AFRICA A MISURA DUOMO - SPONSORIZZATI DA STARBUCKS, A PIAZZA DUOMO SPUNTANO PALME E BANANI - SGARBI: ‘PIANTE COMPLETAMENTE SLEGATE DALLA CITTÀ’ - PEJRONE, RE DEI GIARDINI: ‘L’ULTIMA FRONTIERA DEL KITSCH, FOLLIA NEOGOTICA. BASTA UNA GRANDINATA E SI ROVINANO PER UN ANNO’ - MA NELL’800 LE PALME C’ERANO…
1. MILANO, AFRICA - PALME IN PIAZZA DUOMO, CITTÀ PERPLESSA
Vittorio Sgarbi per il Giornale
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C' è il pino marittimo, c' è l' abete montano e c' è la palma di pianura padana, anzi la palma di piazza del Duomo a Milano, una specie autoctona. Alla definizione di palma sui dizionari leggiamo: «Le palme sono una famiglia di piante monocotiledoni appartenenti all' ordine Arecales. Tale famiglia comprende oltre 200 generi con circa 2.800 specie, diffuse per la maggior parte nei climi tropicale e subtropicale».
È ben noto che Milano è una tipica città subtropicale, con il clima di Palermo e di Tunisi, e che quindi le piante più adatte, e nel rispetto della tradizione locale, per la piazza del Duomo, sono le palme, alte, slanciate, diremmo gotiche, in armonia con il Duomo stesso.
Le palme da giardino sono molto ricercate e ambite, sia per la loro bellezza, sia per la loro storia. Della famiglia delle Aracaceae, sono state individuate dagli studiosi come le piante più antiche del pianeta. Con le felci, hanno popolato la Terra sin dall' epoca del Giurassico, ovvero circa 130 milioni di anni fa.
Caratteristiche delle aree più calde del mediterraneo africano, così come del Sud America e alcune zone del continente Asiatico, le palme sono simbolo di maternità, di fecondità e, non da ultimo, di protezione. Ma non si deve dimenticare che, nell' era imperiale dell' Antica Roma, le palme erano il simbolo della gloria militare e dello stesso potere imperiale. Le palme da giardino vennero classificate, per la prima volta, da Carlo Linneo che le chiamò, non a caso, «Principi delle Piante».
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A importarle in tutta Europa, facendole diventare un vero e proprio must dei giardini mediterranei e continentali, è stato il principe russo Pietro Troubetzkoy che, nel 1870, creò la prima piantagione di palme europea nella sua villa sul lago Maggiore, punto di riferimento per gli appassionati del genere. Ora gli appassionati di palme potranno andare in piazza del Duomo a Milano, credendosi anche loro principi in un meraviglioso giardino.
Peccato che i giardini nelle città, come scrive Francesco Lamendola, abbiano senso in rapporto con i luoghi, con la loro storia e con il loro destino, e maggiore sarà il contrasto all' inquinamento specialmente se le amministrazioni comunali e gli urbanisti avranno la sensibilità e le conoscenze per impiantare quelle specie arboree, a cominciare dal platano, dal frassino e dal bagolaro, che maggiormente si prestano ad «assorbire» le sostanze di scarico rilasciate dai motori a scoppio - il monossido di carbonio, il biossido di zolfo, il mercurio, il piombo, l' arsenico, il cadmio, eccetera - tutte velenose e più o meno gravemente cancerogene. A Milano, invece, le palme, per allevare il punteruolo rosso.
La cultura del verde urbano, dunque, è segno di maturità, di civiltà, di responsabilità; e la si misura non solo da quanto verde pubblico esiste, ma anche da come è tenuto, e non solo a livello di pulizia, ma anche, per esempio, dal modo in cui vengono eseguite le potature sugli alberi dei viali e dei giardini, o da come viene gestita la coabitazione degli umani con i piccoli animali che dimorano nei giardini e fra gli alberi.
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Nei giardini della Hofburg, a Vienna - per esempio - è possibile vedere gli scoiattoli saltellare sui rami dei grandi alberi e perfino a terra, senza troppa paura della presenza umana: pare quasi che sia possibile vederseli saltare in mano, se la si allunga verso di essi.
