ugo zampetti

LO ZAMPINO DI ZAMPETTI - SENZA IL SEGRETARIO GENERALE DEL QUIRINALE L'ESECUTIVO GRILLO-LEGHISTA NON SAREBBE MAI NATO E MATTARELLA SI SAREBBE ARRESO PRIMA - LA PATERNITÀ DI ZAMPETTI AVRÀ I SUOI RIFLESSI ANCHE NEL DISEGNARE LA TECNO-STRUTTURA CHE ACCOMPAGNERÀ IL GOVERNO E IN MOLTI CASI GOVERNERÀ NELL'OMBRA PIÙ DEI MINISTRI…

Franco Bechis per “Libero Quotidiano”

 

mattarella conte zampetti

C'è un solo nome da fare per capire qualcosa dei roboanti tre mesi che hanno portato alla formazione del governo di Giuseppe Conte: Ugo Zampetti. Non ci fosse stato il segretario generale del Quirinale probabilmente quell' esecutivo non sarebbe mai nato, e di sicuro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si sarebbe per carattere e per storia politica arreso assai prima. Zampetti che - come lo fu al suo tempo Gaetano Gifuni - è il più alto e potente funzionario pubblico, ha insistito fino all' ultimo, anche a costo di stravolgere ogni prassi istituzionale.

 

UGO ZAMPETTI

Probabilmente il dream team del Quirinale avrebbe fatto a meno volentieri di portare al governo Matteo Salvini, che spaventa assai più di Luigi Di Maio e del M5S, ma non c'era altra possibilità. E chi conosce bene Zampetti racconta come il suo principio fondamentale sia quello di cercare di ricondurre ogni tentazione estrema nell' alveo parlamentare.

 

Operazione che con i 5 stelle aveva già avuto tentativi riusciti la scorsa legislatura, fin dal primo giorno, quando Di Maio venne eletto vicepresidente della Camera e all'epoca Zampetti era ancora segretario generale della Camera (il secondo più longevo nella storia repubblicana, visto che iniziò nel 1999 con Luciano Violante).

 

ZAMPETTI MATTARELLA

Questa caparbietà nel domare il drago grillino ha portato più di una sbavatura istituzionale, come è accaduto prima delle elezioni quando fu Zampetti a ricevere la lista dei ministri del possibile governo a cinque stelle: lista che poi è stata sfrondata dalla necessaria alleanza con Salvini, ma che per qualche pedina si è tradotta in realtà, visto che nel vero governo sono effettivamente entrati (qualcuno in posizione diversa) lo stesso Di Maio, Conte, Adriano Bonafede, Riccardo Fraccaro, Elisabetta Trenta, Sergio Costa e Alberto Bonisoli.

 

ZAMPETTI UGO

La paternità di Zampetti avrà i suoi riflessi anche nel disegno della tecno-struttura che accompagnerà la squadra gialloverde e in molti casi governerà nell'ombra più dei titolari che non hanno esperienza ministeriale con pochissime eccezioni (Paolo Savona e Enzo Moavero).

 

Visto che si capiva da tempo che il M5S avrebbe fatto il salto dall'opposizione al potere, molti alti funzionari e grand commis si erano fatti sotto per tempo, collaborando in modo non sempre visibile con i grillini. Un ruolo di primo piano l'ha avuto in questa operazione l' uomo-ombra di Di Maio, quel Vincenzo Spadafora che aveva un' agenda fitta di numeri e relazioni importanti essendo saltato di volta in volta su diversi carri (da quello di Francesco Rutelli a quello di centrodestra all'epoca in cui Mara Carfagna era ministro e disegnò per lui il Garante dell'infanzia).

