wrestling

WRESTLING, LA FICTION IN CUI SI MUORE SUL SERIO - LA FINE DI AGUAYO RAMÍREZ È SOLO L’ULTIMO CASO DI UN LUNGO ELENCO DI LOTTATORI FINITI MALE TRA DROGHE, OVERDOSE, SUIDICI E MOSSE AZZARDATE SUL RING - MA È L’UNICA SOAP OPERA PER UOMINI

Carlo Carabba per “La Lettura - Corriere della Sera”

pedro aguayo ramirez colpito al collo  image m 5 1426965510885pedro aguayo ramirez colpito al collo image m 5 1426965510885

 

Può capitare che una parola, a lungo dimenticata in qualche magazzino della mente, di colpo venga portata alla nostra attenzione più volte nell’arco di pochi giorni. In questo caso la parola è wrestling. All’inizio della settimana che oggi, domenica, si conclude, Matteo Renzi ha replicato alle accuse di Massimo D’Alema (che gli rinfacciava una gestione arrogante del Pd) dicendo che parlava come «una vecchia gloria del wrestling». 

pedro aguayo ramirez colpito al collo  image m 28 1426983940640pedro aguayo ramirez colpito al collo image m 28 1426983940640


Basta uno sguardo veloce per accorgersi che la battuta di Renzi non è casuale né innocente. Lo scontro generazionale tra vecchio e giovane leone è uno dei tòpoi più frequentati della storia delle narrazioni, in particolare delle narrazioni sportive. Si può applicare senza difficoltà a ogni sport, di squadra o individuale — tennis, ciclismo, baseball, calcio —, ed è particolarmente felice la sua applicazione agli sport di combattimento, in cui è possibile stabilire con onestà brutale e ferina chi dei due contendenti sia il più forte.

pedro aguayo ramirez colpito al collo  image a 29 1426984030322pedro aguayo ramirez colpito al collo image a 29 1426984030322

 

Eppure Matteo Renzi ha (perfidamente?) scelto il wrestling , noto più che altro per la sua carica farsesca. Nella percezione comune, infatti, il wrestler è assimilato non tanto a un lottatore quanto a un commediante (per non dire a un pagliaccio), che non parla e agisce perché mosso dall’impulso sportivo che tende alla vittoria, ma perché fedele a una parte preordinata. 


Ed è innegabile che il wrestling sia, a un’analisi superficialmente impeccabile, «finto». Lo è per sua stessa ammissione, tanto che nel 2003 i proprietari della più importante lega di wrestling del mondo hanno chiesto che il suo nome ufficiale cambiasse da «World Wrestling Federation» a «World Wrestling Entertainment» (i maligni sostengono che dietro questa inconsueta richiesta non ci fosse il desiderio di distinguersi dall’omonima — pensando all’acronimo — associazione ambientalista, quanto la necessità di eludere i controlli antidoping, visto che le sostanze dopanti sono vietate nello sport e non nello spettacolo). 

ultimate warriorultimate warriormacho man randy savagemacho man randy savage


Ma solo tre giorni prima della battuta di Renzi il wrestling era già finito sui giornali con la notizia che il lottatore messicano Pedro Aguayo Ramírez, 35 anni, era morto sul ring per la violenza di un colpo al collo ricevuto da Rey Mysterio, uno dei wrestler più amati dai bambini, il campione del mondo più basso e leggero di sempre. 

Come conciliare la terribile evidenza del dato («un colpo tanto violento da uccidere») con l’idea universalmente accettata che il wrestling sia finto? È possibile morire di finzione? In realtà è lo stesso concetto di finzione messo in gioco dal wrestling a essere incredibilmente sofisticato. 


Il wrestling è finto in quanto l’esito degli incontri, l’intreccio di rivalità che si mutano repentinamente in alleanze, in rivolgimenti più o meno conformi alle regole che si succedono in un match, obbediscono a quanto preordinato da autori pagati. Il wrestling ha una trama e in questo senso non è differente da un film, un libro o uno spettacolo teatrale. 
Differentemente da queste forme di racconto, però, il wrestler (e l’autore di wrestling) chiede al suo spettatore di fingere di credere che quello a cui sta assistendo sia un vero combattimento sportivo.

john tenta john tenta

 

Ma, e in questo si distingue dal reality show, non ha pretese documentarie, non chiede davvero allo spettatore di credere alla verità di quanto avviene davanti ai suoi occhi. Se pensasse che quanto vede è reale, nessun individuo sano di mente, per quanto imbecille, potrebbe urlare eccitato mentre assiste allo spettacolo di un indiano affetto da gigantismo che chiude in una bara di legno un omaccione rossastro e tatuato vestito da becchino, o di un ammasso di carne di duecento chili che uccide un serpente schiacciandolo con il suo opulento posteriore davanti al padrone (e compagno di vita) del rettile, in lacrime e legato alle corde del ring. Il wrestling dunque in questo senso è un finto che finge di essere vero. 