Questo tipo di rapporto fra l' uomo e l' animale, in un contesto urbano, non s' improvvisa nello spazio di un mattino: è il risultato di una coesistenza secolare, di una civiltà matura e consapevole, di un rispetto verso la natura che si realizza nell' arco di numerose generazioni, con pazienza, con tenacia, con particolari accorgimenti educativi e didattici: perché tali cose possono, o no, far parte della cultura complessiva di un popolo, ma è certo che, se nessun adulto le insegna ai bambini, specialmente con l' esempio concreto, finiranno per scomparire.
Da oggi però potranno pensare di essere al mare, trovare oasi e piscine e sguazzare nella nuova Hammamet padana, anche con la nebbia. Gli altri a Milano Marittima, temporaneamente trasferita tra piazza Duomo e San Babila. Palme per tutti!
2. L’ULTIMA FRONTIERA DEL KITSCH
Paolo Pejrone per la Repubblica
Quando parliamo di verde urbano non dobbiamo avere preconcetti, anche perché la vegetazione dei giardini non deve essere necessariamente autoctona. Ma piantare queste specie in piazza del Duomo a Milano mi sembra una follia neogotica. I banani sono una scelta coraggiosa, certo, al limite del kitsch. E le palme non fanno parte del passato e neppure del futuro del Nord Italia, sono un esotismo a sé.
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No, non sono favorevole a questa idea. E non solo perché sono contrario in generale a vasi, vasetti e a tutto l’arredo che vediamo nelle nostre città. Piazza Duomo è un luogo notoriamente vuoto, uno spazio minerale che andrebbe rispettato così com’è e come l’architetto Portaluppi l’aveva immaginato. Adesso, invece, c’è un tale desiderio di verde urbano e di materiali vegetali che si arriva a queste provocazioni a mio giudizio poco costruttive.
La linea che andrebbe seguita in ogni progetto del genere è sempre il buon senso. Senza contare che soprattutto i banani, anche se sembrano forti e attraenti, possono essere estremamente delicati: basta un minuto di grandine estiva per rovinarli, e non per dieci giorni: per un anno vegetativo intero. Temo che piantati lì, nel cuore di Milano, potranno avere una vita difficile.
3. STARBUCKS A MILANO E ROMA NEL 2018, INTANTO ARRIVANO PALME E BANANI IN PIAZZA DUOMO
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http://www.puntarellarossa.it/
Starbucks a Milano e Roma, nel 2018. Sembra una telenovela infinita, l’arrivo di Starbucks in Italia. La caffetteria tanto amata dagli italiani all’estero ma osteggiata, almeno fino ad ora, nella nostra Penisola è pronta a sbarcare a Milano, come già annunciato, ma nel 2018, e contemporaneamente, notizia dell’ultim’ora, anche a Roma.
Lo ha rivelato l’imprenditore bergamasco Antonio Percassi, che curerà l’arrivo in Italia di Starbucks, a margine di una conferenza stampa a Milano dove il gruppo San Pellegrino ha presentato il progetto del nuovo stabilimento. Con Starbucks, ha detto, “puntiamo ad aprire 200/300 punti vendita in tutta Italia, pensiamo che nel mercato possa starci”. I primi punti vendita, quindi, apriranno a Milano e a Roma: a Milano in piazza Cordusio nell’ex stabile delle Poste “apriremo il prossimo anno, nel 2018 dopo giugno – ha spiegato – perché stiamo facendo una cosa importante. Dopo una settimana dall’inaugurazione dovrebbero aprire altri 4-5 punti vendita tra Roma e Milano”. Gli obiettivi sono quelli di uno sviluppo imprenditoriale su larga scala: “I locali di Roma e Milano saranno i primi ad essere aperti, ma noi puntiamo su un buono sviluppo, con l’obiettivo di aprire in tutta Italia nell’arco di tempo di 5-6 anni, se il mercato risponderà bene”.
Intanto a Milano, in piazza Duomo, sono comparse le prime palme, in attesa dei banani e delle piante dai diversi periodi di fioritura, sponsorizzate proprio da Starbucks. Rinasce, secondo quanto ha spiegato il Comune, una tradizione botanica ottocentesca, grazie anche a un particolare tipo di palma che resiste al freddo e che già era stata una storica protagonista dei giardini romantici del XIX secolo. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato la novità pubblicando la foto sul suo profilo Instagram: “Certo che Milano osa eh…”
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