull'agenda, noi le faremo su due punti, socialità e famiglia. Il rigore non può essere disumano».