Estratto dell’articolo di Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”
Correva l’anno 2016 e la Pyongyang International Football School era stata fondata da appena tre anni. L’allenatore Ri Yu-Il, figlio del portiere della Corea del Nord che nel 1966 eliminò l’Italia dal Mondiale, se ne uscì con una frase ad effetto, che nel mondo del calcio suscitò ilarità e indifferenza in egual misura: «Stiamo allenando i nostri ragazzi per farli diventare meglio di Messi».
Vedendo però quello che ha combinato la studentessa modello Choe Il-Son tra fine settembre e inizio novembre, il dubbio che quelle parole non fossero solo una sparata propagandistica, è più che legittimo: la Repubblica popolare di Corea è più che mai la Nazionale di riferimento del calcio femminile giovanile e in poche settimane ha trionfato sia al Mondiale Under 20 che a quello Under 17.
In tutti e due i casi la stella è stata la 17enne Choe Il-Son, una baby Messi in piena regola, visto che il piede ispirato con cui ha segnato 6 gol nella competizione Under 20, tra cui quello in semifinale contro gli Usa e quello in finale contro il Giappone, è proprio il sinistro.
La Corea del Nord […] Nel ranking Fifa femminile occupa […] il nono posto (contro il 111° dei maschi), davanti anche a Francia e Australia. […] La scuola calcio di Pyongyang ha circa 200 atleti, che studiano, si allenano e vengono selezionati e riconfermati (o meno) con grande severità, un po’ come nelle Academy dei grandi club europei. […]
Anche se fare calcio — e vincere a livello internazionale — resta un’impresa quotidiana, avvolta da misteri, leggende (la Nazionale maschile del 2010 fu punita o no al rientro in patria dopo le tre sconfitte?) e anche quel pizzico di sospetto che non manca mai. Nel 2015 proprio la squadra femminile è stata esclusa dalla Coppa del mondo dopo che cinque giocatrici avevano fallito i test antidoping nel 2011: il medico allora attribuì la positività a un rimedio cinese, fatto con ghiandole di cervo muschiato, per curare le atlete colpite da un fulmine. […]
Ma le ombre non finiscono qui perché proprio al termine del Mondiale Under 17, nel quale Choe è stata decisiva ma meno dominante rispetto a quello Under 20, l’Iran ha presentato un reclamo alla Confederazione asiatica sostenendo che «è visivamente chiaro che alcune giocatrici hanno più di 17 anni in base al loro fisico e ai loro muscoli».[…]