Francesco Persili per Dagospia
Metti un altro oro nel mirino. Dopo il primo posto nella 10 metri ad aria compressa Niccolò Campriani trionfa anche nella carabina 50 metri 3 posizioni e si conferma campione olimpico della specialità.
La settima meraviglia d’oro per l’Italia arriva grazie a un cecchino infallibile, che stavolta deve ringraziare anche il nuovo format regolamentare e la compagna Petra Zublasing che gli ha prestato la carabina. “Oggi sono stato fortunato. Sono entrato come ottavo in finale”, confessa dopo la premiazione l’atleta azzurro protagonista di un “garone” con finale da batticuore.
Dopo 30 tiri Campriani è in testa a pari punteggio con Kamenskiy. Nella serie in piedi il russo balza al comando. Il tiratore delle Fiamme Gialle risponde con un 10.8 da sballo. La sfida si accende. La paura di sbagliare, il bersaglio che diventa sempre più piccolo, emozioni sulle montagne russe.
Nei colpi finali Campriani sa cogliere l’attimo fuggente, tira un 10.3 e si riprende la testa. Poi sbaglia e viene sorpassato di nuovo dal rivale.10.5 Campriani, 10.4 Kamenskiy, il russo è ancora avanti di un decimo. L’atleta fiorentino arriva all’ultimo colpo con un ritardo di sei decimi. 9.2, sorride. E’ consapevole, forse, di aver buttato al vento l’occasione. Ma non calcola il suicidio sportivo di Kamenskiy che con un 8.3 regala l’oro bis a Campriani.
“Non era l’ultimo colpo solo per me”, ironizza al termine della gara il campione olimpico che poi ammette: “Non ne avevo più, nella serie in piedi non girava più niente. E’ stata una settimana pazzesca. In questa settimana ho dormito poco. Negli ultimi colpi ero scarico emotivamente. L’oro? Un regalo che dedico a chi mi è stato vicino in questi 16 anni. Mi sento di dire che oggi Kamenskiy è stato più forte di me. L’unico errore che ha fatto è quello di aver voluto tirare dopo di me”.
È la seconda medaglia d’oro per il tiro a segno italiano. E per Campriani, che nei giorni scorsi aveva ventilato l’ipotesi del ritiro: “Ero sicuro che sarebbe stata l’ultima gara, però mi sono divertito molto. Vedremo cosa succederà”.
2. CAGNOTTO SALUTA CON UN BRONZO - Un tuffo al cuore. Dopo l’argento nel sincro, Tania Cagnotto agguanta il bronzo nella finale del trampolino da tre metri e cancella l’amarezza di Londra e di quel terzo posto svanito per 20 centesimi di punto.
La tuffatrice azzurra, alla sua quinta partecipazione olimpica, mette la parola fine a una carriera straordinaria con il punteggio record di 372.80 superando all’ultimo tuffo la canadese Abel. Le cinesi Shi Tingmao e HeZi, rispettivamente oro e argento, fanno gara a parte. La Cagnotto chiude la seconda rotazione al terzo posto con un vantaggio di sei punti su Jennifer Abel. “Voglio che sia una gara da ricordare”, aveva detto l’atleta azzurra prima della finale. Promessa mantenuta. La lotta per il terzo posto è un duello appassionante. Il doppio e mezzo carpiato con avvitamenti manda avanti la Abel prima dell’ultimo volo che porta Tania sul podio.
Finale da libro Cuore con l’abbraccio di Tania al padre Giorgio, leggenda azzurra dei tuffi, e con le lacrime di He Zi dopo la proposta di matrimonio in mondovisione del compagno tuffatore. “Non pensavo di tornare a casa con due medaglie, volevo solo godermi questa ultima gara”, assicura Tania Cagnotto: “All’ultimo tuffo pensavo solo di fare 80 punti, poi è arrivato questo bronzo che vale come un oro. Incredibile. La dedica? A mia madre e soprattutto a mio padre che ci teneva tantissimo, forse più di me”.
PROPOSTA MATRIMONIO CINA TUFFI
La delusione di Londra è ormai prescritta: “Mi ha fatto star male ma forse doveva andare così”, aggiunge l’atleta azzurra. La sua è la ventesima medaglia per l’Italia ai Giochi di Rio. Indimenticabile. Come la carriera di Tania, la più grande tuffatrice italiana di tutti i tempi. “E’ stato bello tutto. Ho cercato di godermi ogni momento. La nuova vita? Senza più lo stress da gara. Questo è quello che non mi mancherà. Poi mi mancheranno tante altre cose. Ma non potevo dare di più. Ho dato veramente tutto”.
SPADE D’ARGENTO - L’Italia della scherma saluta i Giochi di Rio con il secondo posto della squadra di spada maschile. Dopo essersi sbarazzati di Svizzera e Ucraina, Enrico Garozzo, Marco Fichera, Paolo Pizzo e Andrea Santarelli si inchinano alla Francia (45-31). Match senza storia: troppo forti i transalpini trascinati da un Borel incontenibile (10-5 il parziale contro Enrico Garozzo, numero 5 del ranking mondiale). Per l’Italia è la ventunesima medaglia che gli azzurri hanno dedicato alla ricercatrice Lia Vassena, moglie del mental coach della Nazionale Luigi Mazzone, scomparsa l’anno scorso. La scherma chiude l’avventura olimpica con 1 oro e tre argenti: un bilancio perfettamente in linea con le previsioni della vigilia.
CAGNOTTO PADRE E FIGLIA DALLAPE' CAGNOTTO CAGNOTTO DALLAPE'
niccolo campriani 2 CAMPRIANI 2 CAMPRIANI campriani