 

RIVOLUZIONE MA NON TROPPO

luigi di maio e matteo salvini

La filosofia «rivoluzionaria» dei grillini non è mai stata tale all'interno delle istituzioni. Anzi. La prima cosa che li ha contraddistinti già nel 2013 è stato l'armistizio siglato con la tecnostruttura. Mai una polemica sul personale della Camera, mai un attacco a questo o quel dirigente. L'esatto contrario di quel che fece Matteo Renzi. Quella rete del potere reale del palazzo, il cuore del governo oggi non è affatto ostile ai grillini, e avrebbe avuto assai più problemi con il solo Salvini. I cinque stelle non sono temuti perché - a torto o a ragione - vengono ritenuti manovrabili, sensibili ai consigli di questi signori-ombra.

 

Roberto Garofoli, consigliere di stato

Così in queste ore proprio gli uomini più potenti di questi lustri, che hanno fatto il bello e il cattivo tempo con governi di natura assai diversa, sono tornati in campo per ambire alle stanze dei bottoni del nuovo esecutivo. Uomini come Vincenzo Fortunato, il gran mandarino del ministero dell'Economia (ma anche buon conoscitore della Giustizia, degli Esteri e delle Infrastrutture), che è riuscito ad essere di stretta fiducia di personaggi diversissimi fra loro come Giulio Tremonti, Antonio Di Pietro e Mario Monti.

VINCENZO FORTUNATO SCUOLA ECONOMIA

 

O come Roberto Garofoli, che da anni fa la spola fra palazzo Chigi e il Tesoro. O ancora Vito Cozzoli, cresciuto nella squadra degli Zampetti boys, già fedelissimo di Federica Guidi e ora sembra dello stesso Di Maio.

 

Ma la lista di chi ha aperto il cuore ai 5 stelle è già lunghissima (da Francesco Sylos Labini del Cnr a Roberto Moneta dell' Enea, dall' ex capo ufficio analisi dei servizi Alfredo Mantici all' ex prefetto Adriano Soi) ed è destinata ad allungarsi molto: bastava osservare la lunga fila di stellette, carabinieri e funzionari che la sera del primo giugno aspettava nei giardini del Quirinale di presentarsi al giovane vicepresidente del Consiglio che aveva appena giurato. Anche loro pronti a giurare fedeltà.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz ursula von der leyen manfred weber giorgia meloni

DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO DEI NAZI DI AFD NELLE FILE DELL’OPPOSIZIONE, TUTTO È CAMBIATO - E DAVANTI A UN’EUROPA DI NUOVO IN PIEDI, DOPO IL KNOCKOUT SUBITO DAL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, PER LA ‘DUCETTA’ SI PREPARANO GIORNI ALL’INSEGNA DELLE INVERSIONI A U – OGGI L’ITALIA HA VOTATO CON L'EUROPA LA RISOLUZIONE SULL'INTEGRITÀ TERRITORIALE DI KIEV, CONTRO GLI STATI UNITI – CAPITA L’ARIA NUOVA CHE TIRA, SULLE AGENZIE È SBUCATA UNA NOTA FIRMATA DAL “GENIO” DI FAZZOLARI, CHE AVRÀ FATTO RIZZARE I PELI DI TRUMP E PUTIN MESSI INSIEME: “LA VOGLIA DI LIBERTÀ DEL POPOLO UCRAINO CHE È STATA PIÙ FORTE DELLE MIRE NEO IMPERIALI DELLE ÉLITE RUSSE” - CERTO, SE NON AVESSE DAVANTI QUELL’ANIMALE FERITO, E QUINDI DAVVERO PERICOLOSO, DI MATTEO SALVINI, LA STATISTA DELLA GARBATELLA FAREBBE L’EUROPEISTA, MAGARI ALL’ITALIANA, CON UNA MANINA APPOGGIATA SUL TRUMPONE – MA ANCHE IN CASA, C’È MARETTA. OGGI IL VICEMINISTRO DEGLI ESTERI E COORDINATORE NAZIONALE DELLA DIREZIONE DI FDI, EDMONDO CIRIELLI, HA IMPLORATO MERZ DI FARE IL GOVERNO CON I POST-NAZI DI AFD…

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

A LUME DI CANDELA - “QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…