
DUE RUOTE COL TRUCCO - MOTORINI NASCOSTI NEL TELAIO DELLE BICI DI 7 CICLISTI IN GARA. CONTROLLI DELLE AUTORITÀ? NO, TELECAMERE TERMICHE CAMUFFATE DELLA TV FRANCESE CHE HANNO SMASCHERATO LA SÒLA (VIDEO) - NIBALI: ''È PURE PIÙ SUBDOLO DEL DOPING. ANDREBBERO RADIATI''
1. LO SCANDALO DELLA BICI COL MOTORINO TUTTE LE PROVE DI CHI USA IL TRUCCO
Marco Bonarrigo per il ''Corriere della Sera''
Sette partecipanti a due importanti corse ciclistiche professionistiche italiane con un motorino elettrico nascosto nella bici. È successo lo scorso marzo alla Strade Bianche di Siena e alla Coppi & Bartali di Riccione. Controlli dell' Unione Ciclistica Internazionale?
IL MOTORINO nascosto NELLA BICICLETTA
No, immagini di telecamere termiche camuffate da attrezzature di ripresa del canale pubblico France Télévisions che racconta la vicenda oggi pomeriggio nel settimanale sportivo Stade 2. In cinque casi i motorini erano nel movimento centrale e spingevano sui pedali. In due nel pacco pignoni, per fornire trazione posteriore alla bici. La telecamera termica mostra sensibilissime variazioni di temperatura: gli esperti interpellati la spiegano solo col calore generato da un motore.
Di doping a motore si parla dal 2010 quando Fabian Cancellara vinse in sequenza Giro delle Fiandre e Parigi-Roubaix con azioni atletiche impressionanti. Contro di lui nessuna prova. Da allora voci, sospetti e un solo caso smascherato: la belga Van den Driessche ai Mondiali di cross del dicembre scorso. Incastrata con tecnologie sofisticate, annunciò l' Uci. Beccata dalla polizia che indagava su altro, spiegano fonti giudiziarie.
L' Uci utilizzò il caso per sbandierare l' efficienza dei controlli. Messa in discussione da Jean-Pierre Verdy, direttore uscente dell' Agenzia francese antidoping: «Lo scorso luglio ci arrivarono informazioni attendibilissime sull' uso di motori al Tour, con nomi e cognomi di atleti top. Avvertimmo l' Uci: nessuna risposta, nessun controllo».
Ma come funzionano i motori? Per scoprirlo partiamo dalla bottega di Alessandro Bartoli, a Empoli. Da qui, a 10 mila euro a modello, escono ogni settimana quattro bici da corsa indistinguibili da quelle normali ma con un propulsore cilindrico da 200 watt nel tubo obliquo. Brevettato in Austria, è il motore usato dai professionisti fino al 2014. L' abbiamo provato sulla salita di San Baronto: la potenza basta a un dilettante per staccare Chris Froome. Bartoli: «Ai clienti spiego che l' uso in corsa è vietato. Poi ognuno risponde alla sua coscienza».
la tv francese svela i trucchi delle bici con il motore 5
La maggior parte di queste bici esce senza marchi sul telaio: ognuno ci aggiunge quello che crede. Il motore austriaco oggi ha dei limiti: la potenza è troppa e non modulabile. Le telecamere termiche alla Strade Bianche evidenziano qualcosa di diverso: macchie arancioni nel movimento centrale, meno intense e più concentrate di quelle prodotte dalla bici di Bartoli. Macchie che si accendono in salita e si spengono in discesa.
Un chiarimento arriva a Budapest, nel laboratorio di Istvan Varjas, lo scienziato-stregone che rifornirebbe professionisti di vertice. Varjas accetta di mostrarci i motorini di ultima generazione, minuscoli (5 centimetri contro i 20 dell' austriaco) e leggeri, con potenza modulabile fino a 250 watt. Possono fornire trazione anteriore (nel movimento centrale) o posteriore, nel pacco pignoni, sono perfetti per atleti con altissima frequenza di pedalata.
Se l' Uci usasse la telecamera termica potrebbe scoprirli.
E invece? E invece i federali (che rifiutano la nostra richiesta di esaminare la loro attrezzatura) si muovono al villaggio di partenza delle corse con tablet per verificare la presenza di motori spenti. Si chiamano teslametri. Li abbiamo testati: sono poco affidabili per la natura sfuggente del campo magnetico. Alla Roubaix l' Uci ha controllato 196 bici ma senza sfiorare quelle dei big o cercare ruote e telai nelle ammiraglie, da cui quelle taroccate vengono tirate fuori al momento giusto.
