putin

LO ZAR DEL MEDIO ORIENTE – OGGI A SOCHI (SARA' LA NUOVA YALTA?) PUTIN OSPITA ERDOGAN E ROHANI. CON TURCHIA E IRAN VUOLE RIDISEGNARE I GIOCHI DI POTERE NELLA SPONDA SUD DEL MEDITERRANEO – INCONTRO A SORPRESA CON ASSAD E TELEFONATE CON TRUMP, NETANYAHU E RE SALMAN DELL'ARABIA SAUDITA

 

Giuseppe Agliastro per La Stampa

 

assad putin

Putin è pronto a raccogliere i frutti dell' intervento militare russo in Siria. Dopo aver ribaltato le sorti del conflitto a favore del regime di Damasco, lunedì il leader del Cremlino ha incontrato in gran segreto Bashar al Assad: il presidente siriano che probabilmente non sarebbe più tale senza i raid aerei russi lanciati nel settembre di due anni fa. I due alleati si sono abbracciati lunedì a Sochi alla vigilia di un evento che potrebbe essere una solenne conferma del ruolo fondamentale svolto da Mosca nelle trattative per plasmare il futuro ancora incerto del paese levantino.

vladimir putin con hassan rohani

 

La città russa sul Mar Nero ospiterà infatti oggi un vertice sulla Siria dei capi di Stato di Turchia, Russia e Iran: una sorta di Yalta del Medio Oriente in cui Putin sarà più di un semplice padrone di casa alla ricerca di soluzioni alla crisi che siano condivise anche da Erdogan e Rohani. La centralità della Russia nella questione siriana è riconosciuta da tutti.

 

PUTIN ERDOGAN

E nelle tre ore a tu per tu con Assad, Putin ha sottolineato che «la lotta al terrorismo in Siria è prossima alla fine»: segno che per il Cremlino si avvicina non solo la sconfitta dell' Isis, ma anche il momento di tirare le somme. E questo al di là delle indiscrezioni dei media secondo cui il presidente russo vorrebbe completare l' operazione in Siria in dicembre lasciando sul terreno solo uomini e mezzi necessari per il funzionamento delle basi militari.

PUTIN SALMAN

 

Russia, Turchia e Iran sono i tre Paesi che in questi mesi hanno promosso i negoziati di Astana e la creazione di quattro zone di de-escalation in Siria, un modo per porre le basi per le future sfere di influenza. Mosca e Teheran appoggiano le truppe governative, mentre Ankara alcuni gruppi di ribelli. Il pomo della discordia al momento è però la questione curda: Putin ha invitato i curdi al Congresso di Dialogo nazionale da lui sponsorizzato. Ma i turchi non hanno gradito e hanno fatto saltare una riunione inizialmente in programma il 18 novembre.

 

putin netanyahu 2

Un compromesso però si può sempre trovare: l' approccio del Cremlino è pragmatico e Putin continua a tenere attivo il filo delle comunicazioni anche con Donald Trump e il re saudita Salman, con i quali ieri ha discusso al telefono in vista del vertice di oggi. Ma il presidente russo ieri ha parlato di Siria anche col premier israeliano Netanyahu, che teme l' influenza iraniana nel Paese, accresciuta dal «corridoio sciita» fra Baghdad e Damasco, ed è interessato a una zona di de-escalation a sud, vicino al confine con la Giordania.

 

donald trump e vladimir putin si stringono la mano

Lo stesso riservatissimo faccia a faccia con Assad - annunciato solo quando il dittatore siriano aveva fatto già ritorno in patria - è un simbolo del successo di Putin. Uno dei momenti più significativi è stato l' incontro tra Assad e i generali russi. «Vorrei presentarle delle persone che hanno svolto un ruolo chiave nel salvare la Siria», ha detto Putin al presidente siriano accusato di crimini contro l' umanità. Un modo per ricordare ad Assad che se è ancora in sella lo deve principalmente a Mosca.

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…