kiefer i 7 palazzi celesti

ARTE NELL’HANGAR - NOVE PERSONALI DI MAESTRI MODERNI E CONTEMPORANEI E UN NUOVO KIEFER ALL’HANGAR BICOCCA - TRA I PROGETTI LA RISISTEMAZIONE DELL'INSTALLAZIONE "I SETTE PALAZZI CELESTI" DELL'ARTISTA TEDESCO

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Pierluigi Panza per il “Corriere della Sera”

 

Ieri a Londra — un po’ come si fa con le collocazioni in Borsa delle multinazionali — l’Hangar Bicocca di Milano ha presentato la sua stagione 2015-16 con anticipazioni sino al 2018. Punta su nove personali di maestri moderni e contemporanei e un progetto speciale.

 

Quest’ultimo è la risistemazione dell’installazione di Anselm Kiefer I sette Palazzi Celesti , opera con la quale l’Hangar è nato nel 2004 e che ne ha caratterizzato l’immagine. Fin troppo, secondo alcuni, nel senso che la sublime presenza delle torri zoroastriane condiziona troppo lo spazio dell’ex padiglione industriale. A dieci anni dalla loro comparsa, Kiefer le celebrerà con quattro nuovi lavori, eseguiti tra il 2009 e 2013 (dal 24 settembre). 
 

A seguire, un intenso programma di mostre messe a punto dal direttore artistico, Vicente Todolì, che si alterneranno nei due spazi delle Navate (9.500 metri quadri) e dello Shed (1.400). «Lavorare con gli spazi dell’Hangar è una sfida. Non abbiamo cercato di modificarli creando un white cube , ma di enfatizzare le caratteristiche di questo luogo — ha raccontato Todolì —.

KIEFER BICOCCAKIEFER BICOCCA

 

Non inseguiamo modelli; tentiamo di proporne di nuovi realizzando mostre site-specific e non opere site-specific , come alla Turbine Hall della Tate Modern». Alcuni degli artisti nel programma, tuttavia, hanno esposto proprio alla Tate Modern di Londra. 
 

Si parte il 22 ottobre con la prima personale italiana dell’algerino Philippe Parreno, già vincitore di quattro leoni alla Biennale. S’intitola Hypothesis e presenta opere caratterizzate da giochi sinestetici di suoni e luci. Un’esposizione adatta per l’Hangar. Segue l’altrettanto noto Carsten Holler (4 volte in Biennale), artista con passione per l’agricoltura che lavora sulla percezione del visitatore.

 

Anche Doubt (dal 9 marzo 2016) sarà una messa in gioco dei principi della psicologia Gestalt o una vertigine di immagini che creano spaesamento. Nel settembre 2016 sarà la volta di Kishio Suga del movimento Mono-ha, corrente giapponese fine anni Sessanta che impiega materiali naturali e si oppone a un concetto tradizionale di arte. Si vedranno interazioni tra installazioni (in legno, pietra) e ambiente.

KIEFER I 7 PALAZZI CELESTIKIEFER I 7 PALAZZI CELESTI

 

Quanto al polacco Miroslaw Balka (dal febbraio 2017), inizialmente realizzava «sculture» (di cenere e di sapone) che riproducevano figure umane. Poi ha abbandonato l’antropomorfismo per letti o fontane che alludono alla presenza umana. 
Tra fine 2017 e inizio 2018 due esposizioni molto diverse. Quella di Lucio Fontana, che riguarderà Ambienti+ Spaziali (sarà curata, oltreché da Todolì, da Marina Pugliese e Barbara Ferriani) e quella di Matt Mullican, curata da Roberta Tenconi, una performance tesa a ipnotizzare l’osservatore.

 

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Per ottenere una sospensione dallo stato di coscienza (questo era il fine che Schopenhauer affidava all’arte) l’americano Mullican usa diversi media. Nello spazio Shed, infine, troveranno spazio le mostre di Petrit Halilaj, Laure Prouvost e Maria Nordman. «L’arte contemporanea — ha dichiarato Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli — rappresenta uno strumento per comprendere la realtà, cogliere le nuove tendenze, capire i nuovi linguaggi. Elementi essenziali nella cultura di un’industria come Pirelli». 

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