Annalisa Grandi per www.corriere.it
José Mourinho e il denaro nascosto in Nuova Zelanda utilizzando conti intestati alla moglie. Cristiano Ronaldo e 150 milioni di euro nascosti in paradisi fiscali, tra cui le Isole Vergini britanniche, per non pagare al fisco le tasse sui proventi dei diritti di immagine. È un terremoto, quello che lo spagnolo «El Mundo» e il tedesco «Der Spiegel» definisce «Football Leaks»: milioni di file che rischiano di sconvolgere il calcio internazionale, svelando affari offshore di alcuni dei nomi e dei volti più noti del mondo del pallone.
Due i nomi su tutti, quelli di José Mourinho e Cristiano Ronaldo, ma ad essere coinvolti sarebbero anche club italiani, Juventus, Inter, Milan, Roma, Napoli e Torino. Un’inchiesta frutto del lavoro di indagine da parte dell’Eic, Europea Investigative Collaboration, una rete di 60 giornalisti di tutta Europa.
cristiano ronaldo lacrime di gioia
Il «cervello» dell’intero sistema sarebbe l’agente Jorge Mendes, il procuratore sportivo più potente al mondo. Portoghese, si occupa dal 2004 tra gli altri proprio di José Mourinho e Cristiano Ronaldo. Con la sua consulenza, i due, secondo i file di «Football Leaks», sarebbero riusciti a nascondere denaro al fisco per milioni di euro.
MOURINHO E I CONTI OFFSHORE
Nel caso di Mourinho, la rete tracciata da Eic porta fino dalle Isole Vergini Britanniche, paradiso fiscale nei Caraibi, fino alla Nuova Zelanda. Nel 2004, anno del suo ingaggio al Chelsea, Mou trasferisce i diritti di immagine alla società Koper Services, con sede proprio nel paradiso fiscale. Qui finiscono praticamente in toto oltre 2 milioni di euro tra il 2004 e il 2009.
Nel 2008 la rete dalle isole Vergini Britanniche si sposta in Nuova Zelanda, dove il tecnico costituisce il Kaitaia Trust, una fondazione di cui sono beneficiari la moglie e i figli. Qui finisce a partire da quell’anno il denaro che arriva alla Koper Services. Tra il 2010 e il 2015 l’allenatore riceve altri 8 milioni di euro sempre per i diritti di immagine dal Real Madrid. Su quei soldi, il tecnico risulta abbia pagato solo il 6% di tasse.
CRISTIANO RONALDO E I 150 MILIONI DI EURO
Cristiano Ronaldo è l’altro grande nome che compare nello scandalo «Football Leaks». L’asso del Real Madrid, tre volte Pallone d’Oro, avrebbe nascosto in paradisi fiscali almeno 150 milioni di euro, anche questi derivanti dai diritti d’immagine. Tutto inizia, secondo quanto si legge su «El Mundo», nel 2009, prima del suo arrivo a Madrid. Ronaldo trasferisce i suoi diritti di immagine alla società Tollin Associates, con sede nelle Isole Vergini Britanniche. Qui finiscono in cinque anni quasi 75 milioni di euro.
jorge mendes cristiano ronaldo
Nel 2015 altre due società, sempre con sede nel paradiso fiscale, acquisiscono i diritti di immagine del giocatore portoghese, fino al 2020, per altri 75 milioni di euro. L’operazione viene gestita da Mint Capital, società legata a Peter Lim, uomo d’affari di Singapore. Il totale: 150 milioni, per cui il tre volte Pallone d’Oro ha pagato meno del 4% di tasse al fisco spagnolo.
LA REPLICA: «SEMPRE AGITO CON MASSIMA PROFESSIONALITÀ»
Il tecnico e il calciatore portoghese però respingono al mittente le accuse tramite il comunicato della società di Mendes Gestifute che garantisce di aver «sempre agito con il più alto grado di professionalità» e nella massima collaborazione «con le autorità dei Paesi in cui opera».
Né Cristiano Ronaldo, né Mourinho, si legge nel comunicato, «sono coinvolti in atti giudiziari che riguardano la Commissione frode fiscale». Nel testo si parla anche di un attacco informatico di cui sarebbero state vittime alcune aziende legate al mondo del calcio nel marzo 2016, «Le società si sono rivolte alla Corte di giustizia spagnola che ha vietato la pubblicazione di informazioni ottenute in seguito a questo attacco hacker».
L’ITALIA
Ma nei file di «Football Leaks» ci sarebbero riferimenti anche ad alcuni club di serie A italiani: Juventus, Milan, Inter, Roma, Napoli, Torino. Anche qui si parla di decine di milioni di euro finite in paradisi fiscali. «I pagamenti effettuati alle società controparti sono quelli previsti nei contratti sottoscritti - fa sapere la Roma, contattata dall’«Espresso» - sempre conformi alla normativa sportiva. Gli eventuali successivi trasferimenti di denaro effettuati dalle società controparti ad altre società non ci sono noti. Tra l’altro riteniamo anche che i trasferimenti di denaro dalle società controparti ad altre società non debbano essere neanche di nostro interesse».