M.Ner. per “la Stampa”
Con Mario Balotelli non resta che un aut aut sovversivo, da Anni 70: o sei parte della soluzione o sei parte del problema. Perché ieri Antonio Conte gli ha detto più o meno così: «Starà a lui cambiare, io non ho tanto tempo e per certe cose ne serve». Troppi hanno già tentato di redimerlo, fallendo: Mancini, Mourinho, Prandelli.
Conte non ha alcuna intenzione, né tempo appunto, di allungare la lista: «Non sono così presuntuoso da ritenermi diverso da questi grandi allenatori: il passato insegna che loro non sono riusciti a cambiare Balotelli - ha spiegato il ct parlando a Rai Sport prima dell’amichevole con l’Albania - quindi toccherà a lui». Scegliere tra l’evoluzione e l’estinzione.
Tra diventare un giocatore reale e far parte della Nazionale o restare virtuale e vedersela in tv. Del resto, Conte era stato chiaro fin dal principio: «O fa quel che dico, come tutti gli altri, o qui non torna: a Coverciano ci sono porte girevoli». E se quattro giorni di allenamenti non sono abbastanza per emettere scomunica, bastano per farsi un’idea: non delle migliori.
Di Balotelli non è in discussione il talento, macroscopico, ma l’atteggiamento: di attitudine al lavoro e tattico, perché entrambi hanno lasciato parecchio a desiderare. Anche se poi conviene ricordare le tavole della legge (di Conte): prima l’uomo, poi il campione. Su questo il ct ha parlato in generale, ma è chiaro come Balotelli non fosse troppo distante dal bersaglio: «Bisogna tornare umili e apprezzare il lavoro - ha sottolineato il ct - e faticare, se vogliamo andare avanti. Altrimenti sarà solo l’inizio della discesa». Previsioni cupe: «Il calcio italiano non va nel verso giusto e dobbiamo rendercene conto, per passare dalle parole ai fatti».
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Solo quelli contano. E pensare che Balotelli sarebbe pure d’accordo, a spulciare un suo tweet di qualche tempo fa: «Le chiacchiere eccitano solo gli stupidi, i fatti le persone intelligenti». Col senno di poi rischia di essere da zappa sui piedi, visto che Conte non è esattamente soddisfatto della settimana di allenamenti a Coverciano: «In generale mi aspettavo più partecipazione da tutti».
Tra i quali c’è anche a pieno titolo SuperMario, in versione molto Mini stavolta come già si era visto dopo due giorni di ritiro. Voce dallo spogliatoio: «Si stava allenando così così».
Impressione poi confermata nell’amichevole degli azzurri con l’Under 18, quando Balotelli spuntò in campo da quinto attaccante e quasi ultimo delle riserve. Segnando un golletto, ma pure sbagliando alcuni movimenti, tanto che Conte entrò sul prato per correggerlo: invece di dare via la palla di prima, in profondità all’esterno, aveva stoppato per poi prendere i suoi sentieri. Come fa un po’ troppo spesso. Più per se stesso che per gli altri.
Nel frattempo, Balotelli ha cambiato la fotina del suo profilo twitter, dove fino all’altro giorno c’era la faccia pluricromatica e un po’ schizzata di Joker, il cattivo del Batman nella trilogia di Christopher Nolan: al suo posto, è apparso uno scatto di SuperMario a tu per tu con don Massimiliano, il parroco di Coverciano, con l’indice da predica. Chissà che non sia il primo passo, anche se il consiglio è di fare in fretta: le vie del Signore sono infinite, quelle di Conte quasi finite.