1.“LA PASCALE E IL MATTARELLO SUL SOCIAL NETWORK. ‘UN ERRORE, L’HO TOLTO”
Conchita Sannino per “la Repubblica”
Prima pubblica la foto di un mattarello su uno dei suoi profili da social network. Poi, passata l’ira, quasi se ne pente. «Non mi piace essere irrispettosa, è stato un attimo» dice Francesca Pascale. «E comunque sì, buon lavoro, Presidente Mattarella». Suggerisce al nuovo inquilino del Colle un tema da non abbandonare: «Sud». Ma continua a condannare l’azione che, secondo lei, ha determinato il naufragio di Forza Italia. Ed evoca il tradimento.
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Giorni duri per il cerchio magico di Silvio Berlusconi. «Abbiamo vissuto ore migliori, ma la nostra forza non è in discussione» commentava ancora ieri mattina la Pascale, a chi ne raccoglieva l’amarezza per come stava precipitando in débacle azzurra la partita del Quirinale.
Giorni che non potevano che peggiorare il clima di ostilità che da tempo separa alcuni colonnelli berlusconiani. C’era una guerra dentro, insomma, mentre si combatteva col Pd. Così è anche per questo che l’augurio di Francesca Pascale per il nuovo Capo dello Stato resta intrecciato a un altro messaggio, che la fidanzata di Berlusconi non smette di masticare. Il messaggio è, appunto: tradimento. «Ma ormai c’è poco altro da aggiungere — dice la Pascale a Repubblica —. Noi siamo stati traditi ed è meglio che tradire». Traditi, scusi, da Renzi o anche dai vostri? Per esempio da Verdini o Fitto?
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Lei non raccoglie. Ripete solo: «Nella speranza che questa volta il nuovo Presidente sia davvero il Presidente di tutti per il bene dell’Italia, partendo dal Sud, voglio dirlo davvero: Buon lavoro Presidente Mattarella».
2. “FORZA ITALIA DIMEZZATA”
Paolo Emilio Russo per “Libero Quotidiano”
Divisi, delusi, sospettosi l’uno dell'altro. L’elezione del nuovo Pre-sidente della Repubblica ha restituito questa immagine di Forza Italia, che ha perso per strada quasi un terzo dei suoi voti, si è ritrovata più debole e con un leader sfidato.
FRANCESCA PASCALE E MARIA ROSARIA ROSSI
Che la notte della vigilia dell’elezione sia trascorsa all’insegna del nervosismo lo tradiscono le occhiaie di Giovanni Toti («Ho sentito il Cavaliere qualche ora fa», ammette di primo mattino) e la reazione non proprio serafica di Maria Rosaria Rossi alle battute dei giornalisti che la braccano in Transatlantico. Con il cronista dell’Adnkronos che le chiedeva conto della posizione del «cerchio magico», la capo segreteria di Silvio Berlusconi, che è anche tesoriera del partito, ha perso le staffe: «Vi preoccupate così tanto del cerchio magico e non tenevate conto dei disastri che stava facendo il duo tragico...». Giusto perché non rimanessero dubbi, la senatrice custode dell’ortodossia berlusconiana ha anche fornito elementi su chi lo componessero: «Quelli che hanno trattato con Renzi...».
A gestire sin dal 9 dicembre le trattative per il nuovo inquilino del Colle con Matteo Renzi e Luca Lotti sono stati, sempre e sistematicamente, Denis Verdini e Gianni Letta. È soprattutto il primo, già coordinatore Pdl, a finire sul banco degli imputati. Già da settimane il suo ruolo era stato messo in discussione da Renato Brunetta e una fetta importante del gruppo azzurro a Montecitorio, tanto che il Cavaliere era stato costretto a difenderlo e a chiedergli di ritirare le dimissioni dal ruolo di «ambasciatore» offerte per iscritto.
La posizione dell’ex banchiere e del suo gruppo si è aggravata dopo che sono emersi i risultati della votazione: le schede bianche sono state 105 su un totale di 143 grandi elettori. Calcolando incroci, schede disperse, voti nulli, gli azzurri che hanno assecondato i desiderata di Matteo Renzi e votato il candidato prima concordato con Fi e poi disconosciuto sono stati un numero variabile tra i 38 e i 75. «I verdiniani hanno votato per lui marchiando il loro voto per rendersi riconoscibili», accusano i dirigenti più vicini all’ex premier. Il custode del Patto del Nazareno, dunque, avrebbe chiesto ai fedelissimi di votare per il presidente indicato.
Per un caso del destino, il trattivista si sarebbe trovato sulle stesse posizioni del nemico numero uno dell’accordo Fi-Pd, cioè Raffaele Fitto.?A riprova dell’asse il voto dei 15 senatori di Gal, gruppo tecnico ideato?da Verdini, dentro al quale militano sodali del fittiano Saverio Roma-?no. L’accusa viene ribaltata: «Verdini ha convinto molti a votare scheda bianca», si difende un senatore?del suo inner cirle.
I trattativisti rivendicano di avere «fermato» due?candidati al Colle proposti da Renzi?e considerati «più ostili» e se la prendono col tandem dei capigruppo?Brunetta-Paolo Romani, segnalando il «fastidio» di molti eletti per la?loro scelta di «far filmare il voto». In?settimana i fittiani formalizzeranno?la richiesta di dimissioni dei due.?Qualcuno è arrivato ad accusare?Maria Rosaria Rossi di essersi soffermata troppo a lungo nella cabina?elettorale, circostanza curiosa per?chi dice di avere votato scheda bianca.
Se di fronte alla debacle Toti e?Deborah Bergamini minimizzano?sottolineando che «non c’è nulla di?male che alcuni voti siano andati al?candidato, visto che non c’era nulla?contro la persona», brucia il fatto?che sia stata lanciata una sfida a viso aperto alla leadership. La rispo-?sta del Cavaliere - giurano - non si?farà attendere: sarebbe pronta la?nomina di un responsabile organizzazione di Fi o, in alternativa, di un?direttorio.