DAGOREPORT
MALAGO MONTEZEMOLO MALAGO MONTEZEMOLO RENZI
Ieri sera, all’Olimpico, Roma-Frosinone è andata di traverso a Giovannino Malagò. Il baldo presidente del Coni non ha potuto gemere di piacere per la prima vittoria della Maggica epoca Spalletti-bis a causa di ripetuti trilli che gli annunciavano una esecuzione catodica firmata Lilli Gruber. In contemporanea alla partita, andava in onda la puntata (registrata) di “Otto e mezzo” che aveva come tema la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 e la corruzione che accompagna italianamente tutte le Grandi Opere.
In campo, anzi in studio, contro il progetto olimpico di Malagò e Montezemolo, la Gruber aveva apparecchiato intorno al tavolo il battagliero segretario dei Radicali Riccardo Magi e Alberto Vannucci, professore di Scienza Politica all’Università di Pisa (dal 2010 coordina il Master universitario in “Analisi, prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e della corruzione”). Dall’altra parte, veniva schierato l’ex assessore del Comune di Roma, il vispo Stefano Esposito.
Facile immaginare il violentissimo attacco messo in atto dal segretario dei radicali contro Montezemolo, deus ex machina degli stadi di Italia '90 e contro Megalò Malagò per come ha gestito le piscine dei Mondiali del Nuoto a Roma. D'altra parte Esposito non si è sprecato più di tanto nel difenderli, bensì ha sottolineato il buon esito (senza strascichi giudiziari) delle Olimpiadi invernali di Torino del 2006 concludendo che, a questo punto di sfiducia, sarebbe meglio chiudere la bottega della politica e dedicarsi alla pastorizia. Amen.
Riferita nel padiglione auricolare di Malagò, la puntata lo ha letteralmente imbufalito. Ha chiamato tutti, incazzandosi con tutti, dalla Gruber a Urbanetto Cairo, lamentandosi che nessuno l’avesse avvertito della puntata e della scelta di essere non-difeso da Stefano Esposito.
Alla fine, mentre la Rometta rifilava tre pallini ai ciociari, non sapendo a chi santo rivolgersi alle 22 del sabato sera, ha cercato conforto in un suo vecchio amico, Enrichetto Mentana. Mal gliene incolse. Perché Er Mitraglia de La7 gli avrebbe replicato che un giornalista ha diritto di invitare chi vuole ai talk, senza nessun obbligo di avvisare chicchessia, né tantomeno di chiedere alla “vittima” il nome del difensore gradito. Una risposta tosta che ha definitivamente rovinato il sabato del presidente del Coni.