VADE RETRO, MARINO - IL SINDACO, CON LE VALIGIE IN MANO, MINACCIA RIVELAZIONI CHOC - IL NAZARENO ASPETTA LA RELAZIONE DEL PREFETTO RENZIANO GABRIELLI - VICINA LA SCORTA PER MARINO (COSI' QUALCUNO PARCHEGGIA BENE LA PANDA)
Giovanna Vitale per “la Repubblica”
«La linea non cambia: il se non è in discussione, quel che resta da capire è solo il come Marino lascerà». Se cioè qualcuno riuscirà infine a convincerlo a fare le valigie o si dovrà imboccare la strada, più traumatica, delle dimissioni di massa in aula Giulio Cesare. Ché pure il quando è già stabilito: la relazione del prefetto Gabrielli sull’eventuale presenza di infiltrazioni mafiose in Campidoglio. «Uno spartiacque», per il Nazareno.
Lo ribadisce il presidente nazionale e commissario romano Matteo Orfini: «Dopo quella, si farà insieme un ragionamento per capire come andare avanti. Io però da qui ad allora eviterei di complicare il clima, che non serve a nessuno».
Un avvertimento chiaro a Marino, che dal suo fortino assediato lancia messaggi, minaccia rivelazioni su chi lo avrebbe costretto a promuovere in giunta gli uomini del Pd risultati poi coinvolti in Mafia Capitale: «Ora pensi a lavorare e ad amministrare bene, senza alimentare polemiche e ulteriore confusione», taglia corto Orfini.
Pronto a stoppare la manovra di avvicinamento al premier tentata dagli sherpa del sindaco per ricucire: «Tra lui e Renzi non è previsto alcun incontro, si farà quando, insieme, dovremo valutare il da farsi dopo il parere di Gabrielli».
ignazio marino alla festa di sel
Il crinale oltre il quale «niente sarà più come prima», garantiscono i più vicini al capo del governo. Consapevoli che se un errore è stato fatto finora è «aver sottovalutato il carattere di Marino». Indifferente a ogni scossone, alle sberle assestate dal premier, alle scomuniche che a cadenza quasi quotidiana piovono dai piani alti del Pd.
Lasciato solo anche nel giorno del suo primo successo dopo settimane di tensione: il via libera alla mozione sulla candidatura di Roma ai Giochi 2024, approvata in consiglio comunale con i soli voti contrari dei grillini e dell’esponente di “Noi con Salvini”.
Salutata con entusiasmo dai presidenti del Coni Malagò («Oggi lo sport ha prevalso su alcune logiche della politica») e del Comitato promotore Montezemolo («Saranno le Olimpiadi della bellezza, della cultura, della tecnologia»). Ma accolta dal gelo del governo: nessun ministro o sottosegretario che si sia congratulato, abbia espresso soddisfazione, «e dire che Renzi ci aveva messo la faccia».
Una vittoria, quella di Marino, ottenuta solo a prezzo di una clamorosa ritrattazione: «Non mi sentirete più pronunciare quelle parole», è stato infine costretto a dichiarare in aula, a proposito dell’invettiva («La destra deve tornare nelle fogne») lanciata domenica scorsa alla Festa dell’Unità.
La condizione posta dalla minoranza — da Ncd a Fi — per votare la mozione sui Giochi. Minacciando, se non si fosse scusato, di diffondere un dossier su tutti gli uomini nominati dal sindaco — politici e dirigenti — che intrallazzavano con il clan di Carminati.
«Oggi inizia una sfida straordinaria, per la città e il Paese, che vogliamo vincere tutti insieme», esulta Marino. L’unica ombra è quella allungata dalla busta con i proiettili, indirizzata a lui e alla famiglia, intercettata allo scalo di Fiumicino. Un riferimento, alla moglie e alla figlia, che lo turba moltissimo. «Le minacce sono attendibili», fa sapere il prefetto, assegnandogli una scorta. Che lui però vorrebbe rifiutare: «Ci penso». Ma Orfini lo esorta: «Accettala, il clima è inquietante, il Pd è tutto con te».
marino saluta i contestatori in gesto di vittoriaMARINO OLIMPIADIIGNAZIO MARINO - MATTEO RENZI - VIGNETTA DI BENNY