hulk hoganhulk hogan


Ma al tempo stesso il wrestling finge di essere finto. Tutto quello che si svolge sul ring avviene realmente, sono vere le cadute, i salti, le acrobazie. I colpi, quelli si cerca di non portarli, ma possono scappare, come l’episodio tragico di Aguayo Ramírez dimostra. Una volta lessi un’intervista al grande campione Triple H. Si lamentava che gli veniva chiesto in continuazione se essere colpiti sulla testa con una sedia di metallo fa male. «Che domanda idiota: certo che fa male», replicava. 


Da un punto di vista meramente fisico il wrestler è un prodigio naturalistico. Verrebbe voglia di sostenere che, come il celebre calabrone che — racconta la leggenda — in base alle leggi dell’aeronautica non può volare, in base alla biomeccanica e al buon senso, un wrestler non può davvero compiere le sue acrobazie.

eddie guerreroeddie guerrero

 

Perché il wrestler è generalmente un culturista che supera abbondantemente i cento chili e al tempo stesso compie circonvoluzioni circensi, meravigliosi voli e schianti atroci (consiglio di osservare con attenzione la foto qui a sinistra del grande wrestler anni Ottanta John «Terremoto» Tenta, in cui si vede quest’uomo immenso e obeso librarsi da terra in un mirabile doppio calcio volante).

 

Ed effettua questi atti atletici mentre recita davanti a un pubblico seguendo trame che, è opportuno ricordarlo, sono imprevedibili per lo spettatore. Se il wrestling accetta la divisione del mondo nelle categorie contrapposte di buoni ( faces ) e cattivi ( heels ), a differenza della maggioranza dei libri, film e fumetti in cui queste categorie sono adoperate, lascia — e non di rado — che la vittoria sorrida al malvagio. 

Ma l’intreccio di realtà e finzione non è sempre del tutto distinguibile. Come nel bellissimo Birdman i piani si intrecciano in una vertigine continua, e a volte non è possibile stabilire con assoluta certezza se uno schiaffo, uno sputo in volto, obbediscano soltanto a un copione o se non nascondano un contenuto di verità. E forse questa continua confusione, questo continuo rincorrersi di livelli, tocca l’anima del wrestler .

chris benoitchris benoit

 

Già prima della morte di Aguayo Ramírez il wrestling era stato associato a eventi drammatici quando, nel giro di un anno e mezzo tra il 2005 e il 2007, morirono due campioni: Eddie Guerrero, c’è chi dice di overdose di droghe, e Chris Benoit, suicida, dopo che a mani nude aveva ucciso moglie e figli. Ma al di là di questi casi limite la vita del wrestler è difficile e lo dimostra il fatto che molti lottatori non arrivano ai cinquant’anni. 


Su YouTube circolano numerosi tributi a wrestler morti. Fa male, fa impressione vederli, forze della natura sorridenti e giocose, mentre le date di nascita e morte scorrono in sovrimpressione sui loro corpi forti e apparentemente invincibili, in una Spoon River kitsch e irreale. Vivono girovagando tra uno Stato e l’altro dell’America, tra droghe, allenamenti, diete e infortuni, confermando l’origine circense dello spettacolo che finge di fingere di essere uno sport a cui hanno consacrato la loro vita, al punto da sacrificare la loro stessa identità.

big boss manbig boss man

 

Perché nel wrestling l’immedesimazione totale tra attore e personaggio (detto, tecnicamente, gimmick ) è la norma, e sempre a favore del secondo. Alle conferenze stampa di un film vanno Leonardo DiCaprio, Al Pacino, Harrison Ford, non Jack Dawson, Scarface e Han Solo. In quelle del wrestling possono andare solo Hulk Hogan, Jake the Snake, The Undertaker. La gloria è sempre della gimmick , all’uomo che le sta dietro sono destinati anonimato e oblio. 

andre the giant andre the giant


Non è difficile pensare che un wrestler sviluppi il complesso di Clark Kent che vede l’amata Lois Lane preferirgli sempre l’alter ego supereroe. Tanto che, come Randy the Ram, protagonista di The Wrestler di Darren Aronofski, la vita arriva a coincidere con il quadrato delimitato da corde e chiuso dai riflettori, maschere tragiche dall’apparenza farsesca, il volto segnato dalla tensione di un ultimo volo fatale. 

 

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...