FIFAGATE, MONDIALI IN QATAR A RISCHIO - DOPO LE DIMISSIONI DI BLATTER, INGLESI AL CONTRATTACCO - IL CAPO DELLA FOOTBALL ASSOCIATION: “SE FOSSI IL PRESIDENTE DEL QATAR NON SAREI TRANQUILLO” - IL MONDIALE 2018 IN RUSSIA, INVECE, E' BLINDATO
BLATTER IN QATAR C Media immagine obig
La caduta di Sepp Blatter e della sua cleptocrazia — per usare un’espressione in voga sui media americani, in queste ore — non segna affatto la fine di questa storia. Rimane ancora una domanda a cui bisognerà dare una risposta nei prossimi mesi: che ne sarà dei mondiali 2018 e 2022 già assegnati dal sistema Blatter a Russia e Qatar?
Prima del blitz dell’Fbi nel Baur au lac Hotel di Zurigo nessuno li avrebbe messi in discussione. Ma adesso è tutto cambiato. La vittoria muscolare degli americani e di quanti con gli americani hanno lavorato gomito a gomito, sia dal punto di vista investigativo sia dal punto di vista politico, ha cambiato l’assetto del potere sul tavolo del grande risiko del calcio.
Gli emiri del Qatar ricevono la Coppa del Mondo da Blatter
E se il mondiale di Putin sembra comunque blindato — con il congresso Fifa convocato nel 2016, è impossibile anche solo pensare a qualche alternativa — lo stesso non può dirsi per il Qatar. Come del resto confermano le parole di Greg Dyke, il presidente della Federcalcio inglese, la grande sconfitta nella corsa all’organizzazione dell’evento del 2022.
«Se fossi il presidente del Qatar non starei tranquillo», ha detto una manciata di minuti dopo l’annuncio del passo indietro di Blatter. Motivi di inquietudine, a Doha, ne hanno in effetti parecchi. A preoccupare non è tanto l’Fbi, quanto l’indagine parallela aperta a marzo dai magistrati svizzeri proprio sull’assegnazione dei due mondiali in questione.
Sui media internazionali la circostanza ha avuto meno vetrina, ma mentre gli americani arrestavano i dirigenti accusati di corruzione, i gendarmi svizzeri perquisivano, «nell’ambito di un’operazione coordinata ma autonoma», i piani alti della sede della Fifa in Fifastrasse 20, «prelevando una grande quantità di documenti dai computer dei dirigenti», tutto materiale che proverebbe «irregolarità nell’assegnazione dei tornei del 2018 e del 2022, e relative appropriazioni indebite avvenute, almeno in parte, su territorio svizzero».
GREG DYKE FOOTBALL ASSOCIATIONblatter putin
A mettere a rischio il mondiale del Qatar c’è anche un’altra considerazione. Se quello del 2018 era infatti il mondiale di Putin, quello del 2022 era il mondiale di Blatter. Anzi, della famiglia Blatter, visto che un ruolo chiave nell’organizzazione dell’evento è stato ed è tuttora ricoperto dal nipote di Sepp, Philippe Blatter e dalla “sua” Infront, la multinazionale del marketing sportivo.
Il legame tra Infront e il Qatar è di natura contrattuale. La società di Blatter jr partecipa al cinquanta per cento insieme con il fondo di Doha, Aspire Katana Investment, dello sceicco Mohammed Bin Abdulrahman Al-Thani, nella joint venture AspireInfront che gestirà tutti i principali business del mondiale: i diritti tv, gli impianti, il marketing. Una miniera d’oro, insomma, che aveva fatto storcere il naso a molti, anche per via di quella pericolosa parentela. Che adesso rischia di costare molto cara. ( ma. me. — fa. to.)
Gli emiri del Qatar ricevono la Coppa del Mondo da Blatter PHILIPPE BLATTER