spalletti testata

CALCIO DOTTO – A SPALLETTI CONSIGLIO DI SCAPPARE: ROMA E’ UN AMBIENTE DI MERDA. LUI HA SUBITO OFFESE TREMENDE E LA SOCIETÀ NON LO HA AIUTATO - PICCOLA DOMANDA: ERANO PSICOLABILI ANCHE LUIS ENRIQUE, RUDI GARCIA, ZEMAN E RANIERI O LO STESSO FABIO CAPELLO, ANDATO VIA DI NOTTE. PERCHÉ SCAPPANO TUTTI DA ROMA? - VIDEO

spallettispalletti

 

Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia

 

Avete una barba da grattarvi? Meglio così. Rassegnatevi a tre mesi di nulla. Per fortuna che ogni tanto muore uno come Chuck Berry. Questo è il campionato italiano: un pendolo tra la noia e il tedio.

 

roma sassuoloroma sassuolo

Ucciso in testa dalla ripetizione pornografica del gesto juventino (vinco dunque sono), in coda dalla non meno pornografica ripetizione di Pescara, Crotone e Palermo, aggiungo Empoli (perdo dunque sono). Dodici squadre su venti si svegliano e si svogliano la mattina non avendo un obiettivo per cui esistere. Due fingono di averne uno (Juventus e Fiorentina). Restano Roma e Napoli a battersi per il concetto che vincere in Italia è arrivare secondi, Lazio, Inter, Atalanta e Milan per lo strapuntino in Europa. Punto.

 

spallettispalletti

Per fortuna c’è Lucio Spalletti. Due spanne sopra tutti. Sto dalla sua parte, lo dico subito. Mai preso un caffè con lui e non so nemmeno se avrei voglia di prenderlo. E’ il tipo che gode di più a farsela con i detrattori. Fino a due settimane fa lo esortavo a tener duro, a non mollare. Ora gli dico, ma probabilmente se lo dice da solo, scappa, metti più distanza possibile tra te e questa città.

 

Userò un delicato eufemismo per spiegarlo. Roma non è un ambiente difficile, no. Roma è un ambiente di merda. E voglio dire proprio merda. Ogni mattina saltano fuori dalle lenzuola, mediamente e mediaticamente, e prendono il volo, si fa per dire, decine di mosche stercorarie. Si sgrullano il pisello (e non ditemi che le mosche non hanno il pisello) e guardano obesi l’orizzonte. Chi o cosa possiamo smerdare oggi? Non sono nemmeno cattivi. Sono, per lo più, boriosi cazzoni in eterna luna di miele con se stessi. Il peggio della romanità boriosa, cafona e cazzona. Dagli un microfono o una tastiera e non si contengono più. Si confondono nel mucchio, ma sono quelli che si fanno più notare, rumorosi e disinibiti, ma non perché hanno sconfitto l’inibizione.

salahsalah

 

Sono nati così, meglio sbracciare ogni mattina nella merda, e c’è pure qualcuno che ti paga e ti applaude, che lavorare. Tolgono luce a quelli bravi e un po’ fessi, non pochi, che ci credono ancora al mestiere. Questa è Roma. Unica al mondo. Anche a Napoli e Buenos Aires, radio, web e giornali impazzano. Ma lo fanno con teatralità o passione. A Roma lo senti, lo avverti, che l’invettiva sale apatica da un rigurgito post-prandiale.

spallettispalletti

 

Torniamo a Lucio. Adesso hanno deciso che è un caso psichiatrico. Dacci oggi il nostro schizzo di merda quotidiano. Due sentenze buttate lì e vai, un’altra anima nel cesso. Avanti un altro. Piccola domanda: erano psicolabili anche Luis Enrique, Rudi Garcia, gli stessi Zeman e Ranieri? Lo stesso Fabio Capello, scappato via di notte. Perché scappano tutti da Roma? Qualcuno se lo chiede? Qualcuno si risponde? E se non sono le palate dei media, sono gli sputi e le minacce degli analoghi in curva (già dimenticata Roma-Fiorentina, De Rossi che torna nello spogliatoio tappezzato di saliva romanista?).

Perché Luis Enrique, uomo e allenatore di prima qualità, invecchiato di trent’anni, si congeda con la sublime per quanto intimista domanda: “Che cosa ho fatto per meritare tutta questa merda?”.

INZAGHI SPALLETTIINZAGHI SPALLETTI

 

La merda che torna, ancora, pubblica e privata (parlate off record con i dirigenti che sono passati e poi scappati da Trigoria, se volete altra materia scatologica). Perché il nobile Rudi Garcia, uomo e allenatore di primissima qualità, invecchiato di quindici anni, trasforma i suoi ultimi confronti con i media in un catenaccio di protesta, sì, ma anche di rassegnazione?

