holly e benji bonucci chiellini

GENERAZIONE HOLLY E BENJI - ALTRO CHE POKEMON, TUTTI PAZZI PER I 30 ANNI DEL CARTONE SUL CALCIO - BONUCCI: "VOLEVO DIVENTARE COME MARK LENDERS. MI MANCA IL TIRO DELLA TIGRE MA CI STO LAVORANDO" - CHIELLINI EVOCA I GEMELLI DERRICK - SCANZI: "BUFFON-ED WARNER" E LA CESSIONE DEL MILAN “LUNGA COME UN’AZIONE DI HOLLY E BENJI”

holly benjiholly benji

Francesco Persili per Dagospia

 

“Due sportivi/ due ragazzi/ per il calcio sono pazzi…”. Davanti a Holly e Benji non c’è Pokemon Go che tenga. Per un giorno la caccia ai pupazzetti virtuali cede il passo alla nostalgia canaglia veicolata dalle note di quella sigla che è stata la colonna sonora dei pomeriggi anni Ottanta per milioni di bambini italiani.

 

Trent’anni fa su Italia 1 andava in onda la prima puntata del cartone animato sul calcio nato da un fumetto, Capitan Tsubasa, che uscì per la prima volta in Giappone nel 1981. Il campo apparentemente in salita, le prospettive lisergiche e le retrospettive da cinema orientale innescate da ogni azione: Holly e Benji ha rappresentato l’età dell’oro della nostra fantasia pallonara.

 

ed warnered warnerbonuccibonucci

C’era il predestinato Oliver Hutton, un Leo Messi ante-litteram. E Benjamin Price, il portiere paratutto, efficace e senza fronzoli, un piccolo Zoff. Uno stile agli antipodi rispetto a quello spettacolare di Ed Warner con le sue parate da karateka e la zazzera che ricorda quella di Perin. E poi lo spaccaporte Mark Lenders, una via di mezzo tra Batistuta e Ibrahimovic, il giramondo Tom Becker, il difensore rude Bruce Harper, la bellezza apollinea di Julian Ross che di Cruyff aveva il numero (14), lo stile e il cuore traditore. Ogni partita, una storia infinita. Digressioni, flash-back, epica del dettaglio. Il tiro combinato di Holly e Tom l’avremmo rivisto solo col tiro a due di Voeller e Rizzitelli in Roma-Broendby, semifinale di Coppa Uefa nel 90-91.

mark lendersmark lenderschiellinichiellini

 

Ognuno di noi ha il suo personaggio preferito. Quello di Leonardo Bonucci è Marc Lenders: “Maniche arrotolate, infanzia difficile, capello lungo, coca cola sempre in mano, personalità da vendere e un tiro (quello della Tigre) che nemmeno un cannone avrebbe potuto scagliare più forte. Tanti bambini sognavano di diventare Holly o Benji, io invece sarei voluto diventare come Lenders. Mi manca ancora il capello lungo e il tiro della tigre ma ci sto lavorando”.

 

Il suo compagno di reparto nella Juve e nella nazionale, Giorgio Chiellini, rivela che col fratello procuratore Claudio scimmiottava James e Jason Derrick, “gemelli nella vita e sul campo... La loro catapulta infernale l'abbiamo provata in tutti i modi”. L’ex centrocampista giapponese di Perugia e Roma Hidetoshi Nakata ha ribadito più volte come quel fumetto sia stato fondamentale nella sua carriera da calciatore: “Senza Capitan Tsubasa avrei scelto un altro sport”.

 

Un punto fermo nell’immaginario dei 30-40enni, “mezzi figli di Pasolini, mezzi fratelli di Mark Lenders”, come sintetizza Beppe Di Corrado, nom de plume del vicedirettore del Giornale e direttore di Undici, Giuseppe De Bellis, nel libro “Tutta colpa di Paolo Rossi”, Holly e Benji è ricordo condiviso, retorica sentimentale e metafora convenzionale.

 

Nel suo programma “Futbol” in onda su “La7” Andrea Scanzi ha raccontato Buffon partendo da Ed Warner e nella puntata di ieri ha definito la trattativa con i cinesi per la cessione del Milan “lunga come un’azione di Holly e Benji”. Se almeno Lapadula fosse il nuovo Mark Lenders…

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