
1. TRA IL ‘’FROCIO’’ MANCINI E IL ‘’VECCHIO CAZZONE’’ SARRI, DOTTO IN DIFESA DEL “RAZZISTA” (VIDEO) 2. ''HA COMINCIATO SARRI. “FROCIO” O “FINOCCHIO”. “VECCHIO CAZZONE!”, HA REPLICATO IL MANCIO, CHE PERCEPISCE NEL TIPO ALLA SARRI (SOLO 5 ANNI PIÙ DI MANCINI) UNO STRACCIONE CHE PUZZA DI RUTTO DA OSTERIA. POCHE STORIE. DA CHE PARTE STAI? DA QUELLA DI SARRI
1. VIDEO - MANCINI: SARRI HA USATO PAROLE RAZZISTE, MI HA URLATO ''FROCIO, FINOCCHIO'' - POI SARRI: ''SOLO UNA CLASSICA LITIGATA DA CAMPO. PENSO CHE DOMANI ACCETTERÀ LE SCUSE, E ANCHE LUI DOVREBBE SCUSARSI''
2. TRA IL ‘’FIGHETTO’’ MANCINI E IL ‘’CAFONE’’ SARRI, DOTTO SCENDE IN CAMPO IN DIFESA DEL “RAZZISTA”
Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
giancarlo dotto e giorgia surina
I due se le sono dette di santa ragione. Ha cominciato Maurizio Sarri. “Frocio” o “finocchio”, non s’è capito bene. Il concetto non cambia, anche se, come vedremo, si tratta di un “frocio” o “finocchio” senza concetto. Traviato dalle sue letture, Sarri. Quello sporcaccione di Charles Bukowski, da incazzato, avrebbe apostrofato il Mancio allo stesso modo, dovendo semplificare la sua avversione da uomo di tuta, viscere e pelo selvatico per un damerino col nodo sempre alla moda e il foulard che non diventa mai un nodo scorsoio.
“Vecchio cazzone!”, ha replicato da par suo, il Mancio, a sua volta reo confesso del subliminale che percepisce nel tipo alla Sarri (solo cinque anni più di Mancini) un patetico parvenu, praticamente uno straccione abusivo che non ha mai pagato un lustrascarpe e puzza di rutto da osteria.
Poche storie. Da che parte stai? Da quella di Sarri, ovvio, dovendo stare. Detto che “frocio” o “vecchio cazzone” (l’insulto come voluttà a offendere poggia sulla prima), dal momento in cui sono ufficialmente entrati nel dizionario degli insulti, non sono più concetto, sfilati dall’ideologia eventualmente razzista che li sottende (ma i froci e i vecchi cazzoni sarebbero una razza?), ma solo astrazioni della bile, maniglie del subitaneo scoppio di odio, non sarebbe stato più elegante che i due se la fossero vista negli anfratti del San Paolo, magari con un manesco regolamento di conti, in cui probabile il Mancio avrebbe avuto la peggio, penalizzato oltre che dal fisico anche dal dover prestare attenzione alla piega del cappotto e alla sfregiabilità del lineamento che lo fa così putto a cinquant’anni?
E, invece, Mancini, a partire dal promettente e sembrava minaccioso gesto del “ci vediamo dopo”, s’è lasciato andare al deplorevole: “Maestra, ha sentito cosa mi ha detto quel cafone di Sarri, dell’ultimo banco, la bestia in tuta?”. Aggiungendo, per aggiustare la mira da fighetto, l’odiosamente corretta accusa del “razzista”.
Per dirla tutta, ho trovato assolutamente perfetto e inesorabilmente etico a suo tempo lo Zinedine Zidane che si cancella dalla partita più importante della sua vita, trasformandosi da alato fuoriclasse in Minotauro, nel momento in cui quel mediocre di Materazzi gli tocca le donne della famiglia. Un’esemplare capocciata in pieno torace, e poi zitto per la vita, altro che maestrina. E niente scuse. Scuse di che?
Dettaglio non piccolo: nel corso dei cento minuti che passano dal primo all’ultimo tunnel i ragazzi del pallone, allenatori e dirigenti inclusi, se ne scambiano a tonnellate d’insulti sanguinosi, tra quelli più gettonati nel buon mercato dell’offesa all’ingrosso. E dunque? Che si fa? Imponiamo la dittatura del galateo nella gabbia del macho?
3. NAPOLI, SARRI: «HO CHIESTO SCUSA A MANCINI, MA CERTE COSE DEVONO RESTARE IN CAMPO»
http://www.corrieredellosport.it/
«Mi ero innervosito per la decisione su Mertens, ho visto che lui si lamentava del recupero, sono cose da campo che dovrebbero finire in campo. I vecchi mi hanno sempre detto che quello che succede in campo finisce lì, poi ci si stringe la mano e finisce tutto. Ho chiesto scusa a Mancini negli spogliatoi, lui non le ha accettate perché era contrariato, domani penso le accetterà. E mi aspetto anche io delle scuse perché, da uomini di sport, se una persona ti chiede scusa sarebbe giusto accettare». È la risposta di Maurizio Sarri alle accuse di Roberto Mancini dopo la lite nel finale di Napoli-Inter.
«Cosa che gli ho detto? Non lo ricordo - continua Sarri a Rai Sport - ero inferocito e può darsi che lo abbia offeso. Insulti omofobi? Mi sembra esagerato, erano insulti di rabbia e senza secondi fini. Gli posso aver detto democristiano, gli posso avere detto qualsiasi cosa, ma non mi ricordo. Non ce l'ho con Mancini, mi è scappata una parola e ho perso lucidità dopo l'espulsione di Mertens perché per me non era simulazione. Certe litigate però non dovrebbero uscire dal campo e non è normale questo. Scuse agli omosessuali? Mi è sfuggito questo termine, ma da parte mia non c'è discriminazione di nessun tipo».
''Negli spogliatoi ho cercato Mancini e mi sono scusato. Ma lui non le ha accettate e mi ha detto: ''Sei un vecchio cazzone''. Mi sembra abbastanza razzista questa cosa''. E ora Sarri rischia 4 mesi di squalifica per le regole FGCI...
4. NAPOLI, QUANDO SARRI DISSE: «IL CALCIO ORMAI È UNO SPORT PER FROCI»
http://www.corrieredellosport.it/
Maurizio Sarri non è nuovo a dichiarazioni sugli omosessuali. Ai tempi dell'Empoli, in Serie B, l'attuale tecnico del Napoli sbottò in conferenza stampa dopo un ko con il Varese. «Il calcio è diventato uno sport per froci - disse -. Abbiamo subìto il doppio dei falli, ma abbiamo avuto più gialli noi. E' uno sport di contatto e in Italia si fischia molto di più che in Inghilterra con interpretazione da omosessuali».
testata zidane materazzi reuters
zidane testata materazzi rep02