Francesco Persili per Dagospia
Il Blues arrabbiato di Mourinho: «Su Fabregas c’era un rigore grande come il Big Ben». Neanche il titolo di campione d’inverno placa la furia dello Special One che dopo l’1-1 contro il Southampton aggrotta il ciglio e parte all’attacco dell’arbitro Anthony Taylor: «Abbiamo perso due punti ma non per colpa nostra. Non ci hanno dato un rigore clamoroso su Fabregas, che è stato anche ammonito per simulazione. Una cosa mai vista».
Lo Special One parla quando la partita del City non è ancora terminata (il pareggio contro il Burnley lascerà le distanze invariate in vetta alla classifica) e mette sotto accusa il direttore di gara: «È bravo, giovane ma oggi ha commesso un grave errore. Negli altri paesi in cui ho lavorato i giornali griderebbero allo scandalo». Un déjà vu. Il pensiero torna alle intemerate italiane, al gesto delle manette che al tempo dell’Inter mandò in visibilio Moratti e gli interisti tutti o alle parole di fuoco che accompagnarono le sfide con Guardiola in Spagna.
È la strategia della tensione di Mou, il «condottiero con la follia negli occhi», (copyright Alba Parietti) che inventa assedi immaginari, pianifica attacchi, va sopra le righe, e si prende i titoli più grandi per proteggere i suoi uomini che nelle ultime partite, a dir la verità, hanno perso solidità e faticano a trovare la via della rete.
Da straordinario contropiedista, anche della comunicazione, Mourinho costringe i media ad occuparsi non della prestazione incolore di Diego Costa, dell’indecisione di Terry sul gol di Mané o della difficoltà dei Blues a bucare le squadre che si difendono ad oltranza ma della «chiara campagna» messa in atto contro il Chelsea. E poco importa che il gol del Burnley contro il City fosse in fuorigioco. A fermarlo non bastano neanche le statistiche: ogni volta che le sue squadre sono state campione d’inverno, hanno vinto il titolo.
Niente, il filosofo di Setubal sente “il rumore dei nemici” e spara alzo zero: «Tutti, dagli allenatori ai giocatori, provano ad influenzare sistematicamente gli arbitri per mettergli pressione e fargli prendere decisioni contro la mia squadra. È una cosa che va avanti da tempo, non posso credere che sia solo una coincidenza». Mette nel mirino i media colpevoli di aver montato polemiche sulle presunte simulazioni di Ivanovic, Cahill e Costa nei turni precedenti: «Ce l’hanno con noi».
fabregas rigore non concesso 2
Un escamotage dialettico collaudato che gli serve per ri-compattare l’ambiente e mettere al riparo la squadra. Non sbruffoneria da bar sport ma il frutto di una calcolata strategia. Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Uno che in poche ore manda di traverso il torrone ai suoi ex calciatori del Real («Al Chelsea amo i miei giocatori, non mi capitava da tempo») e poi archivia il buonismo natalizio e tutta la retorica sportivamente corretta sulla Premier: «Andrò a salutare l’arbitro per augurargli buon anno ma gli dirò di vergognarsi». Special anche negli auguri, non c’è che dire.