1. VERTICE A PALAZZO CHIGI TRA LETTA, ALFANO, BONINO E CANCELLIERI SULLA VERGOGNOSA DEPORTAZIONE DI MOGLIE E FIGLIA DEL DISSIDENTE KAZAKO MUKHTAR ABLYAZOV 2. ANGELINO MINISTRO DELL’INTERNO DOVRÀ SPIEGARE AL PREMIER E AI COLLEGHI (CHE PARE NON FURONO AVVERTITI) PERCHÉ LA POLIZIA LE ABBIA RAPITE E IN 72 ORE SPEDITE TRA LE BRACCIA DI UN REGIME CHE IMPRIGIONA E TORTURA GLI OPPOSITORI POLITICI 3. L’AMBASCIATA DEL KAZAKISTAN HA INVIATO I DOCUMENTI SULLA REALE IDENTITÀ DI ALMA SHALABAYEVA (LA MOGLIE) SOLO DOPO CHE QUESTA ERA GIÀ STATA COSTRETTA A PARTIRE 4. COME MAI I DUE DIRIGENTI DELLA QUESTURA CHE HANNO GESTITO IL CASO, MAURIZIO IMPROTA (IMMIGRAZIONE) E GIANNINI (DIGOS) SONO STATI PROMOSSI A TEMPO DI RECORD?

1 - KAZAKISTAN: VERTICE LETTA, ALFANO, BONINO, CANCELLIERI
(ANSA) - Lunga riunione a palazzo Chigi fra il premier Enrico Letta e i ministri Alfano, Bonino e Cancellieri per "mettere a punto la posizione dell'Esecutivo italiano" sulla vicenda dei familiari del dissidente kazako espulsi dall'Italia. Lo riferiscono fonti del governo.

2 - KAZAKISTAN: ESPOSITO (PDL), NULLA DA RIMPROVERARE AD ALFANO
(ANSA) - "Siamo certi che tutto è stato fatto secondo quanto prevede la legge. Peraltro, come ha già annunciato il presidente del Consiglio Enrico Letta, è stata disposta un'indagine interna e se qualcuno nella catena di controllo ha sbagliato pagherà. Siamo altrettanto sicuri che nella vicenda il ministro Alfano non ha colpe e responsabilità di alcun genere. Pertanto, la richiesta di dimissioni del vicepremier è infondata, come lo sono le accuse mosse dal senatore Giarrusso che respingiamo al mittente". Lo dichiara il vicepresidente dei senatori del Pdl e vicepresidente del Copasir Giuseppe Esposito, in merito alla richiesta del senatore M5S Mario Giarrusso, che ha chiesto le dimissioni del ministro dell'Interno Angelino Alfano per la vicenda di Alma Shalabayeva e di sua figlia.

3 - CASO ABLYAZOV, LE TELEFONATE DELL'AMBASCIATORE AL VIMINALE
Marco Ludovico per "Il Sole 24 Ore"

È stato l'ambasciatore del Kazakistan in Italia, Andrian Yelemessov, a tempestare di telefonate il Viminale per sollecitare l'operazione di polizia poi conclusa con il rimpatrio fulmineo di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua, di 6 anni. La Shalabayeva è la moglie di Mukhtar Ablyazov, ricercato dall'Interpol con un mandato di cattura internazionale.

L'ambasciatore sollecita l'arresto del latitante, che anche per l'Interpol si trova in Italia, chiama più volte il ministro dell'Interno Angelino Alfano, senza riuscire a contattarlo, e allora si rivolge ai vertici tecnici del ministero dell'Interno. Il resto della storia è noto: scatta un blitz imponente, il criminale non viene trovato, moglie e figlia vengono rimpatriati ma gli avvocati poi contestano le procedure. E adesso il titolare del Viminale deve uscir fuori da una storia scabrosa e spinosa.

L'Interno ha già sottolineato che l'operato della questura è stato corretto. Per cinque volte, del resto, la procura di Roma convalida gli atti legati al rientro di Shalabayeva e di sua figlia. Ma è certo che l'aereo per il rientro in Kazakistan non è un volo di linea con tanto di poliziotti al seguito, come avviene sempre.

Il velivolo invece è stato messo subito a disposizione dall'ambasciata kazaka: la procedura è irrituale, anomala, dovrebbe destare sospetti, forse. E poi, si chiedono in molti, al di là delle presunte irregolarità nei documenti di madre e figlia - oggetto di una rogatoria internazionale proposta dalla procura di Roma - era proprio così indispensabile riportare in patria con una fretta inverosimile una signora e una bambina di sei anni?

Le questioni tecniche e amministrative sono oggetto in queste ore di una verifica minuziosa al Dipartimento di Pubblica sicurezza, che sta preparando i documenti per il ministro Alfano quando riferirà in Parlamento. Il capo della Polizia, Alessandro Pansa, non si era ancora insediato il giorno in cui scattò l'operazione, il 29 maggio.

