ignazio marino virginia raggi

TUTTO È RELATIVO - LA RAGGI È UNA TALE FRANA, CHE ORA I GIORNALI CHIAMANO MARINO PER AVERE IL SUO GIUDIZIO SULLA GIUNTA GRILLINA: ‘ROMA STA ANDANDO VERSO L’EUTANASIA. NON SI DECIDE PIÙ NULLA. LA CLASSE DIRIGENTE DEI PARTITI È COSÌ SCREDITATA CHE SE SI PRESENTASSE PAPERINO E POTESSE DIMOSTRARE DI NON FARE PARTE DELLA VECCHIA PARTITOCRAZIA, PAPERINO VINCEREBBE’ (OVVERO LA STORIA DELL’ELEZIONE DI MARINO)

virginia raggi roma m5s virginia raggi roma m5s

Fabio Martini per ‘La Stampa

 

ignazio marino presenta il suo libro  8ignazio marino presenta il suo libro 8

Ora che la “storia” e i tribunali gli stanno dando ragione, tutti hanno ricominciato a cercarlo. Ma lui, l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, ha deciso di distillare le sue esternazioni, da quasi due mesi non parla, a dispetto della crisi manifesta nella quale è caduta l’amministrazione capitolina a Cinque Stelle.

 

Certo, il professor Marino non ha smarrito il suo “bisturi” e in questa intervista a “La Stampa” fa la prima analisi di sei mesi di giunta Raggi: «Lo dico con rispetto ma finora mi sembra che non sia emersa neppure un’idea di città. E neanche una sola idea su come affrontare i dossier più importanti: sviluppo urbanistico, rifiuti, traffico, stadio proposto dalla Roma, aiuto al sociale e ai più deboli. Sei mesi purtroppo caratterizzati dal nulla». 

virginia raggi beppe grillo a porta a portavirginia raggi beppe grillo a porta a porta

 

Difficile ricordare nella storia della Repubblica, l’amministrazione di una grande città segnata da una striscia così lunga di infortuni, conflittualità interne, paralisi. Ma se continua così per altri quattro anni, che accade di Roma?  

«Guardi, le cito - tra i tanti - un solo caso, meno noto ma eclatante. Ciclo dei rifiuti: avevamo lavorato per due anni ed eravamo pronti con un Eco-distretto, un impianto di bio-digestione capace di ingerire e trasformare in gas, cioè in ricchezza, il rifiuto organico delle nostre cucine, che a Roma ammonta a 500 mila tonnellate all’anno.

 

GIANNI ALEMANNO E IGNAZIO MARINOGIANNI ALEMANNO E IGNAZIO MARINO

Prima hanno deciso di cancellarlo, poi l’altro giorno, al momento del voto in Consiglio, i Cinque Stelle hanno deciso di non votare. Cioè di non decidere. Siamo davanti ad uno stato confusionale difficile da definire. Ma se continua così la città rischia di entrare in uno stato di eutanasia». 

 

Se proprio non ce la fanno, non sarebbe meglio, per loro, e per Roma, chiudere l’esperienza della giunta Raggi?  

«Non è un caso che nessuno, a sinistra e a destra, chieda in modo convinto le dimissioni della Raggi. Dopo la decisione sciagurata del gruppo dirigente del Pd di abbattere il proprio sindaco andando dal notaio e la vittoria scontata dei Cinque Stelle, era naturale attendersi che la rottura con la logica consociativa, già contrastata fortemente dalla mia giunta, potesse proseguire con Virginia Raggi. Sembrava. Ma le difficoltà dei Cinque Stelle sono talmente tante che non riescono a guidare la città e dunque i veri padroni continuano ad essere i poteri forti e il consociativismo dei partiti, che guidano Roma attraverso le seconde file: Dipartimenti e funzionari...». 

maria elena boschi ignazio marino maria elena boschi ignazio marino

 

Ma se i leader nazionali spingessero il bottone dell’affondamento...  

«Ma non lo spingono! Anzitutto perché a loro di risolvere i problemi di Roma non interessa. Ma soprattutto perché l’esperienza dei Cinque Stelle a Roma è un tale imbarazzo nazionale e internazionale che diventa funzionale a dimostrare che sono inadatti a guidare il Paese. Ma continuano a sbagliare analisi...». 

 

In che senso?  

«La classe dirigente dei partiti tradizionali è così screditata che se un domani si presentasse Paperino e potesse dimostrare di avere un’idea di città e di non fare parte della vecchia partitocrazia, Paperino vincerebbe. Ma Roma, dove votano quasi tre milioni di elettori anche alle Politiche, non merita un sindaco qualunque». 

 

Roma sta diventando la capitale del no a tutto...  

ignazio marino er piu mattoignazio marino er piu matto

«Roma deve uscire dall’isolamento nel quale è entrata. Nell’immaginario planetario Roma avrebbe un profilo straordinario, esercitabile con naturalezza e che invece viene continuamente mortificato. Prima è stato detto no alle Olimpiadi e su questo fronte credo che Roma potrebbe assumere un’iniziativa, scrivendo alla sindaca di Parigi: cosa possiamo fare per favorire la vittoria di una Capitale dell’Unione europea come Parigi, tra l’altro l’unica città al mondo gemellata con Roma?». 

 

Lo stadio si farà mai?  

ignazio marino su chi  12ignazio marino su chi 12

«Non è condivisibile la visione di città espressa da un urbanista tecnicamente preparato come l’assessore Berdini e da lui riassunta nell’espressione: “I costruttori l’hanno presa tra i denti”. La mia amministrazione ha preteso un vero controllo sui privati, chiedendo quasi 400 milioni di opere pubbliche pagate dai costruttori. Le tre torri di Daniel Libeskind, uno dei più grandi architetti del destrutturalismo e al quale è stato affidato il progetto di rinascita di Ground Zero, garantirebbero qualità architettonica. Senza trascurare che i grandi gruppi internazionali potrebbero essere attratti, anche per la vicinanza con l’aeroporto, a realizzare lì i loro headquarter». 

ignazio marinoignazio marino

 

Decisiva direzione del Pd: che cosa spera?  

«Vede, quando in sala operatoria c’è un evento avverso, gli specialisti si riuniscono con chi guidava in quel momento l’intervento per capire se e come sia stato commesso un errore, cercando di prevenirne la ripetizione. Il Pd non si è mai riunito per capire l’errore, non ha mai chiesto scusa ai “famigliari”, ai romani, come se non fosse accaduto nulla. Da Roma in poi sono seguite diverse sconfitte, culminate col referendum. È arrivata l’ora di elaborare quel lutto con analisi e ravvedimenti veri». 

ignazio marino spazzino 568187ignazio marino spazzino 568187

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….