LA MOSSA DEL MATTO - DOPO IL DISASTRO IN QUALIFICA VALENTINO ROSSI STRAVOLGE L’ASSETTO DELLA MOTO A 4 ORE DAL VIA E ARRIVA SECONDO: “HO FATTO LA MOSSA DEL MATTO” - IN CLASSIFICA “IL DOTTORE” RESTA PRIMO
Massimo Calandri per “la Repubblica”
La Mossa del Matto, l’ha chiamata. L’azzardo disperato, il salto nel buio di chi non ha più nulla da perdere. Mancano 4 ore al via, ma la sua Yamaha proprio non va. Settimo tempo nel warm up, disastro. Allora Valentino rischia tutto. Scommette su un assetto mai provato, un diverso bilanciamento rispetto alla ruota anteriore.
E parte dalla terza fila, con l’incoscienza del predestinato. Finisce che vince, perché il 2° posto finale dietro Lorenzo vale quanto un successo: il Doc conserva il primato, il compagno di squadra si fa sotto: - 15 in classifica, ma sono ancora tanti punti. E Marquez chiude 4°, sempre più confuso in sella ad una Honda in profondissima crisi.
E’ una stagione così, ha il buon sapore di una storia di qualche anno fa: solo che Jeremy Burgess, il capomeccanico-stregone dei 7 mondiali vinti dal pesarese in MotoGp, oggi si chiama Silvano Galbusera. Rossi invece, quinto podio in 5 gare, non cambia mai: magico, infinito. Matto, come la sua mossa. «Al mattino la situazione era proprio brutta. Colpa mia, ci ho messo 3 giorni a interpretare i problemi. Non restava che stravolgere la moto, e fare in fretta ad abituarmi».
Alla prima curva aveva già saltato Crutchlow e Smith, al 3° giro doppio sorpasso sul campione in carica, poi Iannone e Dovizioso. Un’altra rimonta da urlo, davanti all’impressionante folla francese (93.500 spettatori) tutta per lui. «Ero un missile. La M1 morbida da accompagnare, tagliavo leggero sui cordoli. Peccato che Jorge dopo 3 tornanti avesse già un secondo di vantaggio ». Venti giri più tardi, il ritardo era lo stesso. «Però impossibile prenderlo, oggi: era troppo in forma».
Tra due settimane l’appuntamento è al Mugello, il tracciato preferito dal maiorchino: ma con un Valentino così, Dovizioso (3°) che non molla mai e un frustrato, furibondo Marc, ci sarà da divertirsi.«La gara si è decisa al via».
Esemplare sintesi di Lorenzo. Por fuera ha tenuto fede al suo soprannome, passando all’esterno Dovizioso e toccando Iannone, mentre un imbambolato Marquez prendeva a sua volta una sportellata dall’abruzzese e perdeva terreno. Jorge s’è messo a martellare a modo suo. Due vittorie consecutive. «La moto è perfetta, finalmente sto bene. E posso dimostrare chi sono». Orgoglioso. Dopo il traguardo è salito in piedi sulla M1 e ha fatto il gesto di guardare lontano. Ma tra lui e l’orizzonte c’è il Dottore.
Marquez è mestamente dietro. La verità è che quest’anno la Honda proprio non va. Crutchlow, Redding e Pedrosa a gambe all’aria: un caso? «Quando provavo a forzare, rischiavo anche io di cadere».
Nella parte finale, col serbatoio quasi vuoto, è statoprotagonista con Andrea Iannone (stoico, imbottito di antidolorifici per una spalla lussata) di un superlativo duello. Sembra una bestemmia, ma per il Piccolo Imperatore questo quarto posto è tutto sommato un buon risultato. Marc per la gara francese ha scelto una delle 3 moto che aveva scartato nei test invernali di Sepang. Dovizioso lo spiega bene: «Il talento di Marquez non è sufficiente a nascondere le magagne della Honda».
E come la mettiamo col talento della Ducati? La Rossa ha presentato una carena leggermente modificata. «La nostra è una evoluzione continua. I progressi ci sono, mancano ancora dei piccoli dettagli per essere all’altezza delle giapponesi». Il Dovi ha chiuso terzo, e in classifica deve cedere il posto a Lorenzo. «Non importa. Chapeau a noi, sempre più competitivi. Al Mugello, dove abbiamo provato la settimana scorsa, possiamo fare ancora meglio». Sì, tra due settimane sarà roba da matti.