Ma è altrettanto certo che il questore di Roma, Fulvio Della Rocca, ha informato e condiviso con il Dipartimento di Ps tutta l'attività di polizia messa in campo, dalla potenziale cattura del latitante fino al rimpatrio di madre e figlia. E qui comincia la parte più delicata e imbarazzante della vicenda perché è impensabile - fino a prova contraria - che di qualunque iniziativa, per un caso del genere, non siano stati informati i livelli superiori, fino a quelli politici.

Questo allora è il passaggio di fuoco: se tutti i passi dell'operazione di polizia dalla questura attraversano, sul piano informativo, i vertici del Dipartimento Ps, il gabinetto del ministro e lo stesso Alfano, la conseguenza è che il ministro dell'Interno era informato e consapevole. Di più: aveva dato il suo consenso - c'è da immaginare - per i principali passaggi svolti, non solo il blitz per la presunta cattura del latitante.

Così ora gli aspetti controversi delle carte bollate, come il passaporto (vero o falso) rilasciato dalla Repubblica Centrafricana per la signora Shalabayeva, diventano secondari. Di fronte a una giustificazione politica, tutta da argomentare, della necessità di rimpatriare in fretta e furia una donna e una bambina di sei anni in un paese con livelli di democrazia e trasparenza molto dubbi.


4 - BLITZ, AFFIDO ED ESPULSIONE ECCO LE CARTE DEL "RAPIMENTO"
Davide Vecchi per "il Fatto Quotidiano"

Nel primo pomeriggio di venerdì 31 maggio avviene uno scambio tra la procura di Roma e l'ufficio immigrazione della questura: i magistrati vogliono sentire Alma Shalabayeva, su richiesta dei suoi legali, in merito al passaporto ritenuto falso, motivo per cui è indagata ed è quindi suo diritto essere ascoltata a spontanee dichiarazioni. Ma gli agenti rispondono via fax che il documento è contraffatto. Quindi il passaggio è inutile. In realtà si è poi accertato che il passaporto era autentico. Inoltre quel pomeriggio Alma era già in viaggio verso Ciampino dal Cie di Porta Galeria, dove era stata condotta appena due giorni prima.

"Di seguito alle intese telefoniche odierne, con riferimento al sequestro del passaporto diplomatico esibito dalla nominata in oggetto risultato contraffatto, si trasmette la nota del Ministero degli Esteri" del Burundi, "la nota verbale dell'Ambasciata del Kazakistan in Italia relativa alla reale identità della Shalabayeva alias Ayan". Inoltre, conclude fra l'altro il fax, "la Shalabayeva è nella condizione di essere rimpatriata, unitamente alla figlia minore".

Il fax firmato da Maurizio Improta, capo dell'ufficio immigrazione, è stato ricevuto dall'ufficio del procuratore capo, Giuseppe Pignatone e inviato all'attenzione anche del magistrato Eugenio Albamonte, alle 15.22 del 31 maggio. La moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, insieme alle figlia Alua di 6 anni, vengono nel frattempo portare a Ciampino. Qui, poco dopo le 18, viene stilato il verbale di affidamento della minore. Un verbale "redatto sottobordo", in pratica sulla pista ai piedi dell'aereo, si legge nel documento, "alla presenza del console onorario Nurlan Khassern".

La bambina viene affidata "all'ambasciatore del Kazakistan Yerzhan Yessirkepov". Che prende in consegna le due donne, le fa salire sul jet privato appositamente affittato al mattino alle 11 in Austria dal governo kazako, che lascia Ciampino alle 19 esatte.

La ricostruzione di quanto accaduto quel 31 maggio è solo una piccola parte dell'informativa della Digos allegata agli atti delle indagini sul rimpatrio forzato delle donne che sta mettendo in seria difficoltà il governo di Enrico Letta e in particolare il vicepremier e ministro dell'Interno, Angelino Alfano che sarebbe intervenuto direttamente, su espressa richiesta del regime kazako, senza coinvolgere Palazzo Chigi né il ministero degli Esteri né quello della Giustizia.

I documenti allegati agli atti riguardano il periodo dal 24 maggio in poi. In quella data, infatti, il dissidente Ablyazov viene intercettato, fotografato e filmato nel quartiere dell'Eur a Roma. In compagnia di alcuni familiari a passeggio e a bordo di un monovolume bianco. Per questo la Digos decide di organizzare il blitz nella villa che la famiglia ha affittato a Casal Palocco dove erano arrivate a inizio mese.

 

 

ALFANO ENRICO LETTA MARIO MICHELE GIARRUSSO LETTA E ALFANO ALMA SHALABAYEVA KAZAKHSTAN ABLYAZOV ABLYAZOV CON LA FIGLIA Mukhtar Ablyazov con moglie e figlia La moglie di Mukhtar Ablyazov con la figlia nazarbayev Nursultan Nazarbaev BERLU Vertice Osce in Kazakistan Nursultan Nazarbayev con Silvio Berlusconi x Claudio Favaterrr NAZARBAYEV CON LA TESTA DEL DISSIDENTE ABLYAZOV Terrorismo conferenza

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