IL VERO INCUBO DEL PREMIER CAZZARO SI CHIAMA DRAGHI – UNA SUA PAROLA CONTRARIA PUÒ METTERE IN CRISI UN GOVERNO CHE FATICA A OTTENERE RISULTATI IN ECONOMIA – E IL DUPLEX PRODI-LETTANIPOTE HA SICURAMENTE UNA CHIMICA MIGLIORE CON SUPERMARIO

Claudio Cerasa per “il Foglio

 

Ok, e se un giorno poi lo facesse davvero? Matteo Renzi non potrà mai confessarlo apertamente, non potrà mai ammetterlo chiaramente e sul tema non potrà mai sfogarsi liberamente. Ma se c’è una preoccupazione forte che il presidente del Consiglio coltiva rispetto al futuro del governo, quella preoccupazione è legata poco a quello che oggi è alla fine dei conti un problema non problema – che farà la minoranza del Pd – ed è legata più a quello che invece secondo Renzi costituisce l’unica minaccia vera per la stabilità del suo esecutivo: che farà Mario Draghi.

renzi tsiprasrenzi tsipras

 

Già, e se un giorno poi lo facesse davvero? La questione è delicata, vive sottotraccia nelle conversazioni private del presidente del Consiglio e del presidente della Banca centrale europea ed è un tema che riguarda non soltanto i caratteri diversi e distanti del numero uno del governo e del numero uno della Bce ma riguarda soprattutto una sensazione pesante e a tratti inquietante che Renzi fatica a togliersi di dosso.

 

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

E il ragionamento poggia su basi solide e numeriche: e se le riforme del governo, alla lunga, non fossero così incisive da permettere al paese di crescere al ritmo minimo indicato dallo stesso governatore centrale? In effetti i numeri non lasciano molti margini di manovra e sono stati certificati pochi giorni fa all’interno del bollettino economico di Bankitalia: nei prossimi due anni, Renzi ha previsto una crescita del paese che arriverà a un totale di due punti di pil e di questi due punti la quasi totalità (1,6) verrà incassata grazie ai meccanismi attivati dalla Bce con il Quantitative easing, che permetteranno al paese di avere migliori performance sui rendimenti dei titoli di stato, sui tassi bancari per imprese e famiglie, sul tasso di cambio dell’euro (che si deprezzerà nei confronti del dollaro) e sulla domanda estera potenziale dell’Italia (che sarà destinata a crescere).

 

MATTEO RENZI ELEMOSINAMATTEO RENZI ELEMOSINA

Se Renzi riuscirà a essere all’altezza delle aspettative della Bce nessun problema (salvo il fatto di essere costretto a dimostrare che la crescita del paese sarà merito più di Draghi che di Renzi). Ma se per una qualsiasi ragione le riforme non dovessero dare i risultati attesi – e se Renzi non dovesse mostrarsi il corridore giusto per sfruttare l’incredibile e irripetibile spinta che arriva all’Italia dal contesto economico internazionale favorevole – il presidente del Consiglio sa che il capo della Bce non si farà scrupoli a bocciare l’Italia con parole più severe rispetto a quelle già utilizzate alcuni giorni fa durante la presentazione del Rapporto annuale sul 2014 della Banca centrale europea, quando Draghi ha definito “piuttosto deludente” l’azione riformista di alcuni paesi europei tra cui anche l’Italia.

 

draghi coriandoli blockupy femen draghi coriandoli blockupy femen

Renzi – come sa anche bene Berlusconi – sa che una parola di Draghi può essere all’occorrenza benzina per i motori del governo (e del paese), come è oggi. Ma sa anche che in un lampo può diventare una mazza ferrata da consegnare agilmente agli oppositori del presidente del Consiglio di turno. E lo sa, Renzi, anche perché i fatti ci dicono che sui grandi temi il percorso che si presenta di fronte al governo è di fatto segnato, e rispecchia a grandi linee quel che non è ancora stato attuato della famosa lettera con cui nel 2011 la Bce segnò la fine del governo Berlusconi.

 

 Il presidente del Consiglio, naturalmente, fa di tutto per evitare che la sua azione di governo possa essere considerata anche solo lontanamente frutto dei risultati dei compiti a casa assegnati a suo tempo dalla Bce – e non è naturalmente un caso che quando Renzi incontra Draghi lo fa in segreto (ricordate la scorsa estate in Umbria?) così come non è un caso che negli archivi fotografici esista una sola stretta di mano pubblica recente tra il capo del governo e il capo della Bce (20 marzo 2014, Consiglio europeo).

 

draghi coriandoli blockupy femen   draghi coriandoli blockupy femen

In questo quadro di grande armonia che traspare allegramente in superficie (“Renzi e Draghi si sentono di continuo”, non fanno a meno di ricordare come una cantilena da Palazzo Chigi) e di grande diffidenza che invece si percepisce sotto la superficie della politica, il tema sul quale ha posto poi l’attenzione il presidente del Consiglio è legato a quello che è uno degli obiettivi dei front runner dell’anti renzismo: portare Draghi dalla loro parte.

 

Sia Prodi sia Letta, per esempio, azionisti numero uno e numero due del Partito dell’alternativa al renzismo (Pdar), hanno radici solide nel tessuto delle istituzioni europee. E la preoccupazione del premier è che, se le cose non dovessero andare bene, un domani il Pdar potrebbe avere buone chance di attivare, anche grazie a Draghi, il pulsante finish dell’entusiasmo renziano. Al momento si tratta solo di sospetti e diffidenze diffuse, legate anche alla distanza naturale che ci può essere tra un giocoliere della politica e un formidabile tecnico dell’economia.

 

draghi gioca  a golf a roma  2draghi gioca a golf a roma 2

Ma quando un giorno Renzi dovrà fare i conti con i suoi risultati (e quel giorno arriverà) sa che dovrà fare i conti, più che con il Parlamento, soprattutto con Draghi. Il capo del governo e il capo della Bce sono due uomini soli al comando. Ma, incidentalmente, uno tra i due comanda più dell’altro e di quell’uno diciamo che il fiorentino è una lingua che non conosce.

MARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERAMARIO DRAGHI IN AUDIZIONE ALLA CAMERA

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…