TUTTO FUMO E NIENTE RENZI - DOPO SALVINI, ANCHE GRILLO ATTACCA SULL'INQUINAMENTO: ''PASSEGGIANO SUI CADAVERI DI 68MILA MORTI'' - SULLA RISPOSTA ALLO SMOG, SI DECIDERANNO LE AMMINISTRATIVE. ECCO IL PIANO DI DELRIO E GALLETTI PER COLPIRE LE AUTO PRIVATE. PECCATO CHE NON CI SIANO I SOLDI PER IL TRASPORTO PUBBLICO

matteo salvinimatteo salvini

1. SMOG: SALVINI, BLOCCO AUTO NON SERVE

 (ANSA) - "Aria più pulita? Le auto contribuiscono al massimo al 20% dell'inquinamento, bloccarle non serve a nulla! Fossi sindaco mi occuperei di controllare le caldaie (abbassando il riscaldamento negli uffici e nelle case pubbliche, ad esempio, visto il Natale più caldo di sempre) e di comprare autobus che inquinino meno. Il resto è aria fritta, o meglio aria sporca, alla Renzi". Lo scrive, su Facebook, il segretario della Lega Nord Matteo Salvini.

 

 

2. GRILLO ATTACCA RENZI SULLO SMOG: LA PAGHERANNO GLI AUTOMOBILISTI

Fausto Carioti per “Libero Quotidiano

 

«Litigano per mezzo punto di Pil e fanno decreti lampo di domenica per salvare le banche mentre passeggiano incuranti sui cadaveri di 68.000 italiani che non hanno saputo proteggere. Sono una sciagura per il Paese, il prezzo della loro spocchia lo stiamo pagando col sangue».

 

beppe grillo dal futuro  1beppe grillo dal futuro 1

Se non si fosse capito dal tono, chi parla è Beppe Grillo e questo è l' inizio ufficiale e truculento della campagna elettorale per le comunali. Il leader dei Cinque Stelle attribuisce allo smog (e quindi all' inerzia di Matteo Renzi e dei suoi ministri) tutti i morti in più quantificati dall' Istat nel 2015 rispetto all' anno precedente. E il governo s' indigna, ma raccoglie la sfida: il ministro dell' Ambiente, Gian Luca Galletti, ieri ha annunciato il varo di provvedimenti d' emergenza.

beppe grillo intervistato dal financial times al cala di volpebeppe grillo intervistato dal financial times al cala di volpe

 

Assieme al collega dei Trasporti, Graziano Delrio, Galletti sta lavorando a «un piano per la mobilità sostenibile», contro i mezzi privati e in favore di quelli pubblici. Per mercoledì ha convocato al ministero una riunione con il capo della Protezione Civile, i presidenti di Regione e i sindaci metropolitani, allo scopo di dare «una risposta di sistema». Insomma, a palazzo Chigi è scattato il livello d' allerta massimo, e questo perché Renzi teme che la battaglia dello smog si riveli decisiva per le poltrone di sindaco a Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli. Cioè per la tenuta dell' esecutivo.

 

Anche se Lorenzo Guerini, braccio destro del premier, assicura che quello delle amministrative «non è un test per il governo e per Renzi», è vero il contrario, e Guerini lo sa benissimo, tanto che chiede a Sel e agli altri partiti alla sinistra del Pd di non presentare candidati propri, perché il prezzo da pagare al frazionismo sarebbe la vittoria degli aspiranti sindaco grillini o del centrodestra. Se il Pd dovesse essere tagliato fuori da tre o più di quelle cinque giunte, Renzi passerebbe da unico premier possibile ad anatra zoppa, destinata a finire in pentola in tempi brevi.

delriodelrio

 

Il governo che scende sul terreno di Grillo e si prepara a intervenire contro l' uso dei mezzi di trasporto privati è comunque una brutta notizia. Intanto perché su quel campo Grillo è imbattibile. Ieri ha detto che a causa dello smog le città italiane stanno diventando «sempre più simili a Pechino», frase che può andare bene a chi crede nel complotto sulle scie chimiche, ma che alla prova dei numeri si rivela una delle sue solite sparate: nella capitale cinese la concentrazione di polveri sottili con diametro inferiore a un quarto di centesimo di millimetro (le famigerate pm 2,5) supera regolarmente i 300 microgrammi per metro cubo e spesso sfonda quota 500 (il valore limite è 25), mentre a Milano la media del 2015 è 30, la stessa di tre anni fa.

RENZI DELRIORENZI DELRIO

 

Non c' è confronto, insomma. Ma soprattutto perché, se al momento è impossibile capire chi vincerà la sfida tra il Pd e i Cinque Stelle, è facile indovinare chi la perderà: gli automobilisti.

 

Il piano al quale sta lavorando il governo è composto dal solito mix di carota e bastone.

La carota è l' ammodernamento dei mezzi pubblici, da fare in tempi rapidi. Utile anche come spot elettorale per le giunte delle grandi città (incidentalmente tutte di sinistra): l' emergenza smog sarà il nobile pretesto che consentirà al governo di pompare soldi nelle aziende di trasporto locali, specialmente le più disastrate (la romana Atac è in prima fila). «Stiamo lavorando a un progetto di finanziamento di mezzi pubblici ecologici. Dovremmo farcela in pochi mesi», ha spiegato Galletti. Che intanto ha chiesto agli italiani di lasciare a casa l' automobile: con le buone, per ora.

 

marchionne galletti renzimarchionne galletti renzi

Perché poi c' è il bastone, sul modello di quello che Giuliano Pisapia ha appena usato a Milano: se il popolo si ostina a preferire l' automobile al trasporto pubblico, se non spunta quella «nuova cultura civica» invocata da Galletti, chi amministra il bene comune provvede a con l' opera di rieducazione coatta.

gianluca galletti (2)gianluca galletti (2)

 

Così, assieme all' ammodernamento di autobus e tram, se non prima, arriveranno i provvedimenti per dissuaderci dall' uso delle quattro ruote. Ci sono i divieti dei sindaci, ma ci sono anche i disincentivi fiscali, magari mascherati da balzelli ecologici, come va di moda adesso (del resto i nuovi autobus qualcuno li dovrà pagare) e in simili esercizi ministri e parlamentari non temono confronti.

 

Strategia sulla quale si potrebbe anche discutere, se non fosse che gli automobilisti italiani sono già i più tassati tra quelli dei maggiori Paesi europei.

PISAPIA RENZIPISAPIA RENZI

 

Tra imposta provinciale di trascrizione, Iva sull' acquisto della vettura, carico fiscale su carburanti, lubrificanti, pedaggi e assicurazioni, l' erario ogni anno sfila dalle tasche di chi guida oltre 70 miliardi, cioè una quota pari al 4,5% del Pil, contro una media europea del 3,4 (dati Anfia). Spremere gli automobilisti così per poi costringerli a lasciare le macchine in garage è la beffa che segue il danno, ma col ricatto della salute e per dare una risposta facile agli allarmismi di Grillo riusciranno a fare anche questo.

 

 

   

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...