zaia

ZAIA FOR PRESIDENT! (MEJO DI SALVINI)- LA LEGA HA STRAVINTO IN VENETO ANCHE GRAZIE AL METODO-ZAIA: NIENTE LAGNE SU ‘ROMA LADRONA’ MA SOSTEGNO ALLE AZIENDE E ACCORDI CON GLI IMPRENDITORI - LA LISTA CIVICA DEL GOVERNATORE HA PRESO PIÙ VOTI DEL CARROCCIO

Eleonora Vallin per “la Stampa”

 

ZAIAZAIA

Luca Zaia da solo vale un partito: la sua civica ha incassato il 23,1% delle preferenze, il 5% in più sulla Lega Nord (17,8%). «Merito della buona amministrazione» dice il governatore. «La sua Giunta si è data da fare» asseriscono le categorie economiche tutte, ancora pressate dalla crisi. Non solo: «Zaia ha saputo intercettare una delle dimensioni fondamentali della cultura veneta - spiega il sociologo Daniele Marini -: lavorare con onestà e a testa bassa senza lamentarsi». 
 

E gli imprenditori hanno apprezzato. «Zaia ha ereditato una gestione imperiale, quella di Galan: grandi fondi ed espansione senza briglie. È arrivato nel mezzo della più grave crisi mondiale, ma non si è mai lamentato proprio come gli imprenditori che mugugnano, ma fanno.

salvini e zaiasalvini e zaia

 

Non ha più accusato ‘Roma ladrona’ e, nonostante i tagli, ha tenuto duro» conferma Marco Michielli, presidente veneto di Federalberghi e Confturismo, comparto che tra l’altro si è visto in questi anni decurtare qualcosa come 33 milioni (da 42 a 9) dalla Regione. Anche gli industriali e gli artigiani sono compatti: «La Giunta ha sostenuto le imprese durante la crisi; è stata in prima linea, sfruttando tutti i fondi a disposizione per la formazione, il ricollocamento delle risorse e nuova occupazione» risponde Confindustria.

 

LUCA ZAIA SPEZZA IL PANE LUCA ZAIA SPEZZA IL PANE

«Abbiamo cercato insieme di evitare fino alla fine i licenziamenti - ricorda Luigi Curto, presidente di Confartigianato Veneto - e si sono create le condizioni per una nuova imprenditoria: start up di giovani e al femminile. Anche la battaglia sulla formazione è stata vinta - aggiunge - qui in regione funziona ed è coerente con la richiesta delle aziende. Ora bisogna riportare il manifatturiero al centro, difendere il made in Italy ed estendere la banda larga. La Regione deve anche aiutarci, con il supporto della finanziaria regionale, nelle contro-garanzie per riaccedere al credito».

LUCA ZAIA LUCA ZAIA

 

E parla di «grandi responsabilità» anche Roberto Zuccato, leader degli industriali veneti, che ha consegnato a Zaia il Manifesto2020 con i punti salienti della politica industriale. Focus, prima di tutto, sulla «formazione professionale e il capitale umano di cui abbiamo bisogno. Ora ci aspettiamo il Politecnico - dice Zuccato - la messa in rete di tutta la formazione professionale collegata all’Università». 
 

Luca zaia e fansLuca zaia e fans

Positivo il giudizio delle categorie anche sulle infrastrutture: «Qualcosa si è mosso» spiegano alludendo alla Pedemontana veneta e la Tav, di cui si è sciolto il nodo del passaggio vicentino. Molto è ancora da fare, ma gli imprenditori mettono le mani avanti: «Sappiamo che i soldi sono pochi». A domandare risorse c’è il turismo che auspica un rilancio del portale regionale e il miglioramento dei collegamenti dall’aeroporto alle località di destinazione turistica. Tra le richieste anche il riavvio del tavolo per sburocratizzare la regione. Un obiettivo condiviso dagli agricoltori da sempre bacino di voti importante per Zaia.

 

LUCA ZAIA E RENZO BOSSILUCA ZAIA E RENZO BOSSI

La Coldiretti è solo in parte soddisfatta e il presidente Giorgio Piazza precisa: «Essere dalla parte dell’agricoltura significa individuare strategie per lo sviluppo e il consolidamento delle filiere per evitare che gli operatori siano in balia degli eventi». «Dalla riforma dei distretti ad altre iniziative è chiaro che Zaia è andato incontro alle categorie - conclude Marini-. Ma al di là degli elementi concreti, a vincere è lui: il suo presentarsi come amministratore e non come politico. Zaia ha costruito relazioni dirette con le persone e sbaglia chi pensa che quello dei veneti sia un voto dato alla Lega di Salvini. Dopo il forza-leghismo siamo in presenza di un nuovo Zaia-lighismo, tutto a favore della Liga veneta».

 

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”