Ma la tecnologia è già oltre. Varjas ci mostra un oggetto mitologico: una ruota a induzione magnetica. È una carcassa in carbonio con inserite all' interno placche magnetiche al neodimio. Grazie a un «ponte» generato da un magnete a spire nascosto sotto la sella, permette di guadagnare almeno 60 watt. La ruota, spiega Varjas, non è rintracciabile ai controlli se non si usa un rilevatore di campo potentissimo. Costa oltre 50 mila euro ed è nella disponibilità di pochissimi atleti.
la tv francese svela i trucchi delle bici con il motore 4
Il reportage di France Télé-visions si chiude con immagini inedite. Sono state girate a Verbania, al traguardo della 18ª tappa del Giro d' Italia 2015 quando Alberto Contador vinse la corsa rosa guadagnando terreno su Fabio Aru. A pochi minuti dall' arrivo l' Uci lanciò un controllo a sorpresa sulla bici dello spagnolo, nel mirino per un misterioso cambio di ruota del giorno precedente.
La bici venne sigillata con una fascetta e portata dietro al palco delle premiazioni, dove l' Uci aveva predisposto una tenda accessibile solo agli ispettori. Le immagini mostrano lo stranissimo armeggiare di Faustino Muñoz, storico meccanico del Pistolero, attorno alla ruota del fuoriclasse spagnolo e all' orologio che portava al polso. E poi, con una seconda telecamera nascosta, i «sofisticati» strumenti di controllo nella tenda: un martello con cui lo stesso Muñoz smontava il movimento centrale davanti a un ispettore distratto. E la ruota?
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2. NIBALI: «È COME RUBARE PER IL DOPING TECNOLOGICO CI VUOLE LA RADIAZIONE»
Paolo Tomaselli per il ''Corriere della Sera''
Vincenzo Nibali non usa troppi giri di parole. Lui che ha vinto Tour, Giro, Vuelta e che a maggio andrà a caccia della doppietta in maglia rosa, tratta duramente i colleghi «motorizzati».
«Per me equivale a rubare».
Nibali, le prove che pubblichiamo dell' uso dei motorini anche nelle corse professionistiche la stupiscono?
«Non più di tanto, perché ormai se ne parla già da qualche anno. E non mi stupisce nemmeno, così come accade nella vita di tutti i giorni, che qualcuno sia disposto a barare. Ripeto: nello sport come nella vita quotidiana»
Secondo lei perché lo fanno?
la tv francese svela i trucchi delle bici con il motore 2
«Mi viene da dire per poter vincere. Ma forse sarebbe meglio dire: per poter almeno competere con i più forti».
Sinceramente in gara ha mai avuto sospetti?
«No. Durante le corse non me ne sono mai accorto e di motorini non ne ho mai visti con i miei occhi».
Si sente davvero tutelato dai controlli dell' Uci?
la tv francese svela i trucchi delle bici con il motore 1
«I controlli si sono intensificati e questo naturalmente è solo un bene. Mi ricordo che alla tappa dell' ultimo Tour de France con arrivo sul Mur de Bretagne a fine gara hanno controllato alcune nostre bici - insieme a quelle di altre squadre - e il nostro meccanico presente mi ha detto che il controllo era stato accurato e che la bici era stata ispezionata a fondo».
L' uso dei motorini è peggio anche del doping farmaceutico?
«Rubare è sempre rubare. Però il cosiddetto doping tecnologico lo trovo più subdolo. Un atleta, anche dopato - e in passato non sono mancati dei casi - può sempre avere una giornata no, qui è diverso. Schiacci un bottone e vai più forte, lo schiacci di nuovo e vai piano. L' uomo non c' entra più».
Cosa si può fare per cancellare questo problema che sembra aumentare invece che diminuire?
«Tenere sempre alta la guardia e punire i responsabili. La lotta contro il doping ha dato sicuramente dei risultati, ma qualcuno che ancora sbaglia c' è sempre. E purtroppo, come in altri sport, penso che ci sarà sempre qualcuno che tenterà di aggirare le regole».
Ci vorrebbe la radiazione per chi viene trovato con un motore?
«Sì. Sono per una punizione esemplare».