 

SPALLETTISPALLETTI

Ho davvero creduto che Spalletti fosse diventato, negli anni pietroburghesi, la reincarnazione latina di Rasputin. Ho tifato perché dietro i suoi svenimenti in campo, i crani picchiati a farsi male, gli allucinati e meravigliosi sermoni tattici, contro ogni buona regola della comunicazione, ci fosse uno sciamano capace di scrollarsi di dosso gli schizzi di merda. Con un lieve e carismatico gesto della mano. Mi sbagliavo. L’ultimo Spalletti è sul solco di Luis Enrique. Quello del cedimento emotivo. Della tortura quotidiana. Ne replica anche, chissà se consapevole, le parole: “Che cosa ho fatto per meritare tutto questo?”, dice dopo Roma-Lione. Allude alla quantità industriale di sfiga che lo ha abbattuto, ma quello che parla in lui, quello che conta, si riferisce in realtà sempre alla stessa cosa, sempre alla stessa merda.   

roma sassuolo 2roma sassuolo 2

 

Da queste parti puoi esistere solo se riesci a volare alto e sprezzante. Se finisci con la gomma nel fango (illuminante metafora che Spalletti usa per raccontare la Roma, in realtà raccontando se stesso), non ne esci. Diventi sì un caso da manicomio. Invecchi e ti debiliti. Se non sei un androide dentone che si fa plagiare dal Codice di Boniperti e preferisce dimenticare d’essere partito da Livorno, la città più anarchica del mondo.

 

spalletti con la deloreanspalletti con la delorean

Se resti invece quel ragazzo di provincia, che si porta dietro tutto e non dimentica sgobbo e umiliazioni, oggi straricco sì e lo fai notare, un po’ buzzurro ma come ti capisco, maniaco e anche un po’ sulfureo, che si dice “sfigato”, con una struggente per quanto dissennata e inusuale fuoriuscita pubblica del proprio tormento interiore (l’equivalente del cranio sbattuto sul tavolo). Perle regalate ai porci. Ma i porci non distinguono, non decifrano, prendono tutto alla lettera e chiedo scusa ai porci, animali notoriamente dall’intelletto fine.

 

dzeko 1dzeko 1

Spalletti ha subìto offese tremende in questo suo ritorno a Roma. Non gli hanno risparmiato nulla, giornalisti, tifosi e mogli. Altri si fanno scivolare tutto addosso. Lui no. Abbiamo capito che lui non dimentica. Che quando si presenta alla festa di Totti con la copia del disco “Piccolo uomo” sta goffamente mimando il gesto dell’uomo di mondo, l’uscita elegante dal cul de sac che invece lo stritola e lo ferisce. Nel mondo pecoreccio dello show e dei social nostrani gli insulti vanno e vengono, in quello di Lucio restano marchiati a sangue. Lucio sapeva cosa gli sarebbe toccato, era un mondo che conosceva e già lo aveva ustionato una volta.

 

SPALLETTISPALLETTI

Immaginava di poterlo dominare stavolta e si sbagliava. Sapeva anche dell’imperversante idolatria tottiana. Ma l’ha sottovalutata o pensava di poter dominare anche questa. Si sbagliava più che mai. La società non lo ha aiutato. Non può farlo. Impotente e anche un po’ ignava. Prigioniera lei per prima dell’equivoco di Mamma Roma, di una città lupa che ama e allatta il suo cucciolo prima ancora della sua squadra. Unica, Roma, anche in questo.

 

Sono cresciuto nel vizioso mondo degli oratori con l’iperbole in testa che, quando arrivano i nostri, questi, travestiti da sceriffi, settimo cavalleggeri o marines, sono sempre americani. James Pallotta, travestito da romanista, sembra chiaro, non è venuto per salvarci. Ma forse neanche loro, i marines, sbarcavano per questo. Magari, una volta di più, il loro business coinciderà con la nostra felicità.

 

SPALLETTISPALLETTI

Certo, mi sento di dire che nessuno a Trigoria ha saputo spiegare a Pallotta cosa vuol dire il calcio a Roma, nella Roma. Errore drammatico. Di una società elegante e telegenica, ma lontana dal dunque e dalla gente, che, quando respira, non lascia sui vetri di Trigoria la traccia del suo fiato, tanto appare evanescente.   Peccato. Perché Lucio e Roma, la Roma, sarebbero fatti in realtà per amarsi, se fossero liberi di amarsi.

 

   

SPALLETTI 2SPALLETTI 2SPALLETTISPALLETTIspalletti col disco di mia martini piccolo uomospalletti col disco di mia martini piccolo uomo

 

ROMA MILAN SPALLETTIROMA MILAN SPALLETTI

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…